di Claudio Del Frate La leader colloca oil partito nell’area «atlantica» reclama una linea comune in politica estera e difesa ma all’Europa dice «Non prendiamo ordini». Più aiuti alle imprese, no a tasse sulla casa. Con quali coperture? Giorgia Meloni ha davvero collocato Fratelli d’Italia nel campo dei conservatori europei? La sua linea (definita dall’intervento conclusivo di oggi) è ancora sovranista-populista o dopo i tre giorni di convention a Milano può definirsi in maniera diversa? C’era molta attesa per i temi (e soprattutto le risposte) che la leader della destra italiana avrebbe messo a fuoco. Dopo un weekend di lavori che hanno visto l’intervento di numerosi esperti (tra cui l’ex ministro Giulio Tremonti , l’ex giudice Carlo Nordio e il sociologo Luca Ricolfi) ecco le parole che possono inquadrare come si colloca FdI sugli argomenti chiave della politica. * La guerra in Ucraina – Giorgia Meloni si è schierata senza tentennamenti dalla parte di Kiev e a favore del sostegno da parte della Ue e della Nato alla resistenza ucraina. Una scelta di campo «atlantica», insomma, senza sfumature, in linea con quella degli altri partiti conservatori europei (ad esempio il Pis polacco) con cui Fratelli d’Italia fa gruppo comune a Strasburgo. Una scelta che però distacca FdI da Matteo Salvini assai più ambiguo nei giudizi su Mosca. * I rapporti con l’Europa – La mancanza di una linea comune europea in tema di politica estera e difesa è una delle critiche che Meloni ha pronunciato dal palco di Milano. Più Europa, insomma, anche in chiave di maggiore autonomia dagli Stati Uniti, anche a costo di dover aumentare le spese militari. Un cambio di passo rispetto al passato, quando Meloni vedeva Bruxelles come un «cappio» (soprattutto finanziario) che strozza l’autonomia e la libertà dell’Italia? Non del tutto perché la leader nell’intervento finale scandisce: «Non prendiamo ordini da nessuno, nè dalla Francia nè dalla Germania». * La pandemia e il Pnrrr – «Non vogliamo morire cinesi!» urla Giorgia all’uditorio, rinnovando la sua insofferenza verso il green pass e le restrizioni anti Covid. Meloni ha messo da parte termini come «dittatura sanitaria» ma continua a ritenere sbagliate le chiusure dei mesi passati. Sul Pnnr chiede a Draghi una radicale riscrittura mettendo da parte obiettivi ritenuti irraggiungibili (a partire dalla transizione ecologica) e sollecita a Ue e Usa «indennizzi» per le aziende che pagheranno il prezzo delle sanzioni:«L’Italia non sarà un mulo da soma». * Economia, tasse, welfare – Qui riemerge la vena nazionalista della destra. Meloni lancia l’idea di un «liceo del made in Italy» mentre alcuni interventi sollecitano l’aumento della «golden share» per impedire l’acquisto di aziende italiane da parte di stranieri . Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli si spinge a chiedere la revoca della concessione alla francese Total per estrarre petrolio in Basilicata. Punti fermi per il partito sono l’abolizione del reddito di cittadinanza («reddito da divano») il no alla riforma del catasto («la casa degli italiani non si tocca») . Vengono proposti sgravi fiscali a genitori e nonni che aiutano i figli e innalzamento delle pensioni minime a 1.000 euro. Con quali coperture, però, non viene specificato. * Il centrodestra e gli alleati – Qui la linea è chiarissima: mai alleanze con la sinistra e stoccata a Lega e Forza Italia che sostengono Draghi («Non ci si allea con gli avversari»). «Al governo andremo con il voto degli italiani» ribadisce Giorgia Meloni che chiude la porta a qualsiasi forma spuria che non sia una maggioranza di centrodestra. L’orizzonte più lontano è una riforma dello stato in senso presidenzialista. Vaste programme. 1 maggio 2022 (modifica il 1 maggio 2022 | 21:14) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-01 15:06:00, La leader colloca oil partito nell’area «atlantica» reclama una linea comune in politica estera e difesa ma all’Europa dice «Non prendiamo ordini». Più aiuti alle imprese, no a tasse sulla casa. Con quali coperture?, Claudio Del Frate