di Daniele Sparisci, inviato ad Abu Dhabi
Finisce al momento l’avventura nel Circus del figlio del grande Michael: pochi risultati e troppi incidenti, queste le ragioni dell’addio
Non c’è più posto in Formula 1 per il figlio di Michael Schumacher, la Haas lo ha scaricato per prendere Nico Hulkenberg, mancava soltanto l’ufficialità ed è arrivata. Trentacinque anni, anche lui tedesco, Hulk è l’usato sicuro da affiancare a Kevin Magnussen per rimpiazzare il ragazzo con il cognome più pesante nella storia delle corse. Esperienza e una striscia di 181 gare senza mai salire sul podio, tanti piazzamenti per un totale di 521 punti. Un trionfo alla 24 Ore di Le Mans con la Porsche, nel 2015. Ultima volta da titolare in F1, nel 2019 alla Renault, poi saltuarie apparizioni da riserva. Un secolo fa.
Sembrava una bella favola quella di Mick, scritta dal figlio nel nome del papà che lo aveva seguito sui kart finché il maledetto incidente sugli sci del 2013 non ha cambiato il destino di un’intera famiglia. Mick è dovuto crescere in fretta, per coltivare il suo sogno di diventare pilota si è affidato ad amici e storici collaboratori del papà, la manager Sabine Kehm che lo ha sempre protetto da domande scomode e invadenti, dalla ressa di tv e telecamere che lo seguiva da quando ha debuttato nelle categorie giovanili.
Un’attesa spasmodica, eccessiva per un pilota volenteroso e desideroso di imparare, ma dopo due stagioni giudicato non all’altezza della Formula 1. Una brusca interruzione che lo costringerà a guardare altrove, potrebbe diventare collaudatore Mercedes, dopo aver sperato fino a non molto tempo fa di giocarsi anche le sue carte per un posto in Ferrari, lui che era entrato nell’Academy di Maranello. Schumi-Rossa di nuovo, è rimasta soltanto una suggestione. Sono lontani i tempi in cui in Bahrein esordiva sulla Ferrari nei test prim’ancora di aver messo piede in F1 (un privilegio riservato a pochissimi), dopo un campionato di apprendistato, il 2021, al servizio di un oligarca che era riuscito – pagando- nell’impresa di mettere la bandiera russa su una monoposto americana. Nel 2022 in Haas Mick si è trovato accanto Magnussen che alla prima occasione, dopo un lunghissimo periodo di inattività in F1, gli è stato subito davanti. Ed è lì che hanno iniziato a mangiarlo i dubbi, è lì che nel tentativo di tenere testa al danese ha pagato a carissimo prezzo errori di foga. Si schianta fra i muri di Gedda in qualifica, quanta paura. Dall’ospedale esce senza un graffio ma i danni alla vettura ammontano a milioni e deve rinunciare a correre il Gp perché la macchina è messa troppo male. Botto quasi in fotocopia a Montecarlo, dove sussurrano che il team principal Guenther Steiner volesse già lasciarlo a piedi: «I suoi incidenti ci costano troppo, non riusciamo nemmeno a produrre i pezzi di ricambio in tempo per la gara».
Poi Mick piano piano ha reagito, raccogliendo i primi punti in carriera a Silverstone e in Austria, è sedicesimo in classifica a quota 12, Magnussen ne ha 25. Ma non è bastato perché qualcosa si è incrinato nel rapporto con il team fino a divenire irreparabile, i contrasti fra il suo entourage il team hanno aggravato la situazione. Ha cercato di sistemarsi all’Aston Martin – sponsorizzato da Sebastian Vettel di cui è amico- ma è stato bruciato da Fernando Alonso. Stessa sorte in Alpine dove Esteban Ocon lo avrebbe voluto accanto, ma i vertici poi hanno puntato su Gasly. Il resto è cronaca, la cronaca di un sogno interrotto. «Non nascondo di essere deluso dalla decisione della Haas di non rinnovarmi il contratto -, comunque ringrazio il team e la Ferrari per avermi dato questa possibilità. Sono stati anni belli ma anche difficili, so di essere cresciuto e di meritare un posto in F1. La questione per me non è chiusa. Lotterò con tutte le forze per tornare a essere in griglia». Gli resta soltanto un minuscolo spiraglio per il 2023: che Logan Sargeant, destinato alla Williams, non ottenga i punti sufficienti a prendere i punti della superlicenza di F1 nell’ultima gara di Abu Dhabi questo fine settimana.
17 novembre 2022 (modifica il 17 novembre 2022 | 08:36)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-11-17 07:40:00, Finisce al momento l’avventura nel Circus del figlio del grande Michael: pochi risultati e troppi incidenti, queste le ragioni dell’addio, Daniele Sparisci, inviato ad Abu Dhabi