Leao-Milan, le origini, la famiglia: «Da dove vengo io tutti sembrano invisibili»

di Salvatore Riggio

L’attaccante del Milan ha rilasciato un’intervista a Outpomp in cui ha toccato diversi temi: dal padre «che non sapeva come pagare i biglietti del treno» alla musica con Ikoné della Fiorentina

L’amore per il calcio, la passione per il Milan, lo scudetto vinto da protagonista. Ma la vita di Rafael Leao non è solo legata al mondo del pallone. Si è raccontato nell’intervista rilasciata a Outpump, un magazine fondato nel 2016 che tratta soprattutto moda e musica. L’esterno rossonero ha mosso i primi passi da Almada, distretto di Setúbal, dov’è nato e cresciuto: «Da dove vengo io tutti sembrano invisibili. Qui nessuno ti guarda e nessuno ti vuole guardare. Attraverso il calcio, la musica e la moda, voglio mostrare a tutti i bambini del mio quartiere e dei quartieri simili che possono farcela, indipendentemente dalle loro origini. Una cosa è fondamentale, però: mai dimenticarsi da dove si viene».

Perché se oggi la vita di Rafael Leao sembra perfetta, con i gol, gli assist, i sorrisi, i balli e uno stadio che lo osanna a ogni tocco di palla, è anche vero che ci sono stati momenti difficili, che nulla hanno a che fare con lo sport e i trionfi di oggi: «Penso ai viaggi con mio padre sul treno. Ero piccolo e non sapevamo come pagare i biglietti per arrivare al camp o. Penso a lui che riflette tutte le sere, prima di andare a dormire, cercando un modo per portare soldi e cibo a casa. Il calcio era il mio sogno, la mia famiglia è riuscita a darmi gli strumenti per realizzarlo. Mi è sempre stata vicina».

È partito dal basso Rafael Leao, come tanti campioni in giro per il mondo. Seguendo le sue passioni. Su tutte, dopo il calcio, la musica. Passione nata in Francia, ai tempi del Lilla: «Ikoné mi ha introdotto al rap francese. Quelle canzoni mi hanno aiutato ad apprendere una nuova lingua, poi la passione è aumentata e così ho deciso di scrivere, registrare e pubblicare le mie tracce. All’interno degli spogliatoi del Milan, nelle settimane successive al lancio del mio album, si ascoltava solo la mia musica, tant’è che alcuni miei compagni mi hanno preso in giro. Senza cattiveria eh, ma per sostenermi. A Milano ho avuto l’opportunità di entrare direttamente in contatto e stringere legami con tanti artisti: Lazza, Capo Plaza e Sfera, soprattutto. Mi piacerebbe riuscire a fare un featuring con loro. Modelli? Di base ascolto tutto e tutti, mi capita di riprodurre anche le canzoni di Ed Sheeran».

Rafael Leao si è preso il Milan, guidandolo allo scudetto dopo 11 anni di attesa, quando a trionfare nel 2011 fu la squadra all’epoca allenata da Massimiliano Allegri. Un percorso iniziato nel 2019: «I primi due anni sono stati difficili. In Francia la vita era diversa. Quando arrivi in una squadra simile, sai che devi essere un vincente. Lo senti, lo vivi. Tuttavia, dopo un processo di transizione, sono diventato un’altra persona e un altro giocatore. La mia famiglia, Pioli e Ibrahimovic. Lui me lo tengo vicino tutti i giorni. È un esempio. Mi ha insegnato l’importanza del chiedere e del restare concentrato. Parliamo sempre. Non come professionisti o colleghi, ma come uomini. Ora voglio essere protagonista e diventare un titolare nel Portogallo. Se poi ci sarà la possibilità di vincere, beh, allora sarà molto bello».

Infine, l’amore per la moda, come si può vedere dal suo profilo Instagram. Tanto che Rafael Leao ha anche un marchio di moda chiamato «Son is Son»: «Puoi uscire dal tuo quartiere, ma il tuo quartiere non uscirà da te. È stato mio padre a farmi appassionare alla moda. Quando dovevo uscire, mi fermava davanti allo specchio per controllarmi. Mia madre faceva la parrucchiera, ma era lui a tagliarmi i capelli. Da piccolo li portavo lunghi, poi un giorno a scuola mi diedero della “bambina” e allora lui me li ha tagliati. Creare un brand era il mio sogno. In Italia ho la fortuna di partecipare anche alle fashion week. Calcio, musica e moda hanno molti legami, voglio portare avanti le mie passioni». Tra musica e moda, di sogni ne coltiva altri due: il Mondiale col Portogallo e la seconda stella con il Milan. Che ha il dovere di blindarlo, visto il contratto in scadenza nel 2024.

21 settembre 2022 (modifica il 21 settembre 2022 | 21:57)

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