Milano e il «lavoro senza dignità»: il reddito di cittadinanza non basta a uscire dalla soglia di povertà

di Maurizio Giannattasio

I dati del forum «Milano Città Giusta»: 23 mila i percettori del reddito di cittadinanza, il 40-50 per cento non riesce comunque ad arrivare a fine mese. Nasce il manager di quartiere per coordinare i progetti di welfare

Su 23mila percettori del reddito di cittadinanza a Milano (92mila in tutta la Lombardia) il 40-50 per cento ha un lavoro ma nonostante questo non riesce a uscire dalla soglia di povertà. «Lavoro povero», una delle tante nuove emergenze che deve affrontare il welfare milanese. Come quella dei minori stranieri non accompagnati che a oggi sono 950, ma che sono destinati ad aumentare vertiginosamente con l’arrivo dell’estate. E ancora: i conti che ballano — soprattutto quelli del Welfare — se il governo non dovesse concedere la possibilità al Comune di poter usare le proprie riserve. Ma anche le proposte: come la creazione del social community manager che avrà il compito di coordinare tutte le iniziative di welfare nei quartieri della città. Si parte da San Siro.

L’emergenza

Cinquecentoquaranta milioni. A tanto ammonta la spesa che ogni anno il Comune riserva al Welfare. Impensabile tagliarla o ridurla, soprattutto dopo due anni, una pandemia e ora una guerra, che sempre di più ha allargato la platea delle persone fragili e in difficoltà amplificando a dismisura bisogni nuovi e vecchi a cui bisogna dare risposte. Ci prova «Milano, città giusta», il forum del Welfare che ha preso il via ieri all’Elfo Puccini e andrà avanti fino al 2 maggio con 26 incontri e oltre 200 relatori. La prima emergenza sono i conti. Quei 200 milioni «congelati», tra cui 49 del Welfare, in attesa che il governo risponda all’appello lanciato dal sindaco Beppe Sala di poter utilizzare le proprie riserve e tappare così la falla di 200 milioni di mancati ristori e approvare il bilancio entro il 31 maggio. Ieri, il sindaco intervenendo al Forum si è detto fiducioso: «Do un messaggio positivo. In questi giorni il governo chiederà un parere agli organi competenti se i fondi sono utilizzabili. Nel caso contrario credo che faranno un decreto e dovrebbero fare abbastanza rapidamente».

Il social community manager

Tocca al padrone di casa, l’assessore al Welfare, Lamberto Bertolè fare il punto e tracciare la strada dei prossimi tre anni. Una cosa però si farà da subito. Nascerà una nuova figura che si occuperà del Welfare nei quartieri: il social community manager. «La pandemia è stata uno shock che ci obbliga a metterci in discussione e a cambiare, perciò proporremo di portare avanti un modello di welfare basato sui quartieri e sui territori — ha detto Bertolè — Vogliamo che nasca una nuova figura, quella del social community manager che abbia l’obiettivo di costruire reti e consolidare quello che già c’è, per rispondere non solo ai bisogni individuali delle persone ma anche ai bisogni dei quartieri e delle comunità». Il compito del social community manager sarà quello di coordinare ciò che c’è già ma spesso è frammentato in tanti rivoli: «Farà sintesi e regia, una forte regia pubblica per evitare vuoti e ridondanze. Partiremo sperimentando in alcuni quartieri della città, ad esempio a San Siro, ma poi anche in altri quartieri importanti come Giambellino,Gratosoglio, Molise-Calvairate e Ponte Lambro».

I minori migranti

Tanti gli interventi. Due ministri, una ex ministra e la rappresentante dell’Unhcr per l’Italia. Andrea Orlando, Elena Bonetti, Rosy Bindi e Chiara Cardoletti. Tocca al ministro del Lavoro denunciare il «lavoro povero» quello che nonostante uno stipendio non garantisce l’uscita dalla soglia di povertà. Lo fa raccontando i numeri del reddito di cittadinanza. Su 23mila, la metà non è «parcheggiata» sul divano, ma nonostante lavori il salario è insufficiente per uscire dal tunnel. Tocca a Bertolè raccontare la nuova, ma neanche troppo, emergenza. «A oggi ci sono 950 minori stranieri non accompagnati, numeri altissimi che rendono difficile una risposta di qualità. Numeri destinati ad aumentare con l’arrivo dell’estate. Il problema è a monte e sta nel sistema. Deve essere rivisto. Serve una regia nazionale. Milano ha deciso di accogliere e questo l’ha resa “attrattiva” — forse troppo — per i minori migranti. Il coordinamento ci permetterà di fare meglio. Se non riusciamo ad avere una regia nazionale saremo in difficoltà».

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27 aprile 2022 (modifica il 27 aprile 2022 | 08:22)

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, 2022-04-27 06:23:00, I dati del forum «Milano Città Giusta»: 23 mila i percettori del reddito di cittadinanza, il 40-50 per cento non riesce comunque ad arrivare a fine mese. Nasce il manager di quartiere per coordinare i progetti di welfare, Maurizio Giannattasio

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