di Marco Bonarrigo
Lo sloveno fa il vuoto in discesa e trionfa a sorpresa: ha gestito il finale come Nibali nel 2018, sfruttando anche la rivalità tra i big alle sue spalle. Sul podio anche il francese Turgis (secondo) e l’olandese Van der Poel (terzo)
Sloveno doveva essere, sloveno è stato: ma a vincere la 113ª Milano-Sanremo non è stato lo strafavorito Tadej Pogacar, Cannibale del ciclismo contemporaneo, ma il suo connazionale Matej Mohoric, 27 anni di cui sette di professionismo da promessa non sempre mantenuta ma anche da corridore di grandissima intelligenza tattica. Considerato il più forte (e spericolato) discesista del mondo, il corridore della Bahrain ha vinto buttandosi senza rete lungo la discesa del Poggio, dopo aver resistito ben coperto ai quattro veementi attacchi di Pogacar, scollinando per quinto a una decina di metri dalla testa. Mohoric ha subito agganciato i tre di testa (con Pogacar anche Van Aert e Van Der Poel, fenomenale considerato che è reduce da una convalescenza per problemi alla schiena) e li ha passati in tromba rischiando per ben due volte di schiantarsi a bordo strada e correggendo la rotta solo all’ultimo istante utile.
Arrivato sull’Aurelia con 5” di vantaggio sugli inseguitori, Mohoric ha gestito il finale come Nibali nel 2018, sfruttando anche la rivalità tra i big alle sue spalle che hanno perso tempo a guardarsi. Sul podio sono saliti con lui il sorprendente francese Antony Turgis e Mathieu Van der Poel. Alle loro spalle Matthews, Pogacar e Pedersen. Miglior italiano Vincenzo Albanese, undicesimo.
La Sanremo era vissuta su una fuga di ben 285 chilometri con i coraggiosi italiani Tonelli e Rivi, unici superstiti, ripresi soltanto sul Poggio da un gruppetto selezionatissimo tirato da Uae Emirates e Jumbo-Visma. Sul Poggio Pogacar ha provato quattro volte a fare la differenza, ma il ritmo era talmente elevato e la guardia di Van Aert e Van Der Poel così attenta da consentire solo una selezione ridotta.
«Per tutto l’inverno ho avuto questa gara in mente — ha spiegato il vincitore, nel suo italiano perfetto — e una delle chiavi del mio successo è quella aver usato una bici con assetto da mountain bike: è lei che mi ha tenuto in piedi sulla discesa, anche quando ho sbagliato una curva. Non vedevo l’ora di correrla, questa Sanremo. Già alle Strade Bianche ero in condizione perfetta ma sono caduto con Alaphilippe e la gara è sfumata. Ero solo un po’ preoccupato, avevo fatto quattro giorni senza bici per i problemi al ginocchio. Ma non mai smesso di crederci: mi sono detto che anche gli altri avevano dei problemi, che in gruppo era pieno di malati e infortunati e che io comunque avrei fatto del mio meglio. In cima al Poggio mi sono detto: o la vinco oggi o mai più. L’ho vinta».
19 marzo 2022 (modifica il 19 marzo 2022 | 17:35)
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, 2022-03-19 17:35:00, Lo sloveno fa il vuoto in discesa e trionfa a sorpresa: ha gestito il finale come Nibali nel 2018, sfruttando anche la rivalità tra i big alle sue spalle. Sul podio anche il francese Turgis (secondo) e l’olandese Van der Poel (terzo), Marco Bonarrigo
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