di Virginia Piccolillo Tensione anche sul ministero delle Riforme. La Lega lo chiede (con l’Autonomia) per Calderoli Meno uno. Domani cominciano le consultazioni, i giorni utili per stilare l’elenco di ministri da sottoporre al presidente della Repubblica in caso di incarico a Giorgia Meloni sono al massimo tre. Ma la lista continua a cambiare a seconda di chi la tiene in mano. Silvio Berlusconi dà ancora per scontato che il ministero della Giustizia sia di Forza Italia. E che venga attribuito a Maria Elisabetta Casellati. Aprendo anche un problema diplomatico con la Lega che lo vuole dare, completo di delega sulle Autonomie Regionali, a Roberto Calderoli, deluso dalla mancata nomina a presidente del Senato. La sortita di Berlusconi sui rapporti rinsaldati con il presidente Putin «uomo di pace» e il successivo scambio di bottiglie e lettere «dolcissime» ha gettato un’ombra di imbarazzo sulla candidatura a vicepremier e ministro degli Esteri di Antonio Tajani. Al punto che FI ha dovuto diramare una nota per ribadire la linea fedele all’atlantismo del leader e dell’intero partito. Comunque Silvio non ha chiamato, ma Giorgia non si è spostata dal punto: Nordio alla Giustizia e alle Riforme Casellati, che, onde evitare di non stringere nulla, si è affrettata a dichiarare: «Cosa decideranno i leader a me va bene». Intanto anche la lista della Lega si è fatta diversa da quella di FdI. A parte il Viminale ceduto ancora con difficoltà dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture in pectore Matteo Salvini a Matteo Piantedosi, si è aperto il caso del ministero dell’Agricoltura. Salvini vuole affidarlo a Gian Marco Centinaio ma FdI rivendica quella casella. Meloni vedrà oggi il leader della Lega e non è escluso che per ottenerla Salvini torni a rivendicare per sé il ministero dell’Interno: un modo per alzare nuovamente la posta. Meloni però resiste. Parla di un tecnico d’area che potrebbe essere il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Ieri è circolato persino il nome di Daniela Santanché, ipotizzata al ministero del Turismo, casella ora offerta a Centinaio. FdI vorrebbe un tecnico anche alla Salute, dove si è parlato di Guido Rasi ex direttore dell’Ema e direttore generale di Aifa; ai Beni Culturali, dove circola il nome dell’ex componente del Cda Rai, Gian Paolo Rossi; al Lavoro, si fa il nome di Elvira Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del Lavoro. Allo Sport e Politiche giovanili potrebbe andare invece l’ex consigliera regionale del Lazio Chiara Colosimo. Nessun tecnico invece nella lista forzista che ieri Berlusconi ha snocciolato, partendo dal ministro del Miur: non più Anna Maria Bernini, spostata alla Funzione pubblica, ma l’anatomopatologa Gloria Saccani Jotti. All’Istruzione la Lega vorrebbe Giuseppe Valditara, alla Disabilità Simona Baldassarre. Intanto si riapre l’enigma Crosetto. Per il fondatore FdI Meloni voleva il ministero dello Sviluppo economico accorpato a quello della Transizione digitale, ma per evitare problemi sul Pnrr sembra debbano rimanere separati. La Transizione ecologica potrebbe andare invece a Gilberto Pichetto Fratin. Per Adolfo Urso (FdI) ieri si manteneva l’ipotesi Difesa, per Raffaele Fitto gli Affari europei e per Maurizio Lupi (Noi moderati) i rapporti con il Parlamento. Al ministero per il Sud resiste la scelta di Nello Musumeci da parte di FdI, inviso però a Forza Italia. I giochi non sono chiusi. E oggi è un altro giorno. L’ultimo. 19 ottobre 2022 (modifica il 19 ottobre 2022 | 07:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-19 05:22:00, Tensione anche sul ministero delle Riforme. La Lega lo chiede (con l’Autonomia) per Calderoli, Virginia Piccolillo