Ministri del governo Meloni, la lista per FdI è fatta: alla Sanità spunta il tecnico Schillaci

di Marco CremonesiGli ultimi nomi per il nuovo governo in mano a Giorgia Meloni. Per la Cultura in corsa il direttore del Tg2 Sangiuliano. Salvini e Tajani potrebbero essere i due vicepremier. Lollobrigida verso l’Agricoltura «La lista c’è», giurano i Fratelli d’Italia. «La lista ci sarà anche — sbuffano negli altri partiti — ma noi ne sappiamo poco». Questa mattina la delegazione del centrodestra salirà al Quirinale «compatta», come dice Maurizio Lupi. Ma speaker unico sarà Giorgia Meloni — salvo sorprese da parte di Silvio Berlusconi — che, nel giro di poche ore, vorrebbe consegnare al presidente Sergio Mattarella quella che ormai in tanti chiamano «l’infernale lista». Resta il fatto che, fino a ieri sera alle 21, i tre leader ancora non si erano sentiti per mettere a punto quelli che non sono dettagli, ma importanti caselle ancora in bianco. Per dirla con un centrista: «God save the Queen, deciderà Giorgia». Sotto al nome della premier sfilano quelli dei vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Anche qui, i leghisti lo danno per certo, ma in FdI si mantiene il silenzio. Subito più in basso c’è «l’uomo macchina» del governo: Gianbattista Fazzolari, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Poi, arrivano i ministeri più importanti. Per l’Interno, il nome resta quello di Matteo Piantedosi, prefetto di Roma in quota Lega per il lavoro ritenuto eccellente lavoro quando era il capo di gabinetto di Matteo Salvini al Viminale. Alla Difesa andrà con ogni probabilità Guido Crosetto, che per tempo aveva lasciato le cariche che avrebbero potuto generare un conflitto d’interessi. Gli Esteri restano a Antonio Tajani, che ieri è corso a Bruxelles per farsi confermare la fiducia. Lo ascoltano anche Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, Manfred Weber. Ed è proprio quest’ultimo, il capogruppo del Ppe all’Europarlamento, che scioglie il dubbio: alla Farnesina, Tajani «sarebbe una garanzia, il simbolo del posizionamento europeista del governo». A proposito di Europa, appare ormai scontato il nome del responsabile degli Affari europei. Forte di indubbie relazioni, è quello del già eurodeputato, nonché ex governatore pugliese, Raffaele Fitto. Il ministero all’Economia, quello che tiene i cordoni di tutte le borse, andrà a Giancarlo Giorgetti, nonostante alcuni dubbi nella Lega sul farsi carico di un dicastero fondamentale , ma non famoso per la popolarità che è in grado di portare. Mentre sembra consolidato il ruolo di Matteo Salvini ai Trasporti. Lui, anche ieri, è stato immerso nel lavoro per arrivare al definitivo superamento della legge Fornero con la prossima legge di bilancio. Altro ministero non simbolico è quello allo Sviluppo, il Mise. Qui il nome che pare averla spuntata, dopo un gran numero di illazioni, pare proprio quello di Adolfo Urso, già viceministro con delega al Commercio estero e presidente del Copasir. Andrebbe a Forza Italia invece il Mite, ministero alla Transizione ecologica, con Gilberto Pichetto Fratin, ex vicepresidente del Piemonte e già viceministro al Mise. E poi c’è la Giustizia. Questo è stato uno dei nodi più intricati nella gestazione del governo: Silvio Berlusconi vuole come Guardasigilli l’ex seconda carica dello Stato Maria Elisabetta Casellati. Giorgia Meloni è invece convintissima, e da parecchio tempo, delle caratteristiche di Carlo Nordio, ex procuratore di Venezia e giurista autorevole. Casellati potrebbe dunque diventare la responsabile delle Riforme. Mentre Roberto Calderoli si occuperà di Regioni e delle loro Autonomie e Nello Musumeci di Mezzogiorno. Un ministero su cui grande è stata la discussione è l’Agricoltura. Qui si va affermando il nome di Francesco Lollobrigida, capodelegazione in pectore dei ministri FdI. Per la Sanità si consolida la fisionomia tecnica di Orazio Schillaci, rettore di Tor Vergata. Mentre all’Istruzione torna il nome di Giuseppe Valditara della Lega, lo stesso partito di Alessandra Locatelli (Disabilità). Mentre la Lega è meno convinta del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano alla Cultura. Non per disistima, al contrario: «Dove lo troviamo uno più adatto di lui per la guida del Tg1?». Alcune caselle restano in bianco, ma ci sono anche nomi che sono già in lista, ma di cui occorre capire la delega. Per esempio, Daniela Santanché, forse al Turismo. 21 ottobre 2022 (modifica il 21 ottobre 2022 | 07:14) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-21 05:14:00, Gli ultimi nomi per il nuovo governo in mano a Giorgia Meloni. Per la Cultura in corsa il direttore del Tg2 Sangiuliano. Salvini e Tajani potrebbero essere i due vicepremier. Lollobrigida verso l’Agricoltura, Marco Cremonesi

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