Mircea Lucescu allena la Dinamo Kiev a Bucarest: «Giochiamo per il popolo ucraino»

di Lorenzo Nicolao

I giocatori sono fuggiti dalle bombe, con una deroga speciale firmata da Zelensky e si sono rifugiati a Bucarest, la città del tecnico: «Abbiamo amichevoli in programma, cerchiamo anche Milan e Roma: i ragazzi devono allenarsi per i playoff Mondiali»

Nella sua vita c’è sempre stato il calcio, per questo in un momento così drammatico per la sua Dinamo Kiev Mircea Lucescu ha scelto di proseguire gli allenamenti, nonostante i suoi giocatori si siano dovuti per il momento trasferire a Bucarest, capitale romena e città natale del tecnico.
Raggiunto dal Corriere dello Sport attraverso Whatsapp, Lucescu ha rilasciato una lunga intervista, spiegando la situazione e il perché non vuole sospendere la sua attività proprio durante la guerra che ha coinvolto da vicino il club.

Voglia di normalità

L’allenatore, vecchia conoscenza del calcio italiano soprattutto per le sue esperienze sulla panchina di Pisa, Brescia, Reggiana e infine anche dell’Inter nella stagione 1998-99, sperava di non vedere mai un conflitto come questo, proprio lui che è nato al termine della seconda guerra mondiale (oggi ha 76 anni). «Il pallone deve rotolare anche sotto le bombe», ha detto, «perché non lo facciamo per noi, ma per il popolo ucraino. Durante la pandemia, anche in Italia la ripresa del campionato era stata sentore di un ritorno alla normalità. Questo è quello che spero per l’Ucraina, un messaggio di resistenza di chi non si piega di fronte alla violenza, soprattutto per coloro che non sono potuti scappare come noi, ma sono rimasti nel Paese a combattere».
In questi giorni la Dinamo di allena a Snagov, un centro sportivo a pochi chilometri da Bucarest, raggiunto dalla squadra in fuga dalle bombe alla fine di febbraio, con l’aiuto non solo di Federcalcio ucraina e Uefa, ma anche del presidente Volodymyr Zelensky (ha firmato una deroga per permettere ai giocatori di lasciare il Paese).

Le amichevoli aspettando Milan e Roma

Questo pensiero viene condiviso anche dallo Shakthar Donetsk allenato da Roberto De Zerbi (che giovedì riprenderà gli allenamenti da Istanbul), nella speranza che l’orrore del conflitto passi al più presto. «Il 12 aprile avremo un’amichevole con il Legia Varsavia», continua Lucescu, «Poi, secondo le previsioni, altri incontri in programma con squadre come la Dinamo Zagabria e la Steaua Bucarest. Ho parlato anche con Milan e Roma, per quanto nel breve termine sia quasi impossibile per ragioni di calendario. Vorrei tenere in allenamento i ragazzi soprattutto in vista dei playoff per i Mondial i , anche se il nostro campionato è stato interrotto dall’invasione russa. Disputare partite ha anche uno scopo umanitario, in particolare per raccogliere fondi per i bambini che soffrono per la guerra». L’Ucraina a giugno affronterà la Scozia ed eventualmente il Galles nell’ultimo atto delle qualificazioni a Qatar 2022: chi passerà il turno, sarà inserito nel Gruppo B contro Inghilterra, Iran e Stati Uniti.

La carriera

Le circostanze attuali sono inedite anche per un allenatore che vanta una carriera in panchina di oltre quarant’anni, non solo in Romania e in Italia, ma anche in Turchia e nella stessa Russia, dove ha allenato nella stagione 2016-17 lo Zenit San Pietroburgo, squadra del cuore del leader del Cremlino Vladimir Putin. Al termine di una carriera da calciatore nella quale ha conquistato otto titoli, soprattutto con la maglia della Dinamo Bucarest, ha indossato perfettamente l’abito da allenatore, vincendone ben 37, di titoli. In Italia diverse esperienze, ma senza raggiungere i traguardi attesi in nessuno dei club nei quali ha allenato, come le dimissioni dalla panchina dell’Inter il 21 marzo 1999, dopo una sconfitta in campionato con la Sampdoria per 4-0.

Lo Shakthar Donetsk deve a lui il rapporto con il Brasile che ha permesso al club ucraino di acquistare e crescere molti talenti del Paese sudamericano negli ultimi anni. Prima di allenare la Dinamo Kiev dal 2020, una breve esperienza come commissario tecnico della nazionale turca, dove ha risolto consensualmente con la federazione il proprio contratto dopo 17 partite.

6 aprile 2022 (modifica il 6 aprile 2022 | 14:21)

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, 2022-04-06 12:30:00, I giocatori sono fuggiti dalle bombe, con una deroga speciale firmata da Zelensky e si sono rifugiati a Bucarest, la città del tecnico: «Abbiamo amichevoli in programma, cerchiamo anche Milan e Roma: i ragazzi devono allenarsi per i playoff Mondiali», Lorenzo Nicolao

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