Mobilità 2023, a Valditara lordinanza piace ma vincoli e incertezze rimangono: sindacati tutti critici IL PUNTO

Ministero dell’Istruzione, un incontro tra i sindacati della scuola e la ministra Lucia Azzolina

Sulla mobilità del personale scolastico le posizioni dell’amministrazione si allontanano rispetto a quelle dei sindacati: dopo pochissime ore dal confronto con i sindacati, come anticipato dalla Tecnica della Scuola, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha infatti firmato l’ordinanza sui movimenti del personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2023-2024. Se i sindacati, a partire da Uil Scuola Rua e Gilda, parlano espressamente di atto unilaterale, con forti limiti presenti nel testo finale, con una nota il dicastero bianco di Viale Trastevere si dichiara invece sostanzialmente soddisfatto per una “firma avvenuta dopo un confronto costruttivo con le Organizzazioni Sindacali, centrato sull’applicazione dei vincoli normativi alla mobilità, in particolare sulla categoria dei docenti neo-immessi in ruolo”.

Valditara soddisfatto: recepite le richieste dei sindacati

“Abbiamo lavorato – ha detto Valditara – per contemperare le esigenze della continuità didattica nell’interesse degli studenti con le istanze di mobilità dei docenti assunti a settembre, facendo il massimo sforzo, a fronte di precisi paletti normativi e impegni assunti in sede europea dal precedente governo. A tale riguardo abbiamo avviato una forte interlocuzione con la Commissione Ue in merito alla tempistica e all’ambito di applicazione dei vincoli sulla mobilità. Con l’ordinanza garantiamo in ogni caso il regolare avvio del prossimo anno scolastico”.

Secondo il ministero dell’Istruzione, quindi, “l’ordinanza emanata recepisce le richieste delle organizzazioni sindacali sulla tempistica della sua applicazione: permette infatti ai docenti di presentare domanda di mobilità fino a che non verranno adottate le norme interpretative”.

Gilda: netta contrarietà

I sindacati, invece, forniscono un’interpretazione ben diversa. “Restano tutti i vincoli, i sindacati non firmano e il ministero emana un atto unilaterale”, tuona la Gilda degli insegnanti esprimendo quindi “netta contrarietà” rispetto all’epilogo del confronto.

Secondo il sindacato guidato da Rino Di Meglio rimane “inascoltata la richiesta di un incontro politico avanzata dai sindacati la scorsa settimana. I vincoli sui quali il ministero non è retrocesso riguardano coloro che sono riusciti ad avere il trasferimento nella scuola espressamente richiesta e chi ha ottenuto il trasferimento tra province diverse a prescindere dalla preferenza manifestata”.

“L’Amministrazione – ha scritto la Gilda – ha concesso soltanto una lieve apertura condizionata per i neo immessi in ruolo nell’anno scolastico 2022/23 le cui domande di mobilità, considerate le ambiguità del decreto legge 36, saranno convalidate soltanto in caso di un chiarimento legislativo”.

Rapezzi (Cgil): la conferma dei vincoli interprovinciali non ci piace

“Certamente – spiega Alessandro Rapezzi, segretario nazionale Flc-Cgil – il confronto è stato costruttivo, perché la nuova amministrazione è stata costretta ad approfondire degli aspetti. Tuttavia, il contratto non si è rinnovato e rimaniamo ‘appesi’ a delle risposte della Commissione europea: la mobilità per i neo-immessi in ruolo rimane infatti subordinata ad un provvedimento legislativo. Se si parte da un quadro normativo confuso, non ci siamo. Perchè c’è la conferma dei vincoli interprovinciali e questo non ci piace, perché serviva assolutamente una deroga: ci sono classi di concorso i cui posti si liberano raramente e il personale deve avere possibilità tutti gli anni di avvicinarsi a casa”.

Qualcosa, però, è stato ottenuto: “Sì – spiega Rapezzi – perché ci sono i 12 mila da Gps 2021/22 che hanno terminato l’anno di prova e potranno presentare l’istanza. Anche i vincitori da concorso e Gae 2022 potranno fare domanda, tuttavia l’accoglimento è subordinato ad un chiarimento legislativo che accolga la tesi espressa in questo confronto: slittando il piano assunzionale è probabile che ciò avvenga, ma c’è da attendere”.

Uil Scuola Rua: i docenti sono tutti uguali

Non c’è nemmeno la firma della Uil Scuola Rua sul contratto sulla mobilità. “Per due ragioni – spiega il sindacato guidato da Giuseppe D’Aprile – : la permanenza dei vincoli e l’aver mancato una opportunità importante, permettere anche a chi, il 1 settembre 2022, ha ottenuto (o otterrà negli anni successivi) la mobilità in una provincia diversa rispetto a quella di titolarità, la possibilità di fare domanda di trasferimento”.

“La Uil Scuola Rua ritiene che tutto il personale abbia uguali diritti e che bisogna evitare discriminazioni tra analoghe situazioni, per cui l’accesso alla mobilità deve essere consentito a tutti a prescindere dall’anno scolastico di immissione in ruolo”.

Anief: altra occasione persa

“Abbiamo assistito ad un’altra occasione persa per fare giustizia”, ha commentato il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico.

Il sindacato ha espresso “rammarico per una procedura così affrettata che non consente un’attenta riflessione su tante problematiche relative alla mobilità del personale della scuola”.

“All’atto unilaterale dell’Amministrazione – continua l’Anief – il sindacato ha proposto modifiche utili almeno alla risoluzione di alcune delle tante criticità delle procedure così come elaborate dal Ministero: più tempo per la presentazione delle domande, la possibilità di consentire il passaggio di ruolo su posto di sostegno anche ai docenti di ruolo in altro grado in possesso solo della specializzazione sostegno, chiarimenti riguardo al vincolo di presentazione della domanda di trasferimento per i DSGA assunti nel 2020/21 ed eliminazione anche di questo vincolo sui trasferimenti, possibilità per il personale ATA di chiedere anche più province nella domanda di trasferimento e poi chiarimenti sulla mobilità del personale ex LSU transitato nello Stato”.

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