La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza significativa (n° 34018/2023) riguardante l’assegnazione delle cattedre. La Corte ha stabilito che l’opzione collettiva di assegnare rilievo, ai fini dell’assegnazione delle cattedre, a un criterio diverso da quello meritocratico basato sul punteggio non contravviene ai principi costituzionali.
La decisione prende in considerazione il fatto che tali procedure non sono finalizzate al reclutamento del personale, ma piuttosto all’attribuzione di una sede provvisoria in previsione della successiva procedura di mobilità.
Come segnala la Corte di Cassazione, la Suprema Corte ha chiarito che, nel contesto della mobilità del personale docente proveniente dalle Graduatorie ad Esaurimento (Gae), è legittimo per le parti collettive non aderire strettamente al criterio meritocratico. Invece, è stato concesso loro di dare priorità al criterio della preferenza espressa dai candidati. La decisione, interpretata in conformità con i principi costituzionali, implica che l’assegnazione delle cattedre avviene tramite la formazione di plurime e distinte graduatorie. Le graduatorie sono strutturate in base all’ordine di preferenza espresso dai candidati per ciascun ambito territoriale, e successivamente organizzate in base al punteggio conseguito da ciascun candidato.
La sentenza ha implicazioni significative per i candidati e il sistema educativo nel suo complesso. I candidati, pur esprimendo una preferenza per un ambito territoriale specifico, verranno inseriti in graduatorie che riflettono sia la loro preferenza sia il punteggio ottenuto. L’approccio mira a bilanciare il merito individuale con le preferenze personali, fornendo una maggiore flessibilità nell’assegnazione delle cattedre.
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