Moda e tendenze a Milano, ora sono i teenager a dettare la linea: geniali, creativi e determinati

di Rossella Burattino

Dall’abbigliamento al modo di muoversi, dalla musica all’arte. Lo stylist Simone Guidarelli: «Sono per la prima volta geniali, esprimono il loro bisogno di creatività a 360 gradi. Anche nel vestire sono loro i punti di riferimento per le griffe. Gli adulti invece non sanno più distinguersi»

Dalla musica drill alla mostra di Chagall. A Milano oggi sono i giovani che fanno tendenza. È il loro momento. La «rivincita» dopo le chiusure dovute al Covid. «Già dai 12 anni dettano le mode, per strada e sui social network — racconta Simone Guidarelli, stylist delle star (da Monica Bellucci a Dita von Teese) e designer —. Sono per la prima volta geniali, esprimono il loro bisogno di creatività a 360 gradi. Anche nel vestire sono i punti di riferimento per le griffe. I milanesi adulti, invece, non sanno più distinguersi: indossano capi e accessori rassicuranti perché non osano con naturalezza. Mentre, i ragazzi sì, sanno rompere le regole».

Come si vestono

Scelgono abiti con tessuti che cadono morbidi: cotoni, lini. Prediligono il vintage. Ma soprattutto amano la moda ecosostenibile e solidale. «L’attenzione all’ambiente e allo sfruttamento dei lavoratori è molto alta — continua Guidarelli —. Le loro sono scelte sociali e politiche coscienti. Gli adolescenti milanesi passeggiano con la borraccia in mano, non berrebbero mai da una bottiglina di plastica. Le ragazze, poi, sono adorabili con le gonne in seta e le felpe over di Urban Outfitters. I maschi sono dei veri imprenditori: comprano, customizzano e rivendono sneakers». I colori che preferiscono? «Il total black o i colori pastello ben messi assieme, non si vestono a caso, c’è un pensiero, hanno un approccio empatico alla moda. E, soprattutto scoprono nuovi stilisti talentuosi italiani e stranieri». Per esempio? «Palomo, Maroussia Rebecq, EdithMarcel che si definisce “gender neutral brand made in Italy”, Ludovic de Saint Sernin, il negozio londinese Ktz». E non escono mai senza un copricapo: cappellino da baseball, occhiali da sole super sagomati e bandana (sì, è tornata di moda) al polso o allacciata su un lato del jeans.

Dove si ritrovano

I teenager meneghini non amano la discoteca. Lì ci trovano i trentenni e pure i quarantenni che non rinunciano alla serata al Plastic o al The Club. Preferiscono incontrasi al parco portando casse per la musica e ballare: «Spaziano dalla Rotonda della Besana al parco della Barona, in via Lope de Vega. Perché i ragazzi non fanno differenza tra centro e altri quartieri, per loro Milano è tutta Milano, da Lambrate a San Siro».

Come si spostano

Per spostarsi, oltre ai mezzi pubblici, usano lo skate, i monopattini elettrici o la bici. Sono sempre meno le auto e i motorini parcheggiati fuori scuola o in giro il sabato sera. Continua Guidarelli: «Una cosa che mi piace tantissimo è che hanno restituito ai bar la loro essenza di lentezza, il piacere di stare lì seduti e chiacchierare. Io li vedo spesso in gruppo al Bar Basso, mi piace osservarli e capire come sono cambiati».

La musica che ascoltano (e che fanno)

Blanco o Sangiovanni hanno tanto successo. Ma i milanesi sono sopraffini anche nelle scelte musicali. Spiega Nico Vignali, dj e produttore che ha fatto parte del duo Pink is Punk e ora è collaboratore creator e videomaker per Radio Deejay e M2o: «Fanno video su Tik Tok – per loro Instagram è preistoria – con trap e drill soprattutto italiana». La musica «drill», per chi non è così aggiornato sulle ultime tendenze, è un sottogenere del trap con testi più cupi. Artisti giovani promettenti? «Rhove con “Shakerando” sta scalando le classifiche. Viene da Rho, periferia milanese».

Il museo preferito

Il loro rapporto con l’arte? È selettivo. I giovani frequentano tanto il Mudec, il museo delle culture: è contemporaneo nell’architettura e nel modo di «costruire» le esposizioni. Offre agli adolescenti un approccio meno didascalico e più intuitivo e riflessivo. Non a caso, una delle mostre più seguite dai giovani è quella su Marc Chagall. Curata dall’Israel Museum di Gerusalemme affronta l’opera del pittore di Vitebsk (oggi Bielorussia) da un punto di vista nuovo, collocandola nel contesto del suo background culturale. Interessa per l’attualità (la guerra in Ucraina), perché racconta la storia di due mondi e per l’esplosione di colori dei dipinti: «Blu, rosa, giallo, rosso, verde… sono mezzi di comunicazione per i più giovani, permettono loro di trasmettere diversi stati d’animo — conclude Simone Guidarelli —. Questi ragazzi milanesi sono pieni di idee, hanno bene in mente quale sarà la loro strada. Sono creativamente determinati».
rburattino@corriere.it
Ig: @rossella_burattino

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13 maggio 2022 (modifica il 13 maggio 2022 | 14:00)

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, 2022-05-13 11:48:00, Dall’abbigliamento al modo di muoversi, dalla musica all’arte. Lo stylist Simone Guidarelli: «Sono per la prima volta geniali, esprimono il loro bisogno di creatività a 360 gradi. Anche nel vestire sono loro i punti di riferimento per le griffe. Gli adulti invece non sanno più distinguersi», Rossella Burattino

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