Morgan l’incompreso: «Do fastidio ma mi invitano perché servo. Ora torno con un brano per Battiato»

di Chiara Maffioletti

Il musicista: «Ho un obiettivo, dare valore economico alla cultura. Io non sono ossessionato da Bugo ma lui lo è dal successo: io ho fatto il mio dovere»

Risponde al telefono, ma chiede di stare un attimo in linea: «Devo aprire la finestra, il pianoforte è uno strumento pieno di vita, ama la luce», dice. Poi torna a sedersi ma inizia a suonare Debussy, Chiaro di luna. Tre minuti di concerto improvvisato che raccontano diverse cose su chi sia Morgan. Il primo agosto è uscito Battiato (mi spezza il cuore), singolo che contiene cinque versioni di un brano che è un omaggio a un maestro e anche un caro amico. «Volevo condividere questo tributo con tutti coloro che hanno amato e amano l’arte di quel grandissimo essere umano che ci è capitata la fortuna di avere contemporaneo. Io poi lo sono ancora più per essere stato suo amico intimo e aver lavorato con lui».

Un ricordo che vi lega?

«Penso a quando mi chiamò dicendomi di aiutarlo a mettere su la band con i musicisti più bravi del mondo. Gli feci arrivare la mia lista. “Hai omesso il bassista”, ma lo avevo fatto perché volevo fossi io. “Sei il più bravo? Ok, allora sei assunto”, fu la sua risposta».

Cosa la avvicina a Battiato?

«Ha saputo parlare a enormi folle comunicando qualcosa di nobilissimo. Però lui è stato anche un artista di successo. È riuscito a rispondere a una domanda: come si emerge facendo cose belle? Perché a emergere facendo brutta musica son capaci tutti. Battiato non si è mai seduto, non si è mai accontentato. Nell’Italia di oggi non avrebbe mai potuto affermarsi».

Attualmente è più difficile sfondare per un artista?

«Nell’Italia di oggi è impossibile. Battiato non si sarebbe potuto permettere determinate scelte, un’opera con la capacità di non assomigliare a nulla, di non essere facilmente decodificabile, il cui ascolto impone un certo impegno. Ma credo che questa incapacità di valorizzare esseri umani che creano nutrimento collettivo sia uno dei problemi più gravi dell’Italia».

Si riferisce anche a lei?

«Io ho difficoltà mostruose. Faccio uscire questo brano come un cavallo di Troia, sia per la mia musica che per quello che sono. Ma sento che il mio ruolo, la mia meritevolezza è del tutto disattivata».

Si sente incompreso?

«Lotto contro questa deriva eppure non perdono occasione per tartassarmi e colpirmi. Perché?».

Ogni tanto sembra metterci del suo nelle polemiche che la riguardano, non trova?

«Perché si vuole dare spazio solo a quello, non al ragionamento che c’è dietro. Sono un essere umano impegnato e non solo come cantautore. Insegno, scrivo libri. Non ho pubblicato singoli per dieci anni ma ora voglio rimettermi sul mercato perché mi sento forte e ho capito che bisogna agire. Ho a cuore i giovani talenti, non voglio vengano corrotti dal grigiore dilagante».

In questi dieci anni ha fatto anche molta tv.

«Ora voglio tornare a pubblicare canzoni in modo canonico, utilizzando i canali discografici, nonostante i discografici siano quanto di più lontano dall’essenza della musica. Così come Amadeus. Il pubblico deve sapere che sotto quello che viene proposto c’è un universo meraviglioso, soffocato dalla staticità e dall’ignoranza di chi gestisce il mercato».

Amadeus però a Sanremo l’ha voluta…

«Mi aveva voluto nel suo programma Ama Sanremo, dove selezionava le giovani proposte perché sa che sono bravo a farlo. Poi ha dimenticato il rispetto per la persona e ha fatto gli interessi dei discografici. Ho accettato di cantare con Bugo per combattere un sistema negativo dall’interno. Detto questo, ci vorrebbe un titolo di studio per essere direttori artistici del Festival, Amadeus non lo ha eppure lo fa da quattro anni: neppure a Baudo era successo, e dire che lui sa suonare il piano, scrive canzoni…».

Poco diplomatico…

«Sono un uomo libero, dico la verità».

«Di Bugo non mi interessa nulla, piuttosto era lui ad essere ossessionato dal successo tanto da passare anche sopra a un amico. La mia era stata un’azione libertaria contro il mobbing e l’ignoranza. Mi hanno utilizzato per entrare a Sanremo e poi vilipeso. Ho risposto ironicamente alla sua maleducazione: così gli ho messo in mano il successo, ho svolto il mio compito, fatto il mio dovere».

Incompreso, ancora una volta.

«Do fastidio ma servo, ecco perché mi invitano dappertutto. Il mio obiettivo è però dare un valore economico alla cultura, come faceva Battiato: non si è mai allineato, è sempre stato rivoluzionario, riuscendo però a stare dentro il mercato. Spero lo capiscano e mi affidino presto un programma musicale: nessuno più di me saprebbe farlo».

9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 22:17)

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, 2022-08-09 20:19:00, «Torno a incidere per un omaggio all’amico BattiatoDo fastidio ma in tv mi invitano sempre perché servoHo un obiettivo, dare valore economico alla cultura», Chiara Maffioletti

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