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Ieri, 26 marzo, è morto, all’età di 77 anni, l’attore, regista e drammaturgo Ivano Marescotti, romagnolo, noto al grande pubblico per le sue interpretazioni in film cult come “Johnny Stecchino” di Roberto Benigni e “Cado dalle nubi”, di Checco Zalone.
Marescotti si è spento, come riporta Ansa, in seguito ad una lunga malattia. Da poco si era ritirato dalle scene per dedicarsi esclusivamente al suo Teatro Accademia a Ravenna. L’attore, grande appassionato della lingua e della cultura romagnola, nel corso della sua carriera ha inciso una sua versione dei 100 canti della Divina Commedia di Dante.
“Una delle voci dantesche migliori che abbia mai sentito”
Sul sito di Loescher oggi è stato pubblicato un interessante aneddoto: nel 2021, in occasione del settecentenario dantesco, Ivano Marescotti e il direttore editoriale di Loescher Sandro Invidia hanno ricordato, sull’Agenda Loescher-La ricerca, l’esperienza della registrazione di un canto al giorno per cento giorni del capolavoro dantesco.
Invidia ha raccontato il momento in cui Riccardo Bruscagli, Professore Emerito di Letteratura Italiana presso l’Università di Firenze e studioso di Dante, suggerì il nome di Marescotti per la rilettura della Commedia: “Il mio amore per Dante e per la sua Commedia non data dagli anni di scuola, né dagli studi universitari, e nemmeno dai dieci anni del mio insegnamento liceale. Il mio amore per l’Opera e il suo Autore è stato una conseguenza casuale del mio lavoro editoriale e lo devo a un docente, autore, amico (almeno così mi piace pensarlo), alle prese con un suo commento scolastico del poema, per il quale sognavamo la resa in audio integrale. Sulla voce da scegliere Riccardo Bruscagli non mostrò alcun dubbio, e chiese Ivano Marescotti. ‘Marescotti?’ domando io, mal celando diffidenza. ‘Una delle voci dantesche migliori che abbia mai sentito’, mi tranquillizza il professore”,
L’esperienza suggestiva
Ecco la versione dell’attore: “Al Liceo ho studiato poco la Divina Commedia, con la prof di Italiano che faticava a farci raggiungere il 6 -. Da adulto l’ho snobbata ancora per molto, si ha sempre qualcosa di meglio e urgente da fare… Il bello è che all’età di 35 anni, dopo 10 passati nell’ufficio del piano regolatore del Comune di Ravenna, mi sono licenziato per fare l’attore”.
“Quando infine mi è arrivata la proposta del grande italianista fiorentino Bruscagli di incidere tutta la Divina Commedia per una casa editrice importante come la Zanichelli ho sentito le gambe tremare. Alla fine, diventato amico di Bruscagli, gli ho chiesto: ‘Ma con tutti i grandi e bravi attori italiani cosa ti salta in mente di chiamare me per leggere Dante?’. La risposta non la rivelo per non apparire vanaglorioso. Abbiamo visitato i sotterranei della Zanichelli, tra enormi scaffali colmi di libri archiviati, vecchi di secoli. Un canto al giorno, mediamente, per cento giorni durante un anno di lavoro. In quel sottosuolo infernale, circondato da grandi autori e scrittori del passato, soccorso da Virgilio/Bruscagli e Piani, ho concluso il lungo viaggio, e sono infine riuscito a venirne fuori a rivedere le stelle, puro e disposto a godere della grande poesia di Dante”, ha concluso, delineando un suo personale percorso alla scoperta della Divina Commedia.
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