Lisa Federico morta dopo un trapianto: al via il 15 marzo il processo ai medici del Bambino Gesù

di Ilaria Sacchettoni

Il reato contestato è omicidio colposo. I genitori: «Non vogliamo vendetta ma solo che cose del genere non capitino ancora». Dall’ospedale: «Fare una nuova perizia»

Si aprirà il 15 marzo prossimo il processo nei confronti di Pietro Merli e Maria Rita Pinto, medici del Bambino Gesù accusati dell’omicidio colposo di Lisa Federico, 17 anni, sottoposta a trapianto di midollo osseo. Un caso di negligenza classica a detta dei magistrati della Procura. Un equivoco giudiziario secondo l’ospedale. Era novembre 2020 quando la ragazza morì. Lisa, adottata in un orfanotrofio dell’Ucraina dove babbo e mamma l’avevano scelta insieme al fratello Bogdan, era stata sottoposta a trapianto ma il quadro della situazione si era aggravato dopo che la giovane sottoposta a chemioterapia (e dunque con le difese immunitarie sotto pressione) aveva sviluppato un’infezione batterica.

Quella infezione si sarebbe dovuta/potuta evitare secondo il perito della Procura, Stefania Urso: «Il caso clinico della giovane Elisabetta Federico — recitano le conclusioni — si è connotato per una condotta sanitaria sotto alcuni aspetti approssimativa e non consona a un atto terapeutico così complesso come quello del (trapianto,ndr) di midollo osseo» si legge nella sua consulenza. Soprattutto vi fu una lunga ospedalizzazione (durata 53 giorni) che espose la ragazza all’infezione. I due medici, stando al capo d’imputazione, «cagionavano per inosservanza delle linee guida il decesso di Elisabetta Federico». In particolare a Pinto si contesta la scelta di un donatore non consanguineo malgrado la disponibilità del fratello Bogdan a donare le proprie cellule.

Pinto avrebbe «accettato con imprudenza una previsione di raccolta di cellule staminali che in realtà appariva estremamente ridotta e quindi inadeguata e che quindi cagionava il fallimento del trapianto». E se dal Bambino Gesù il difensore Gaetano Scalise chiede «una nuova perizia che stabilisca la verità», i genitori di Lisa, Maurizio Federico e Margherita Eichberg dicono: «Per noi rileggere tutto d’un fiato i capi d’accusa così ben descritti dal pm è stata una vertigine. L’ultimo ricovero durato venticinque giorni è stato un inferno di dolore crescente sia per Lisa che per noi. Il tutto è costato la vita ad una ragazza orfana che avevamo adottato in Ucraina, e a cui quindi il destino aveva voltato le spalle già una volta. Noi non aspiriamo ad alcuna vendetta giudiziaria. Il nostro più grande desiderio ora è creare le condizioni affinché cose del genere non abbiano mai più a capitare. Ma la strada è ancora lunga, in tutti i sensi. A questo scopo, abbiamo appena fondato una nuova associazione, L.I.S.A.: «Lottiamo insieme per la salute degli adolescenti».

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25 ottobre 2022 (modifica il 25 ottobre 2022 | 18:58)

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