di Redazione Roma
Fu arrestato nella Capitale nel marzo del 1944 e deportato ad Auschwitz. Non volle mai raccontare l’orrore dei suoi mesi di prigionia
Si è spento a 98 anni Donato Di Veroli, l’ultimo degli ebrei romani sopravvissuti alla Shoah. Nato a Roma nel 1924, fu arrestato a vent’anni, nel marzo del 1944 e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz. Nella sua lunga vita, non ha mai voluto raccontare pubblicamente l’orrore dei suoi mesi di prigionia. Quando fu liberato, il 29 aprile del 1945, fece ritorno a Roma. «Sono stato liberato il 29 aprile del 1945 da Dachau, ma sono passato attraverso vari campi. Ho vissuto ad Auschwitz, ma quando sono arrivati gli alleati, non ero già più lì. Ho sofferto per altri tre mesi e mi sono ammalato al polmone a causa del deperimento» raccontò nel 2011 nel corso delle celebrazioni della giornata per la Memoria, senza però aggiungere altro, mantenendo anche in quell’occasione grande riserbo su quel drammatico periodo.
A comunicare la sua dipartita è la comunità ebraica di Roma, la presidente Ruth Dureghello lo ricorda scrivendo: « Dopo la terribile esperienza della Shoah ebbe il coraggio di ricostruirsi una vita e una famiglia dalla forte identità ebraica, che oggi fa attivamente parte della nostra comunità tramandandone le tradizioni. Piangiamo la sua scomparsa con la famiglia, a cui mandiamo il nostro abbraccio. Sia il suo ricordo di benedizione».
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4 luglio 2022 (modifica il 4 luglio 2022 | 14:42)
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