Mosca mette al bando Prigozhin: i media di Stato ricevono lordine di oscurare la Wagner e il suo fondatore

di Marco Imarisio

Da giorni, a Mosca, le parole del fondatore del gruppo di mercenari Wagner sono oscurate dai media ufficiali. E il governatore della regione di Sverdlovsk ora lo sbeffeggia: Torna a cucinare polpette e spaghetti

DAL NOSTRO INVIATO
MOSCA — All’arredamento della propaganda manca ormai un pezzo importante. Fino a poco tempo fa, Evgenij Prighozin era l’uomo forte che diceva le cose giuste. Era la figura da contrapporre ai burocrati ministeriali che con i loro tentennamenti impedivano una rapida avanzata in Ucraina. Le sue critiche rivolte soprattutto al titolare della Difesa Sergey Shoigu e ai capi delle forze armate, risuonavano forti negli studi televisivi ed erano commentate con favore anche sulla carta stampata filogovernativa, in genere meno spericolata di quanto non lo siano i talk-show serali.

Dopo la ritirata dell’Armata russa da Kherson, l’oligarca fondatore della Brigata Wagner era diventato quasi un contropotere all’interno del potere stesso, un amico personale di Vladimir Putin che criticava il modo timido con il quale veniva condotta l’Operazione militare speciale . Poteva permetterselo, dato il massiccio impiego dei suoi uomini al fronte, che costituiva un argine alla controffensiva delle truppe di Kiev.

Adesso, l’ex cuoco del presidente, in realt ex titolare di una societ di catering che riforniva il Cremlino durante i ricevimenti ufficiali, sparito dai media ufficiali. Non appare pi, non viene pi citato. Eppure, parla. Con cadenza quotidiana, continua a mandare messaggi attraverso i suoi social. Solo che non arrivano pi al grande pubblico della Russia profonda, quella che si nutre soltanto di televisione e telegiornali, e cominciava a considerarlo un eroe del patriottismo declinato in un ultranazionalismo sempre pi estremo.

Prighozin ha trascorso gli ultimi dieci giorni ad attaccare il ministero della Difesa, reo di far mancare al suo gruppo mercenario le munizioni necessarie per combattere. I media internazionali hanno dato ampio spazio alle sue lamentele. Lui ha anche risposto a qualche domanda che gli proveniva dall’estero, sempre tramite i suoi social. In Russia, non una parola. Niente. Neppure il lieto fine della storia, con Prighozin che annuncia l’arrivo degli agognati rifornimenti, costretto a ringraziare obtorto collo il nemico Shoigu. Come se non esistesse. Non pu essere un caso. E infatti non lo .

Citando una fonte interna, il sito di informazione indipendente Verstka racconta come molti organi di informazione statali siano stati istruiti a non citare pi le frasi di Prighozin quando trattano argomenti non neutri, quindi sempre. E aggiunge che a sua volta il ministero della Difesa avrebbe pronta una campagna mediatica contro di lui, nel caso ce ne fosse bisogno. L’unica certezza la scomparsa pubblica del signore della guerra russo. RIA Novosti, Tass e Interfax, le tre principali agenzie di stampa, tutte controllate dal Cremlino, hanno smesso di fare il suo nome, limitandosi a riportare i comunicati della Brigata Wagner riguardanti l’attivit sul campo di battaglia, come a operare una cesura tra il fondatore e la sua creatura pi importante. Pensa agli affari tuoi, e torna a cucinare polpette e spaghetti. Qualcosa davvero cambiato, se il governatore della regione di Sverdlovsk pu permettersi di rispondere cos alle critiche di uno dei personaggi pi temuti di Russia che lo accusava di non dare degna sepoltura ai soldati della Wagner.

Un anno di Operazione militare speciale lascia il segno anche in Russia, anche negli equilibri sui quali si regge la verticale del potere putiniana. La crescente popolarit di Prighozin, che quasi sempre parlava alle televisioni dal fronte, o comunque in una situazione di combattimento, ponendosi anche a livello visivo come uomo d’azione contrapposto ai topi d’ufficio, cos ebbe a definirli, che siedono nei ministeri moscoviti, pu diventare un problema. In una intervista online di pochi giorni fa, il deputato di Russia Unita Oleg Matveychev ha descritto gli ultranazionalisti, il partito della guerra, come la pi grande minaccia interna nei confronti di Putin. I liberali sono tutti fuggiti, spiegava. L’opposizione semi-ufficiale dei Comunisti agita la bandiera dei salari e delle pensioni basse, che in tempo di guerra non esercita una gran presa sull’elettorato. I turbo-patrioti sono invece l’unico vero pericolo per il nostro Stato. Le loro critiche all’establishment rischiano di compromettere l’unit della Russia contro il nemico esterno, il succo del ragionamento.

Matveychev faceva anche i nomi dei due principali reprobi. Igor Girkin, l’ex comandante delle Forze speciali nel Donbass ai tempi del primo conflitto ucraino, una scheggia impazzita della blogosfera russa, che ogni giorno accusa le autorit di negligenza criminale senza aver pi molto da perdere. Il secondo nome quello di Prighozin, che non ha mai fatto mistero di avere in animo la fondazione di un proprio movimento super conservatore. Matveychev non certo un moderato, anzi. un celebre blogger che fino a pochi mesi fa proponeva e sosteneva idee folli, come quella di rinchiudere i membri dell’opposizione in piazza e di fucilarli senza processo per far crescere l’economia russa. Dopo l’inizio dell’Operazione, militare speciale, aveva presentato una mozione alla Duma per chiedere agli Usa la restituzione dell’Alaska e gi che c’eravamo anche di Fort Ross in California, perch entrambe scoperte e fondate da russi. Ma lui ha capito che l’aria si sta facendo sempre pi spessa. E che la leva del nazionalismo va lasciata in mano a chi ha il vero potere. Prighozin, invece no. O almeno, non ancora.

25 febbraio 2023 (modifica il 25 febbraio 2023 | 17:17)

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