Motori: Produzione auto: profondo calo del 9,8%

La situazione attuale del settore produttivo di automobili non è delle migliori. Non è solo l’automotive a subire la carenza di semiconduttori di cui l’intera industria deve far fronte, ma il mercato auto è certo fra i settori più colpiti. A confermarlo sono i numeri che nelle ultime settimane stanno trapelando. Fra questi, ANFIA che sottolinea come la produzione di automobili lo scorso dicembre abbia sfiorato un calo del 10%, seguendo un trend negativo che perdura da mesi. Ma entriamo nel dettaglio della questione per fare maggior luce su una situazione piuttosto problematica.

I numeri di un profondo calo della produzione di automobili

ANFIA, acronimo di Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ha pubblicato nelle scorse ore le statistiche relative al mese di dicembre 2021 riguardanti la produzione di autovetture. Come anticipato, il segno negativo è molto rilevante e conferma il trend discendente dei quattro mesi precedenti. Ci si aggira su un -9,8% per la produzione di autovetture secondo i dati pubblicati dall’associazione.

Per il sesto mese consecutivo l’indice relativo alla fabbricazione di autoveicoli registra una contrazione a doppia cifra secondo quanto emerso, pari a -12,3% in questo caso, contrazione che riguarda anche la produzione di parti e accessori per auto (-6,8%), e le sole autovetture (-8,5%), pur palesando un calo più contenuto rispetto al mese precedente. Complessivamente, nel 2021, il settore produttivo dell’automotive ha chiuso in rialzo con un +11,8% rispetto al 2020, numeri che sono tuttavia legati alle conseguenze della pandemia che ha bloccato l’intero settore, in particolar modo nella prima parte del 2020.

Fra dichiarazioni e misure, i provvedimenti necessari per la ripresa

“Le misure di incentivazione attivate nel corso del 2021 hanno contribuito, almeno in parte, alla ripresa del settore, ma i continui ‘stop & go’ dei vari provvedimenti di rifinanziamento sono risultati controproducenti, creando un effetto attesa nella domanda”. Con queste parole Gianmarco Giorda, direttore dell’ANFIA inquadra la situazione che l’intero settore della produzione di auto sta vivendo in questo periodo, una situazione che rende “non più procrastinabile l’attivazione di un piano di accompagnamento della filiera produttiva automotive, che la metta nelle condizioni di affrontare la sfida della decarbonizzazione della mobilità al 2030-2035″.

I numeri negativi suddetti dimostrano l’urgenza di un intervento da parte delle istituzioni per supportare una domanda che si fa sempre più urgente e a cui l’Europa pare provare a rispondere con il cosiddetto Chips Act, approvato proprio nei giorni scorsi. L’obiettivo è raddoppiare la produzione di semiconduttori entro il 2030 e di conseguenza incentivare la produzione per cercare di raggiungere l’autosufficienza tecnologica di qui ai prossimi anni, grazie a un piano europeo di investimenti che si aggirerebbero su cifre attorno ai 43 miliardi di euro.

Si tratterebbe di un primo passo che difficilmente risolverebbe le cose in tempi brevi, considerando la vastità del problema. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d’America, proprio di recente, ha definito il problema della crisi dei chip una questione che pare destinata a durare ancora a lungo, tutt’altro che limitata al solo settore produttivo di automobili, ma che coinvolge un’enormità di aspetti dell’intero settore industriale, in Italia, in Europa e nel mondo intero.

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