Musk perfeziona l’acquisto di Twitter e licenzia subito 4 super-manager

di Massimo Gaggi

Le anticipazioni della stampa statunitense. Fra i silurati c’è il Ceo Parag Agrawal

Twitter è di Elon Musk. Come avevamo anticipato ieri, l’acquisto della rete sociale è stato finalmente completato dal fondatore di Tesla e Space X, giusto in tempo per evitare l’avvio del processo per mancato rispetto degli accordi che il tribunale aveva sospeso, ma solo fino alle ore 17 di oggi, venerdì 28 ottobre. L’annuncio dell’acquisizione, costata all’uomo più ricco del mondo 44 miliardi di dollari, è arrivato alle 6 di pomeriggio della California, le tre di notte in Italia. In realtà da qualche ora Musk aveva già provveduto a ufficializzare a modo suo il passaggio del controllo della società nelle sue mani: il suo primo atto è stato il licenziamento in tronco dei quattro dirigenti più importanti di Twitter: l’amministratore delegato Parag Agrawal, il direttore finanziario Ned Segal, il consigliere generale Sean Edgett e la responsabile degli affari legali e della sicurezza, Vijaya Gadde, già attaccata da Musk per come aveva organizzato il lavoro dei moderatori che filtrano i contenuti immessi nella piattaforma social. Poche ore dopo l’annuncio, Musk ha twittato: «L’uccello è libero».

Questi avvicendamenti erano dati per scontati, ma, stando a quanto è trapelato, Musk li ha voluti rendere spettacolari e umilianti facendo scortare i manager fuori dal quartier generale di Twitter, nel centro di San Francisco. Musk, che oggi potrebbe avere un incontro pubblico con tutti i 7500 dipendenti, nei colloqui avuti ieri con alcuni di loro avrebbe detto che, anche se ci saranno sicuramente tagli di organico, lui non intende licenziare il 75 per cento del personale. Questa notizia era trapelata da un suo colloquio con possibili investitori: l’indiscrezione aveva subito fatto il giro del mondo e l’imprenditore, fin qui, non l’aveva smentita. Sempre ieri Musk ha fatto altre due parziali marce indietro. Pur confermando di voler fare di Twitter un tempio del free speech («è importante per il futuro della civiltà costruire una piazza digitale aperta a tutti») l’imprenditore ha aggiunto che, «ovviamente questo non significa che la piattaforma possa diventare un free for all hellscape (cioè un luogo infernale, caotico e senza regole) dove si può dire qualunque cosa senza subirne le conseguenze».

the bird is freed

— Elon Musk (@elonmusk) October 28, 2022

Poi, preoccupato per l’impatto di sue passate dichiarazioni («non amo la pubblicità, per Twitter voglio un modello di business basato sugli abbonamenti») sul bilancio di una rete sociale che, per ora, proprio dalla pubblicità trae quasi tutti i suoi 5 miliardi di dollari di ricavi, Musk ha mandato un messaggio conciliante agli inserzionisti: «La pubblicità, se fatta bene, di qualità, è un servizio reso agli utenti. Noi vogliamo questi messaggi: aspiriamo ad essere la più rispettata piattaforma di inserzioni pubblicitarie. Questo rafforzerà il vostro brand e vi farà crescere come imprese». Costretto, di fatto, ad acquistare Twitter al prezzo troppo alto che aveva inizialmente offerto (54,20 dollari per azine), Musk ha davanti a sé un compito titanico su due fronti: sul piano economico deve trasformare e valorizzare una società in deficit cronico, che ha già perso i suoi cervelli migliori, che deve inventarsi un nuovo modello di business (attualmente solo il 10% degli utenti usa con una certa continuità la piattaforma) e che, secondo alcuni analisti, oggi non vale più di 10 miliardi di dollari: meno di un quarto di quanto pagato da Elon. Sul piano politico, poi, riaprire Twitter a Trump, come a suo tempo annunciato da Musk, potrebbe risolversi in un autogol: l’ex presidente ha già detto che non accetterà l’invito, mentre molte imprese stanno subendo pressioni affinché non facciano più pubblicità su questa rete se Twitter farà cadere il veto su Trump. C’è, poi, da far quadrare il cerchio del nuovo modello di moderazione: Musk potrebbe scoprire che aprire la piazza a tutti senza filtri o con filtri leggeri, evitando al tempo stesso che nella piattaforma circolino odio e violenza, è più difficile che mandare astronauti sulla Luna.

28 ottobre 2022 (modifica il 28 ottobre 2022 | 06:44)

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, 2022-10-28 06:15:00, Le anticipazioni della stampa statunitense. Fra i silurati c’è il Ceo Parag Agrawal, Massimo Gaggi

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