Mutui, come funziona la norma per passare facilmente dal variabile al fisso: i vantaggi

Nel maxi-emendamento alla Manovra c’ anche una novit sul fronte degli immobili. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’ha annunciata nella tarda serata del 18 ottobre, in commissione Bilancio alla Camera. stata ripristinata la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso, ha detto il ministro, sottolineando l’importanza in questi tempi di una simile misura: Oltre ad avere un impatto per la finanza pubblica – ha spiegato infatti Giorgetti – riguarda tanti mutui a tasso variabile per le famiglie.

La legge 106 del 2011

Ma a quale disposizione da riferimento il ministro? La norma in questione era contenuta nell’articolo 8, comma 6, della legge 106 del 2011 (entrata in vigore l’anno successivo), che permetteva ai titolari di mutuo a tasso variabile, stipulati per comprare casa o per ristrutturare, di chiedere e ottenere la trasformazione del tasso da variabile a fisso molto vantaggioso (e senza spese). Tale diritto cessava il 31 dicembre 2012, dunque era una norma temporanea della durata di un anno.

Come funzionava la vecchia norma

Ancora non dato sapere se la norma verr resuscitata esattamente com’era stata immaginata 10 anni fa o subir alcuni adattamenti. E’ per immaginabile che anche la norma che entrer, se tutto fila liscio, in vigore nel 2023, avr la caratteristica fondamentale del provvedimento del 2011, che prevedeva, come detto, per il meccanismo di calcolo un tasso fisso molto vantaggioso. Inoltre, 10 anni fa, il mutuatario richiedente doveva superare 4 step:
1) Doveva aver acceso il mutuo anteriormente all’entrata in vigore del decreto, successivamente convertito nella legge 106;
2) Il mutuo non doveva essere superiore a 200.000 euro;
3) Il reddito equivalente (Isee) non doveva superare i 35.000 euro (se questo parametro venisse confermato, sarebbe escluso dalla norma tutto il ceto medio).
4) Il mutuatario non doveva avere situazioni di morosit.
Altro elemento interessante della vecchia norma riguardava il nuovo tasso fisso applicato, che non doveva essere superiore a quello che si otteneva in base al minore tra l’Irs in euro a 10 anni e l’Irs in euro di durata pari alla durata residua del mutuo. Soprattutto, lo spread applicato al’Irs doveva essere pari a quello applicato al precedente tasso variabile.

Iscriviti alla newsletter “Whatever it Takes” di Federico Fubini. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Ogni luned nella tua casella di posta.

E non dimenticare le newsletter L’Economia Opinioni”
e “L’Economia Ore 18”

.

, 2022-12-19 15:34:00, Il ministro dell’Economia Giorgetti ha annunciato la novità nel maxi-emendamento alla Manovra: «Ripristiniamo un provvedimento del 2012». La vecchia norma permetteva di passare dal variabile a un fisso vantaggioso per chi aveva Isee non superiore a 35 mila euro, Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version