Prima l’appello all’Unione Europea affinch non lasci sola l’Italia, poi la visita privata ai parenti delle vittime. A segnare la strada giusta da percorrere dopo il naufragio di Crotone stato il presidente Sergio Mattarella. I morti sono finora 68, tra loro tanti bambini, decine i dispersi. Ma di fronte a una simile tragedia la politica non ha ritenuto di doversi fermare, anzi la propaganda stata pi forte e feroce che mai. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si lasciato andare a dichiarazioni scomposte e offensive mentre quello alle Infrastrutture Matteo Salvini si fatto scudo dietro la Guardia costiera senza spiegare che cosa sia davvero accaduto. Adesso bisogna invece fare chiarezza.
Verit, questa la parola giusta. Si deve sapere che cosa successo dopo l’allarme lanciato da Frontex, chi intervenuto, chi non intervenuto. Si deve scoprire se sia stata sottovalutata la portata dell’evento o se invece ci sia stato il timore di uscire in mare — con uomini e soprattutto mezzi adeguati a prestare soccorso in maniera efficace — per non incorrere nell’accusa da parte di alcuni politici di aver portato i migranti a terra, come gi accaduto in passato.
Le immagini dei cadaveri abbandonati sulla spiaggia di Cutro, dei bimbi disperati, delle famiglie distrutte che proprio a Mattarella si sono appellate, impegnano tutti a ricostruire la catena degli errori e delle omissioni. E a cercare soluzioni per evitare altri morti. E non basta dire vi verremo a prendere per fermare l’esodo dal Nordafrica, dall’Afghanistan, dal Bangladesh. Nessuno pu pensare che il dramma dei migranti in fuga da guerre e carestie si possa liquidare con un decreto flussi che concede un po’ di tregua agli stagionali ma lascia senza assistenza tutti gli altri. La prova di umanit dell’Italia nei confronti degli ucraini dopo l’invasione russa un modello che va replicato, sia pur con forme e regole diverse. Servono soluzioni strutturali che passano certamente per l’apertura di corridoi umanitari, ma non solo. Con l’arrivo della bella stagione e le condizioni di mare calmo gli sbarchi aumenteranno come sempre accaduto e non sar la minaccia di sequestrare le navi delle Ong a fermare l’esodo. Anche perch il numero dei profughi che arrivano a bordo di queste imbarcazioni esiguo rispetto al totale, la maggior parte si avventura su gommoni e pescherecci troppo spesso inadatti alla traversata.
Nella lettera trasmessa alla commissione Europea la premier Giorgia Meloni ha scritto: Non si tratta di trovare gli strumenti per annullare la migrazione verso l’Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore. Per raggiungere l’obiettivo serve un investimento politico della Ue, servono risorse economiche. Tutti a Bruxelles devono collaborare con l’Italia e con gli altri Stati di primo ingresso, quelli dove i migranti approdano ma dove spesso non hanno intenzione di rimanere. L’azione deve essere comune, le promesse della Ue — puntuali dopo ogni tragedia — devono trasformarsi in fatti, provvedimenti. Gli egoismi nazionali non possono continuare a prevalere perch chi intraprende viaggi che possono durare giorni o addirittura mesi, chi decide di mettere a rischio la propria vita, cos come quella dei figli, lo fa nella maggior parte dei casi spinto dalla povert e dalla disperazione.
La polemica politica di queste ore scatenata dalle parole del ministro Piantedosi rischia di vanificare quanto stato fatto negli ultimi anni dal nostro Paese sullo scenario internazionale. Per pretendere aiuto dai partner europei bisogna dimostrare di essere all’altezza della situazione. E non comportarsi come se fossimo sempre in campagna elettorale soprattutto in una materia cos delicata come la gestione dei flussi migratori.
2 marzo 2023, 21:05 – modifica il 2 marzo 2023 | 22:47
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