Nella città rimasta senza cure

editoriale Mezzogiorno, 11 novembre 2022 – 08:37 di Matteo Cosenza Nella realtà e nella sua percezione è complicato vivere nella città delle mille contraddizioni, degli infiniti contrasti. Che poi con una grossolana semplificazione si possono ridurre a un multiplo di due: la bellezza e lo squallore, la modernità e l’arretratezza, l’improvvisazione e il rigore della ricerca, la fame e la fiera del cibo, la dispersione scolastica e le eccellenze formative, lo spettacolo del mare e la sua inavvicinabilità, il gran cuore e l’insopportabile prepotenza, l’eleganza e la cafonaggine e… si potrebbe continuare ma non basterebbero tutte le colonne di questo quotidiano. Una vita fa un maestro di giornalismo mi istruì per bene: questa è una città che produce e merita una grande cronaca. Non aggiunse: e non darti pena se non la capisci perché quando pensi di esserci riuscito ecco che c’è qualcosa ancora di non chiaro e che deve essere approfondito e raccontato. Un luogo, letteratura docet, dove si perde l’armonia e regna appunto il contrasto, quasi un segno dominante a cui tutto, la vita e anche la morte, si riconduce e che la rende unica. Nel suo ultimo racconto domenicale Vladimiro Bottone ci ricorda che «se la Città dei vivi frana, quella dei morti smotta in parallelo con essa». Con il paradosso che, tanto per restare in tema, a profanare tombe e bare ci ha pensato la modernità di uno scavo, così pare, per realizzare un’opera, la metropolitana, che si propone di proiettare Napoli nel futuro e che per il momento – quasi il tempo di tante vite – non riesce a far viaggiare regolarmente i treni. Chi può tira su l’ancora e se ne va per non tornare perché partire e ritornare spetta ai turisti ai quali è riservata un’appetibile offerta che garantisce esperienze nuove al confine dell’esotico, che insieme a meraviglie incomparabili fanno un pacchetto «tutto compreso» di successo. Perché poi, e lo sappiamo bene e ne andiamo fieri, abbiamo i musei, la ristorazione, lo spettacolo, gli eventi culturali, il mare, il sole, la musica, le tante eccellenze senza dimenticare in cima a tutto la società e la squadra del calcio Napoli, oggi con il vento in poppa. Sono ricomponibili questi contrasti? Si spera, ma, come ci conferma l’indagine della Swg per conto di Confindustria Assoimmobiliare pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno, i primi a dubitarne sono i cittadini, già abbastanza insoddisfatti dei risultati dell’abbondante primo anno di vita della nuova amministrazione comunale e di fatto più o meno consapevoli del rischio di una nuova delusione. Il sindaco gentile si vede molto in giro ed è bene che sia così ma tra un convegno e un’inaugurazione si spera che allunghi anche lo sguardo dal finestrino e rifletta sulla città, i suoi servizi ed anche i suoi cittadini. Mano pesante o condiscendenza? Un esempio per tutti: l’insicurezza, costellata anche da episodi gravissimi e perfino luttuosi, a causa dell’indisciplina generale e in particolare dei centauri che scorrazzano dove gli piace e pare e, girando girando, il primo cittadino potrebbe avere la fortuna di vedere gli stessi sfrecciare sulle strisce pedonali anche in presenza, piuttosto rara, di un vigile. E si potrebbe continuare… Dunque, bastone o carota? Solo il rispetto delle regole con gli strumenti consentiti dalle leggi. E farle rispettare tocca a chi ne ha il compito. Manfredi rifletta su questo perché l’adagio ci ricorda che chi ben incomincia è alla metà dell’opera, ma, stando a quel che si vede e che viene confermato dall’indagine di Confindustria, i cittadini sottolineano che l’amministrazione comunale «non si prende cura della città», ma è opportuno sottolineare che pure moltissimi di loro non se ne prendono affatto cura. 11 novembre 2022 | 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-11 07:38:00, editoriale Mezzogiorno, 11 novembre 2022 – 08:37 di Matteo Cosenza Nella realtà e nella sua percezione è complicato vivere nella città delle mille contraddizioni, degli infiniti contrasti. Che poi con una grossolana semplificazione si possono ridurre a un multiplo di due: la bellezza e lo squallore, la modernità e l’arretratezza, l’improvvisazione e il rigore della ricerca, la fame e la fiera del cibo, la dispersione scolastica e le eccellenze formative, lo spettacolo del mare e la sua inavvicinabilità, il gran cuore e l’insopportabile prepotenza, l’eleganza e la cafonaggine e… si potrebbe continuare ma non basterebbero tutte le colonne di questo quotidiano. Una vita fa un maestro di giornalismo mi istruì per bene: questa è una città che produce e merita una grande cronaca. Non aggiunse: e non darti pena se non la capisci perché quando pensi di esserci riuscito ecco che c’è qualcosa ancora di non chiaro e che deve essere approfondito e raccontato. Un luogo, letteratura docet, dove si perde l’armonia e regna appunto il contrasto, quasi un segno dominante a cui tutto, la vita e anche la morte, si riconduce e che la rende unica. Nel suo ultimo racconto domenicale Vladimiro Bottone ci ricorda che «se la Città dei vivi frana, quella dei morti smotta in parallelo con essa». Con il paradosso che, tanto per restare in tema, a profanare tombe e bare ci ha pensato la modernità di uno scavo, così pare, per realizzare un’opera, la metropolitana, che si propone di proiettare Napoli nel futuro e che per il momento – quasi il tempo di tante vite – non riesce a far viaggiare regolarmente i treni. Chi può tira su l’ancora e se ne va per non tornare perché partire e ritornare spetta ai turisti ai quali è riservata un’appetibile offerta che garantisce esperienze nuove al confine dell’esotico, che insieme a meraviglie incomparabili fanno un pacchetto «tutto compreso» di successo. Perché poi, e lo sappiamo bene e ne andiamo fieri, abbiamo i musei, la ristorazione, lo spettacolo, gli eventi culturali, il mare, il sole, la musica, le tante eccellenze senza dimenticare in cima a tutto la società e la squadra del calcio Napoli, oggi con il vento in poppa. Sono ricomponibili questi contrasti? Si spera, ma, come ci conferma l’indagine della Swg per conto di Confindustria Assoimmobiliare pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno, i primi a dubitarne sono i cittadini, già abbastanza insoddisfatti dei risultati dell’abbondante primo anno di vita della nuova amministrazione comunale e di fatto più o meno consapevoli del rischio di una nuova delusione. Il sindaco gentile si vede molto in giro ed è bene che sia così ma tra un convegno e un’inaugurazione si spera che allunghi anche lo sguardo dal finestrino e rifletta sulla città, i suoi servizi ed anche i suoi cittadini. Mano pesante o condiscendenza? Un esempio per tutti: l’insicurezza, costellata anche da episodi gravissimi e perfino luttuosi, a causa dell’indisciplina generale e in particolare dei centauri che scorrazzano dove gli piace e pare e, girando girando, il primo cittadino potrebbe avere la fortuna di vedere gli stessi sfrecciare sulle strisce pedonali anche in presenza, piuttosto rara, di un vigile. E si potrebbe continuare… Dunque, bastone o carota? Solo il rispetto delle regole con gli strumenti consentiti dalle leggi. E farle rispettare tocca a chi ne ha il compito. Manfredi rifletta su questo perché l’adagio ci ricorda che chi ben incomincia è alla metà dell’opera, ma, stando a quel che si vede e che viene confermato dall’indagine di Confindustria, i cittadini sottolineano che l’amministrazione comunale «non si prende cura della città», ma è opportuno sottolineare che pure moltissimi di loro non se ne prendono affatto cura. 11 novembre 2022 | 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA ,

Pietro Guerra

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