Gravidanza e post parto, la psicologa: Ogni donna è unica, chiediamole come sta

di Chiara Bidoli

La psicologa: Ogni storia a s. Oggi c’ il rischio che prima e dopo il parto i protocolli di gestione e trattamento siano centrati sul bambino e non abbastanza sui bisogni specifici della singola donna

Nascere oggi in Italia profondamente diverso rispetto anche solo al periodo pre-Covid. Sono peggiorate le condizioni in cui una donna diventa madre, sempre pi sola. in crisi la famiglia, specchio di una societ in difficolt, alla ricerca continua di nuovi equilibri e in cui la figura femminile di casa si trova stretta tra bambini da crescere e anziani da accudire, affaticata dal peso di pressioni sociali e familiari. Se poi si guarda alle strutture ospedaliere che accolgono le future mamme e i loro bambini, l’impressione che le donne non trovino risposte adeguate ai loro bisogni. Si ragiona sul tema anche alla luce di quello che successo al Pertini di Roma, dove un neonato morto soffocato fra le braccia della madre.

L’ospedale ha protocolli rigidi e la donna ha perso la sua unicit spiega Alessandra Bramante, psicologa, psicoterapeuta perinatale e presidente della Societ Marc Italiana per la Salute Mentale Perinatale. Occorre che la societ, i medici, gli ospedali guardino alle donne in modo personalizzato perch non tutte le future mamme e non tutti i parti sono uguali. Per fare un esempio, gli standard ospedalieri prevedono che una donna che partorisce con il cesareo il giorno dopo debba essere in piedi e in grado di occuparsi del neonato, ma non per tutte cos. Se pensiamo a qualsiasi altra operazione, infatti, i tempi di degenza vengono decisi valutando la situazione del singolo paziente. Perch non pu essere cos anche per il parto?.

Chi pensa alle mamme?

C’ una grossa attenzione sull’accudimento, sul fatto che le mamme debbano a tutti i costi essere “sul pezzo”: diventare mamme, tornare magre, essere brave mogli e professioniste prosegue l’esperta.

Le donne non ce la fanno pi, sono frustrate e stanche e, complice il Covid, in questi anni aumentato il livello di stress, paura e solitudine dei genitori. Arriviamo da un periodo in cui tutti siamo esauriti, se poi si tratta di una donna che ha partorito, magari con un cesareo, la stanchezza enorme e il periodo, seppur breve in ospedale, dovrebbe poterle dare la possibilit di ricaricarsi, per essere in grado di occuparsi del suo bambino una volta a casa.

Pensando alla t morte del neonato di Roma, quale mamma ha la certezza di non essersi mai addormentata mentre allattava il proprio bambino? Da un punto di vista psicologico una neomamma, nel letto di casa, pi attiva perch viene meno la sorveglianza del personale medico, in ospedale invece deve poter contare su del supporto e certi protocolli rigidi (per quanto validi) – come il rooming-in a tutti i costi – sono un limite e uno stress enorme per alcune donne. Se poi si pensa al momento del parto, bene che le mamme sappiano che gli eventi traumatici possono capitare, ma torniamo al solito punto: le donne non possono sentirsi soltanto come il mezzo per far nascere il bambino. Si persa l’attenzione sul valore di ogni donna. In gravidanza la mamma al centro del mondo, tutte le attenzioni sono rivolte a lei che sta accogliendo il bambino, poi il centro del mondo diventa unicamente il bambino. La mamma viene messa da parte, ma va ricordato che se una mamma non sta bene, ne risente anche il neonato, spiega l’esperta.

Rimettere al centro le donne

E qui il punto: ogni donna unica. Quando arriva a partorire non sappiamo la sua storia, magari non ha dormito tutta la gravidanza, chiediamole come sta, se ha voglia di avere il suo bambino addosso, se desidera allattarlo. corretto che ci siano dei parametri standard ma ci dev’essere anche una flessibilit che consenta di rispettare la libert della donna di decidere per s e per il suo bambino sottolinea Bramante. Per dare le giuste attenzioni a ogni neomamma c’ per bisogno di personale, non possono bastare poche ostetriche in una grande struttura. C’ bisogno di dare a ogni donna attenzioni dedicate e soprattutto va cambiata la narrazione sulla maternit, partendo dal racconto della nascita che non va pi descritta in modo semplicistico come una cosa “naturale”, e per questo un evento facile per tutti, e neanche come un momento meraviglioso e indimenticabile. Ci sono altri pensieri ben radicati che non aiutano ad avere una visione realistica della maternit: l’allattamento come esperienza facile, il sonno o le fatiche che si superano facilmente pensando al beb o e che basti guardare il proprio bambino per amarlo.

Aspettative

Una donna appena diventata mamma sommersa dalle aspettative che si creata nel tempo per colpa di un’ideale di madre stereotipato, spesso aggravato dalle aspettative del compagno e della famiglia rinforza la specialista. evidente che se la donna non si ritrova in questa immagine, non pu che sentirsi in difetto quando si sente per qualche ragione diversa dagli standard e inadeguata. Basterebbe smontare l’ideologizzazione che sta dietro il concetto diventare ed essere mamma e capire che ci sono tanti modi per esserlo e tutti validi. C’ chi nato per fare la mamma a tempo pieno, chi deve trovare spazio per il figlio in una vita piena, importante ripartire dall’individualit. Per questo, nel percorso nascita, servono nuovi protocolli e regole, ma prima di tutto occorre trovare spazi e modi per ascoltare ogni donna. Forse oggi c’ troppa attenzione solo sul bambino e la futura mamma viene vista come un “contenitore” e poi, come “colei che sfama” il piccolo. In realt sarebbe fondamentale partire da lei, capire come sta fisicamente ed emotivamente.

Maternit non fa (sempre) rima con felicit

In Italia si fa fatica a comprendere come una donna possa non sentirsi felice di avere un bambino, ma in realt il problema parte da lontano. Passano la vita ad avere etichette: devono fare figli a una certa et, se esternano le proprie frustrazioni o sono emotive colpa degli ormoni, nascono con l’idea di dover soddisfare certi parametri che la societ impone, con un accanimento sulla maternit che fortissimo dice la Presidente di Marc.

E le donne si stanno stancando, lo vediamo sui social, dove stanno esplodendo racconti di situazioni di sofferenza che poi per – al di l dello sfogo – non trovano un ascolto qualificato, un aiuto concreto. Oggi c’ pi consapevolezza dei malesseri che ruotano intorno alla maternit. Si parla di pi, non solo di depressione, ma di fatiche, paure, ansia, di problemi di relazione mamma-bambino. Un caso sono i gemelli, in aumento per le tecniche di procreazione medicalmente assistita, che costano alla mamma il doppio di fatica che talvolta porta le neomamme ad accettare con fatica i bambini, anche se fortemente voluti. Gioca un ruolo fondamentale chi sta accanto alla donna. Se un partner immaturo, non preparato a ci che sta accadendo, non solo non sar di aiuto ma alimenter inconsapevolmente lo stress sulla compagna. Bisognerebbe investire su una nuova genitorialit che tenga conto di entrambi i genitori, dai corsi preparto ai permessi al lavoro, tutto dovrebbe poter essere condiviso e non lasciare che le responsabilit e il peso della gestione quotidiana ricada solo sulla mamma. Gi da un punto di vista biologico, la responsabilit vissuta come un peso maggiore dalle madri. Per fare un esempio concreto: se una mamma va al lavoro e lascia il suo bimbo neonato a casa, il suo pensiero tutto il giorno per il suo bambino, mentre per il pap diverso, il pensiero lo avr sul lavoro. Togliamo un po’ del carico materiale alle mamme, diamo pi tempo ai pap per stare in casa, sgraviamo le donne da un po’ di fatiche.

Violenza ostetrica

Dalla mia esperienza credo che la cosiddetta violenza ostetrica sia peggiorata ma per colpa del poco personale, dai turni, alle situazioni presenti negli ospedali. Va rivisto politicamente e strutturalmente anche questo aspetto, chi accompagna le donne alla nascita dev’essere valorizzato e poter svolgere il proprio lavoro dando tempo di qualit alle mamme e ai loro bambini. La nascita di un bambino anche la nascita di una mamma, ricorda la psicologa.

I segnali del disagio in gravidanza e dopo il parto

Chi ha avuto forme di depressione, chi ha avuto disturbi alimentari in giovane et, pu ritrovare una riacutizzazione di disturbi pregressi gi nella gravidanza dove alcuni sintomi possono essere confusi con quelli tipici dell’attesa. Bisogna che le donne imparino ad ascoltarsi: se, per esempio, l’ansia per il parto un pensiero ricorrente fisiologico, se la paura toglie il sonno o la fame pu essere un sintomo di un malessere pi profondo, meglio in questo caso ricorrere a uno specialista. L’ansia diventa patologica se non toglie la voglia di vivere e fa pensare “non esco”, “ho paura di tutto”, “ho paura per il mio bambino”. E qui ha un ruolo fondamentale anche il pediatra, che deve poter intercettare eventuali disagi della mamma. Un altro limite nel supporto alle neo-mamme , infatti, la carenza di controlli medici a lei dedicati. Dopo la dimissione dall’ospedale e la visita dei “quaranta giorni”, una neomamma ancora una volta sola.

Il bambino immaginato e il bambino reale

C’ ancora un’aurea sulla maternit che vista come la cosa pi bella del mondo, con l’idea diffusa che l’amore per i figli scatti subito alla nascita. Ma non per tutte cos, se l’aspettativa questa, doloroso e frustrante non sentirsi all’altezza dell’essere diventate madri. Se dopo ore di travaglio un mamma preferisce non tenere il bambino con s, non significa che non lo ami, magari ha solo bisogno di riposare conclude Bramante.

Occorre ricordare che in gravidanza si alzano i globuli bianchi, che il bambino che incontriamo comunque un estraneo, perch dovrebbe piacerci subito? Perch non possiamo spiegarlo alle future mamme dicendo che hanno bisogno di tempo, come quando si sono innamorate del loro partner o hanno stretto un’amicizia importante. Basta propinare quest’idea dell’amore che deve partire subito, essere per sempre, essere incondizionato e folle. Questa non la verit, e se noi continuiamo a farla passare come tale, mettiamo nella condizione tante donne di sentirsi sbagliate. importante poi distinguere due piani diversi: uno riguarda ci che si prova (sono arrabbiata con mio figlio perch non dorme), uno ci che si sente nel profondo (lo odio). Se una mamma si sente arrabbiata con il suo bimbo perch l’ha tenuta sveglia tutta la notte non solo comprensibile, ma significa che la donna ha validato la sua rabbia, che quel sentimento superato ed normale provarlo. Finiamola di raccontare che i figli sono la cosa pi bella del mondo. Facciamo tutto per loro, li amiamo i maniera incondizionata e questo non c’entra con l’essere consapevoli del fatto che la vita con loro pi difficile. Bisogna imparare ad ascoltarsi di pi ricordando che un figlio non della mamma, ma un progetto di famiglia. Nel nostro Paese, invece, un figlio considerato solo delle madri, sgraviamole da questa responsabilit e avremo madri e figli pi sereni.

24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 15:56)

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