NFT: quei 111 ritratti di Assange, ad un mese dal ricorso contro l’estradizione

di Francesca Pini

Lo scorso 1 luglio i legali del fondatore di WikiLeaks hanno fatto opposizione alla decisione del governo inglese. Nel frattempo il recluso Assange torna «libero» sul web grazie ad un centinaio di opere digitali NFT prodotte dall’artista Miltos Manetas

Quanto vale la testa di Assange? Molto, per gli Stati Uniti, la cui estradizione negli Usa è stata decisa il 17 giugno dal governo britannico e dove là lo aspettano 175 anni di reclusione per aver pubblicato documenti sulla guerra in Iraq e in Afghanistan. Jiulian Assange ha avuto solo 14 giorni di tempo per opporsi al provvedimento: la sua richiesta è stata depositata il 1 luglio e da allora nulla ancora trapela. Quanto vale invece in questo momento la faccia di Assange? 1000 dollari, se comprate uno dei 111 Nft, ritratti del suo volto, opera di Miltos Manetas, sul marketplace di Materia .

Un’opera per ogni giorno di reclusione

Liberate Julian Assange! l’attenzione su questo caso mobilita l’opinione internazionale da un decennio, con momenti di punta alternati ad altri di caduta. Un momento hot è stato quando, nel febbraio 2022, con l’opera realizzata dal criptoartista PAK (figura rigorosamente anonima) con l’asta Censored, questo NFT ha totalizzato sulla blockchain oltre 54 milioni di dollari. Soldi che evidentemente servono a pagare gli avvocati, come ha affermato il fratello di Assange, ma che non vanno direttamente a lui, bensì alla Wau Holland Foundation di Amburgo.

Molti artisti, attivisti e liberi cittadini si sono fatti paladini della sua scarcerazione (è stato arrestato nell’aprile del 2019). Tra questi, il greco Miltos Manetas è forse uno dei più attivi e costanti nella perorazione dei diritti di Assange (che nel 2010 fondò la NGO WikiLeaks). Da due anni Manetas non demorde e continua a tenere alta la visibilità su di lui, prima con la pubblicazione sui social media (seguite Condizione Assange su Instagram) di opere sulla sua figura (una per ogni giorno della sua reclusione), poi con mostre, con proiezioni di questi lavori in spazi urbani (come fu a Roma). E ora con la realizzazione di questo progetto da poco lanciatoThis cannot be erased (“questo non può essere cancellato”), 111 ritratti NFT unici di Assange sulla nuova piattaforma anglo-spagnola Materia che si rivolge ad artisti, collezionisti e gallerie con la curatela del blasonato Jérome Sans (co-fondatore del Palais de Tokyo a Parigi) e con le musiche del compositore inglese underground Howie B, già autore della colonna sonora del film Il lupo di Wall Street, diretto da Scorsese. Il volto di Assange, reso opera d’arte nonché NFT digitale, non può essere eliminato in quanto codificato sulla blockchain, benché talune opere di Manetas partano proprio dalla cancellazione dei tratti di questo giornalista (che però il New York Times considera solo una fonte e non un giornalista, mentre l’Ordine nazionale dei giornalisti italiani gli ha invece conferito la tessera onoraria).

L’Internet Pavilion

«In questi giorni sto leggendo il libro The Trial of Julian Assange, A Story of Persecution scritto da Nils Melzer, rapporteur speciale per l’ONU sulle torture (quindi non è certo un anarchico o qualcuno alternativo) che, dopo essere stato mal influenzato sul caso, ne è poi diventato un difensore asserendo che Assange sia stato perseguitato e abusato», dice Manetas , che per la Biennale di Venezia del 2009 ha realizzato il Padiglione Internet. «Assange è figura cardine di questa nuova nazione, territorio di libertà anche ideologica. E ridurre al silenzio Assange è voler mettere a tacere la voce di Internet applicando una censura. Di cui Assange ne è evidentemente l’emblema», dice Manetas. «È anche un modo di criminalizzare la democrazia che internet rappresenta». Però Internet sappiamo bene che non è solo verità, ma anche territorio del fake. «Ma non in questo caso, Assange non è un fake, è una figura rilevante e problematica; il giornalismo è controllato così come lo è anche l’arte, poi siamo spesso noi stessi ad auto-silenziarci ponendoci dei limiti, o non facendo nulla. L’NFT riguarda già la storia dell’arte contemporanea e i proventi di questi miei 111 NFT andranno a potenziare le iniziative promosse dal Padiglione Internet – non più ufficiale com’è stato qualche Biennale fa -quest’anno allestito alla Fondazione Gervasuti di Venezia. La Biennale dura 222 giorni, quindi questi 111 sono la metà dei giorni, corrispondenti al numero di NFT che mettiamo in vendita, gli altri li ho donati. Per creare un DAO, un organismo autonomo e decentralizzato dell’Internet Pavilion, finanziato con questi NFT di Assange», conclude l’artista.

Rovine contemporanee

Non passa giorno che il mercato dell’arte non produca nuovi NFT, che interessano molti campi ormai. Lo studio di architettura inglese PLP, dopo aver progettato e costruito veri grattacieli (tra cui il secondo più alto di Londra), ha realizzato una collezione di 5000 NFT di grattacieli virtuali, in collaborazione con VerseProp; il metaverso è un nuovo territorio di conquista anche per il Real estate e si sta riempiendo di architetture non reali come quelle pensate dallo studio Zaha Hadid, che ha creato anche una città cyber urbana. Le blockchain si stanno moltiplicando. Nel caso di questi 111 NFT di Assange, opera di Miltos Manetas, si trovano sulla neonata piattaforma anglo-spagnola, Materia, che nasce su nuove basi, curatoriali. «Materia come materia di riflessione, per fare la differenza, perché si è aperto un nuovo mondo, che ha un’altra dimensione e che però non deve essere quella del collage fotografico.

Viviamo immersi in un mondo ingolfato di immagini, scattiamo e conserviamo sui nostri smartphones migliaia di immagini che neanche rivedremo e che sono come delle rovine contemporanee», dice il curatore Jérome Sans . «Noi non vogliamo fare dell’accumulazione, proprio per non entrare nella società dello spettacolo, ma vogliamo proporre progetti impegnati, quindi NFT con un contenuto, proponendo opere che abbiano una rilevanza , dando un taglio curatoriale ed editoriale a questa piattaforma (creata da un collettivo di persone di diversa estrazione professionale) . Nel caso di Assange vediamo bene che la libertà d’espressione non funziona, lui invece è una bandiera del nostro mondo democratico, e con questo progetto di Miltos Manetas lui non può essere cancellato: il web è uno spazio senza limiti e lui lì non può essere arrestato», conclude Sans.

1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 23:18)

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, 2022-08-01 21:18:00, Lo scorso 1 luglio i legali del fondatore di WikiLeaks hanno fatto opposizione alla decisione del governo inglese. Nel frattempo il recluso Assange torna «libero» sul web grazie ad un centinaio di opere digitali NFT prodotte dall’artista Miltos Manetas , Francesca Pini

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