di Adriana Logroscino
Si preparano interventi necessari sule norme della riforma entrata in vigore a fine dicembre per consentire le indispensabili misure cautelari di urgenza
Sulla riforma Cartabia si prepara un intervento normativo urgente. Cio un decreto con cui si porr rimedio al rischio che per alcuni reati in contesti mafiosi, si possa procedere soltanto con querela di parte e non pi d’ufficio. Le modifiche, annunciate dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, si impongono dopo che l’entrata in vigore della riforma della giustizia penale il 30 dicembre, ha fatto emergere un rischio: che tra i 7 nuovi reati ora perseguibili solo dietro presentazione di querela della vittima, finiscano anche le lesioni, i sequestri e i danneggiamenti commessi in ambito mafioso.
Il ministero della Giustizia — scritto nella nota veicolata da via Arenula — gi al lavoro per elaborare gli interventi urgenti, anche di carattere normativo, che la recentissima segnalazione di talune criticit sembra rendere senz’altro opportuni. In particolare, sono in corso le valutazioni necessarie a riconsiderare alcune scelte di rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza.
Bench tra i reati per cui, con l’entrata in vigore della riforma, si procede solo dopo querela non ci siano quelli tipicamente ascrivibili alla criminalit organizzata (come l’usura e l’estorsione) a far scattare il campanello d’allarme il rischio che anche le lesioni in ambito mafioso, finiscano per non essere perseguibili d’ufficio. Cos come chi venga colto a commettere un reato in flagranza. Ha fatto scalpore la notizia del ladro d’auto fermato in Veneto che per stato lasciato libero perch la querela non era sottoscritta dal proprietario del veicolo. La riforma, per, replicano dal ministero, non implica una depenalizzazione: il fascicolo viene comunque aperto dalla procura e la persona offesa ha tre mesi per presentare querela. La nuova norma interviene sulla carcerazione preventiva e quindi sul problema dell’affollamento delle carceri.
Sull’aggravante mafiosa, invece, una correzione si impone. Nei giorni scorsi, nell’ambito di un procedimento in corso a Palermo, la procura ha chiesto e ottenuto l’inefficacia della misura cautelare disposta per lesioni aggravate a tre mafiosi: nessuno ha lasciato il carcere, perch si tratta di detenuti per altri reati, ma la richiesta dei pm era possibile proprio per effetto della riforma penale.
Dal ministero sottolineano che l’eventualit di una revisione non deve sorprendere, che era contemplata fin dal testo della riforma, per la sua particolare complessit. Inoltre i casi, di cui si avr contezza precisa a fine mese, non sarebbero cos tanti. E comunque l’intervento sar chirurgico.
Non pu essere dimenticato — scritto infatti nella nota del ministero — che le riforme processuali sono state oggetto di esame da parte della Commissione europea, e ritenute, allo stato, idonee a garantire all’Italia le risorse indispensabili per la ripartenza, con la conseguenza che ogni loro modifica non potr non tenere conto di tale determinante percorso. Altri interventi sono allo studio per rendere pi scorrevole l’applicazione delle norme processuali, ad esempio in materia di presentazione dell’appello, sgombrandole da qualsiasi dubbio interpretativo.
14 gennaio 2023 (modifica il 14 gennaio 2023 | 20:33)
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