La norma anti Decaro? Un segnale molto brutto per gli elettori pugliesi

L’intervista Mezzogiorno, 26 febbraio 2023 – 12:12 Dopo l’impugnazione della legge da parte del governo il sindaco esce allo scoperto e attacca il Consiglio regionale di Francesco Strippoli Resta una brutta pagina per la politica pugliese. Il sindaco Antonio Decaro apprende con soddisfazione, ma senza esultanza, la notizia che il governo ha deciso di impugnare l’articolo della legge di Bilancio, che allunga la legislatura regionale di diversi mesi, in caso di dimissioni del presidente. Quella disposizione fu ribattezzata con due appellativi: salva legislatura e anti Decaro. Perch allungando la permanenza in carica dei consiglieri teneva Decaro lontano dalla possibilit di candidarsi alle Regionali, come sembrava dovesse succedere. Ora l’ipotesi del terzo mandato ha rimescolato le carte sul versante politico, se ne riparler.Sindaco Decaro, la vicenda potrebbe finire in Corte costituzionale.Non mi appassionano le questioni giuridiche. Sono invece preoccupato dalle questioni pi profonde, sul piano politico e istituzionale, che questa vicenda solleva.Quali sono?Il nostro sistema – con tutte le sue imperfezioni – si fonda sul rapporto di fiducia tra eletti ed elettori. Questo rapporto si rinnova e si alimenta con le elezioni secondo regole che non sono il frutto dell’interesse del momento o del potente di turno. Questa la democrazia, questo il presupposto della democrazia.La norma stata discussa nella caotica sessione di Bilancio, ma stata votata in Consiglio.E io dico che allungare il mandato in corso, in caso di dimissioni del presidente, facendolo con voto segreto, senza distinzione tra maggioranza ed opposizione, equivale a dire che chi detta le regole del gioco non sono pi i cittadini ma i politici.Le leggi le fanno gli eletti. Non discuto, ma si osservi la scena. Quello che avvenuto a fine dicembre, mentre il Consiglio era impegnato a discutere e approvare la legge di Stabilit, un segnale molto brutto nei confronti degli elettori. Cosa si sarebbe dovuto fare, secondo lei?Una cosa semplice: avviare una discussione su una riforma complessiva della legge elettorale, tenuto conto che ad ogni tornata, compresa l’ultima, esplode il contenzioso sulla interpretazioni del sistema di attribuzione dei seggi. Mi chiedo perch limitarsi – con un espediente e per di pi con il voto segreto – a inserire norme parziali con l’unico scopo di allungare la propria sopravvivenza istituzionale. Cosa si aspetta ora?Penso che il Consiglio regionale sia nelle condizioni di tornare sui suoi passi. segno di intelligenza riflettere sulle proprie incertezze. Conosco tanti consiglieri che hanno sensibilit e coraggio per ammettere i propri errori.Toccasse a lei, lo farebbe?Personalmente nella mia esperienza politica e amministrativa sento di essere cresciuto di pi quando sono tornato a riflettere e ho rimesso in discussione certe cose fatte: ho recuperato errori o inciampi che talvolta ho commesso perch le scelte non erano state ponderate a sufficienza. umano.Se il Consiglio non riesamina il caso, interverr la Corte costituzionale: non le piacerebbe questo esito?Affidare la soluzione di questa vicenda ai giudici sbagliato. I giudici controllano ed intervengono quando le parti non sono in grado di farlo da sole. E questa vicenda riguarda la politica ed il suo rapporto fondamentale con la base elettorale. materia che non lascerei alla magistratura, per quanto si tratti dell’alto intervento della Corte costituzionale. Ma vorrei esprimere un altro concetto.Di cosa si tratta?Questa vicenda cade in un momento delicatissimo che riguarda gli assetti istituzionali della Repubblica. Stiamo chiedendo all’opinione pubblica di partecipare al dibattito sull’autonomia delle Regioni. Possibile che non ci rendiamo conto che proprio le Regioni, specie quelle che potrebbero essere danneggiate dalle proposte di autonomia, hanno un dovere in pi? Hanno il dovere di fare le leggi migliori, non quelle che servono a risolvere piccoli problemi contingenti. Leggi, aggiungo, che non vengano continuamente sottoposte al giudizio della Corte costituzionale e da questa spesso cancellate.Fece discutere il duro giudizio da lei espresso a dicembre. Parl di norma anti decenza e alluse agli alti stipendi dei consiglieri. Pentito di quell’uscita?Non mi sono pentito, era quello che pensavo. Ritengo che quella norma sia sbagliata e abbia rappresentato una brutta pagina della politica pugliese. La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 26 febbraio 2023 | 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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