l’imtervista
Mezzogiorno, 4 marzo 2022 – 07:52
Il voto della senatrice napoletana è stato uno dei 13 espressi nell’aula di Montecitorio, contrari alla risoluzione bipartisan sul conflitto russo-ucraino
di Gimmo Cuomo
Le sanzioni economiche contro la Russia non colpiranno tanto Putin e gli oligarchi, ma la popolazione civile, già in difficoltà. E l’invio di armi non favorirà il raggiungimento del primo obiettivo: il cessate il fuoco. Questo in sintesi il pensiero di Paola Nugnes, napoletana, eletta al Senato con il M5S, dal quale è stata espulsa nel 2019 per disaccordo sulla linea politica, e ora nel gruppo misto. Il suo è stato uno dei 13 voti, espressi nell’aula di Montecitorio, contrari alla risoluzione bipartisan sul conflitto russo-ucraino.Perché ha preferito presentare una mozione alternativa?
«Insieme a Elena Fattori e Mattia Crucioli avevamo chiesto di votare la risoluzione per punti separati, come è avvenuto alla Camera. Ma non ci è stato concesso. Il testo è il frutto di un lavoro di mediazione. Il M5S, Leu e, in parte, la Lega avevano mitigato i toni più bellicosi. Era quindi condivisibile in molte parti. Anche il punto 3 , nel quale si statuiva di assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino per fornire assistenza umanitaria, finanziaria ed economica. Fin qui d’accordo. Ma poi si stabilivano sostegni di altra natura e la cessione di apparati e sistemi militari. È una novità assoluta che, in maniera dichiarata e autorizzata, Paesi della Nato forniscano mezzi militari al di fuori dell’articolo 5 del trattato (che prevede l’intervento dei membri dell’alleanza in caso di attacco a uno di questi, ndr). In questa fase avremmo dovuto mantenere i toni più bassi e insistere sulle trattative. Naturalmente, l’invasione ingiustificata e crudele della Russia non si può in alcun modo comprendere. Ma rispondere con toni accesi non favorisce il dialogo».Benzina sul fuoco?
«Sì, riteniamo che soltanto riponendo la speranza in un tavolo di trattative si possa dare una soluzione alle richieste che vengono dalla Russia, bilanciandole, naturalmente, con le esigenze del popolo ucraino e dell’Occidente. Siamo di fronte a un soggetto, Putin, che, secondo anche alcuni psichiatri che ne hanno studiato il comportamento, non ha reazioni prevedibili».
Quali pretese russe considera ragionevoli?
«Non parliamo di ragionevolezza. Io pongo in primo piano la pace. Il valore più grande é che cessi immediatamente il fuoco sulle persone indifese. Qual è il prezzo per questo bene? Che l’Ucraina diventi neutrale e che non entri nella Nato, magari nella Ue sì. La Nato nasce per la difesa dei Paesi occidentali al tempo della guerra fredda. Portarla ai confini della Russia potrebbe indurre Putin a sentirsi minacciato. Si potrebbe trattare sul riconoscimento dell’indipendenza della Repubbliche del Donbass e sull’autonomia della Crimea». Davvero le ritiene questioni oggetto di trattativa?
«Vengono poste sul tavolo della discussione, ma la prima condizione è il cessate il fuoco: inviando armi non si può immaginare che si fermino i bombardamenti sulle scuole e sui civili». A parte le armi, condivide le sanzioni economiche?
«Ricadono essenzialmente sulla popolazione. In Russia c’è una grandissima disparità tra la popolazione e gli oligarchi. Quelle applicate ricadranno sulla capacità di acquisto di chi ha già grandi difficoltà ad andare avanti. Una cosa sono i governi, altro le popolazioni».
Anche nelle democrazie?
«Anche nelle democrazie accade che chi è eletto vada oltre il mandato. Più comprensibile, per il valore simbolico, la non ammissioni ai giochi paraolimpici degli atleti russi. Meno grave, delle sanzioni economiche che ricadono sulla povera gente».Cosa rischiano Napoli e il Sud Italia da questa guerra, specialmente ora che si spera nei fondi del Pnrr per ridurre il gap con il Nord?
«Nell’immediato credo nulla, specialmente se la Nato non interverrà. Se non ci sarà un coinvolgimento diretto. Se la guerra dovesse durare, invece, sarebbe diverso. Al momento le forniture di gas sono immutate, non abbiamo alcun tipo di problema. Per quanto riguarda il Pnrr, la cabina di regia è un organismo tecnico, molto orientato al Nord. È vero, è stato deciso di destinare al Sud il 40 per cento dei fondi. Poi, però, tutto è demandato ai bandi, soggetti a tempi molto stretti. Ma i Comuni non sono stati rinforzati, con assunzioni e ristrutturazioni, per metterli in grado di accedere a questi fondi. In più, molti Comuni sono commissariati. Queste criticità penalizzeranno specialmente il Sud. Avete sentito il sindaco di Milano Beppe Sala che si è detto pronto a prendere quello che non riusciremo a utilizzare?». Che impressione le fa vedere Luigi Di Maio, nelle funzioni di ministro degli Esteri, difensore delle idee europeiste e atlantiste?
«Il ministro Luigi Di Maio non mi sembra la stessa persona che nel 2017 avviò con noi la campagna elettorale. Certo, già faceva parte di una cosiddetta corrente. Le correnti sono naturali in un partito politico: identificano la preminenza di un gruppo all’interno di un gruppo più ampio. Non eravamo sulle stesse posizioni già allora, ma ora, il ministro degli Esteri Di Maio mi sembra un extraterrestre. Non mi scandalizza che una persona a quel posto dica certe cose, ma che una persona, con la quale ho lavorato fianco a fianco, possa dire quelle cose e stare in quel posto che ha ottenuto grazie ai militanti del Movimento e agli elettori».Comunque, fosse per lei, l’Italia dovrebbe uscire dalla Nato?
«Non lo dico io. La Nato ha finito il suo corso nel 1992. Con la caduta del muro di Berlino erano venute meno le condizioni per la sua esistenza. Quello doveva essere l’orizzonte». Ma non crede che se non ci fosse stata la Nato forse in questo conflitto sarebbero stati già coinvolti altri Stati?
«Non lo possiamo dire. E se il naso di Cleopatra fosse stato più piccolo, la storia avrebbe avuto un corso diverso? Chi lo sa».L’Università l’Orientale di Napoli rappresenta un ponte culturale verso l’Est. Che iniziative vorrebbe che venissero messe in campo?
«Sono una internazionalista, europeista, democratica e comunista (non nel senso russo). Credo nella collaborazione tra popoli ed etnie. Credo che l’altro offra sempre un’opportunità di crescita. Le ostilità, ma questo avviene in tutti i tipi di rapporti, creano muri di incomprensione. L’Orientale dovrebbe promuovere incontri e scambi. A un tavolo di trattative c’è la possibilità di abbassare le barriere e di entrare nel mondo dell’altro per comprenderne anche le paure».
La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.
4 marzo 2022 | 07:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-03-04 15:14:00, Il voto della senatrice napoletana è stato uno dei 13 espressi nell’aula di Montecitorio, contrari alla risoluzione bipartisan sul conflitto russo-ucraino, Photo Credit: ,
Powered by the Echo RSS Plugin by CodeRevolution.