ServizioL’abilitazione dei prof
Ok in Cdm alla riforma abilitante del Pnrr: tra le novità più peso al tirocinio, Cfu anche durante la triennale e premi a chi si aggiorna. Scorciatoia per i precari
di Eugenio Bruno e Claudio Tucci
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Una volta c’erano le Ssis. Poi sono arrivati i Pas, i Tfa e Scienze della formazione primaria. Quindi è toccato ai Fit che sono però rimasti solo sulla carta. Adesso è la volta del binomio laurea più 60 crediti nelle materie psico-pedagogiche, linguistiche e digitali. Dunque, per la sesta volta in una ventina d’anni, l’abilitazione all’insegnamento cambia o si aggiorna. A prevederlo è l’addendum al decreto Pnrr 2 che ha fatto ieri un secondo giro di tavolo a Palazzo Chigi e che ricalca lo schema anticipato sul Sole 24 Ore dell’11 aprile. Con un paio di novità rilevanti rispetto alle bozze precedenti. La prima è che i 60 Cfu potranno essere conseguiti anche durante la triennale, iscrivendosi a uno dei centri formativi di atenei e Afam; la seconda è che la formazione continua verrà aggiornata con incentivi selettivi anziché con scatti di stipendio anticipati. Confermato invece lo sconto per i precari con 3 anni di servizio, che potranno accedere ai concorsi pur non essendo abilitati. Tutte misure concordate con la Commissione Ue (si prevede di portare in cattedre, entro il 2024, i “primi” 70mila insegnanti).
Tre vie per la cattedra
Fermi restando la laurea in Scienze della formazione primaria per infanzia ed elementari e la specializzazione sul sostegno cambia la trafila riservata agli aspiranti prof di medie e superiori. In base alle norme inserite nel Dl Pnrr 2 chi vorrà insegnare dovrà deciderlo all’università, acquisire 60 crediti in parallelo rispetto alla laurea (triennale, magistrale o a ciclo unico che sia) e superare un esame scritto più una lezione simulata. L’abilitazione durerà per sempre ma non darà diritto alla cattedra. Per ottenerla bisognerà superare il concorso e svolgere l’anno di prova prima di entrare di ruolo.
In realtà, è lo stesso provvedimento a prevedere due eccezioni. La prima, transitoria (fino a fine 2024) , riservata ai laureati che all’università si sono fermati a 30 Cfu aggiuntivi) ma che comunque potranno tentare la carta concorsuale: in caso di superamento avranno un contratto a tempo determinato di un anno, durante i quali conseguire gli altri 30 crediti, e solo dopo passeranno all’anno di prova. La seconda eccezione, stavolta strutturale, consiste in una scorciatoia per i precari con 3 anni di servizio che potranno sempre accedere alle selezioni e, in caso di vittoria, seguire la stessa trafila di questi ultimi per salire in cattedra. Prevista inoltre la possibilità per chi è già abilitato di prenderne un’altra attraverso l’acquisizione di 30 Cfu di formazione iniziale, di cui 20 nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento. Gli altri 10 Cfu sono di tirocinio diretto.
Per la messa a punto dell’intero sistema servirà un Dpcm, adottato di concerto con i ministri dell’Istruzione e dell’Università entro il 31 luglio, che disciplini sia le modalità di accreditamento dei centri dedicati ai «percorsi universitari e accademici di formazione iniziale», sia il dettaglio dei 60 Cfu (di cui 20 di tirocinio a scuola e fuori) da portare a casa, sia le modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione. Il sistema sarà di fatto a numero “controllato”: di triennio in triennio l’Istruzione individuerà il fabbisogno di docenti per classe di concorso e regione e sulla base di questa stima l’Università distribuirà i posti dei percorsi abilitanti evitando situazioni di overbooking.
Incentivi salariali
L’altra grande novità è la formazione in servizio incentivata, che dovrebbe veder la luce dal 2023-2024. Il sistema di formazione e aggiornamento dei docenti – che potrà beneficiare del lavoro della neonata Scuola di alta formazione dell’Istruzione – è articolato in percorsi triennali per rafforzare le competenze applicative, ma anche progettazione, mentoring, tutoring e coaching a supporto degli studenti, nuove modalità didattiche. Per i prof neo assunti questa nuova formazione sarà obbligatoria. Al superamento di ogni percorso formativo si può conseguire una incentivazione salariale che verrà stabilita dalla contrattazione nazionale sulla base delle risorse disponibili (si istituisce un fondo dal 2026). In sede di prima applicazione, e nelle more dell’aggiornamento contrattuale, il riconoscimenti dell’incentivazione salariale non potrà andare a più del 40% di coloro che ne abbiano fatto richiesta e siano stati scelti dai comitati di valutazione.
, 2022-04-22 07:32:00, Ok in Cdm alla riforma abilitante del Pnrr: tra le novità più peso al tirocinio, Cfu anche durante la triennale e premi a chi si aggiorna. Scorciatoia per i precari, di Eugenio Bruno e Claudio Tucci