di Redazione Online
Dopo due proroghe e un alleggerimento delle norme per la presentazione degli atti prosegue l’iter per costruire nuove strutture. Soddisfatto Valditara ma la Ue boccia i progetti di manutenzione: a rischio un miliardo di finanziamento
Non ci credeva nemmeno lui, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: al terzo tentativo, grazie ad un cambiamento delle norme che ha snellito le procedure per l’aggidicazione degli appalti, quasi tutti quelli che riguardano gli asili nido e le scuole d’infanzia sono stati aggiudicati. Un risultato inatteso, il 91 per cento di aggiudicazioni dei lavori – ha detto Valditara – ci aspettavamo di arrivare soltanto al 70-75 per cento. Invece soltanto un progetto su dieci ora risulta in ritardo.
Le due proroghe
Per ottenere il risultato – gli asili dovranno essere pronti entro giugno 2026 – sono ste necessarie due prporoghe. La prima dal 30 marzo al 30 maggio e poi su richiesta dell’Anci un ulteriore ritardo di 20 giorni, fino al 20 giugno, per permettere ai ritardatari di correggere e sistemare le carte. E’ il frutto della collaborazione tra il governo e i comuni e alla semplificazione delle norme sugli appalti. I tempi medi per l’aggiudicazione dei lavori erano di tre anni per opere inferiori a 2 milioni di euro – ha evidenziato Valditara – e di 4 anni per interventi da 1 a 5 milione di euro. I tempi medi registrati invece per queste procedure di progettazione e aggiudicazione sono stati di 7-9 mesi. In realt l’avviso per gli asili di un anno e quattro mesi fa.
Saltano 100 mila posti
In realt l’affidamento dei lavoro avrebbe dovuto avvenire nella primavera del 2022 ma da subito c’erano stati problemi perch nelle Regioni del Sud, per le quali previsto il 40 per cento dello stanziamento, i Comuni non avevano presentato sufficienti progetti. Di proroga in proroga, prima il governo Draghi e ora il governo Meloni hanno aggiustato il tiro: dei 260 mila posti previsti per ce ne saranno meno. Secondo i rilievi presentati la scorsa settimana dalla commissione europea sono a rischio progetti per un miliardo e oltre centomila posti: l’Europa infatti non accetter gli interventi di rinnovamento e manutenzione delle strutture esistenti. Il Pnrr parla di nuovi nidi e non di riqualificazione. La partita ancora complicata.
6 luglio 2023 (modifica il 6 luglio 2023 | 17:37)
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