Il nuovo Pd tra statuti e primarie

These components are awesome!, editoriale Mezzogiorno, 7 marzo 2023 – 08:44 di Giovanni Verde Per una sorta di deformazione professionale, dopo una vita spesa ad occuparmi di diritto, mi intrigano gli aspetti giuridici delle vicende. Nel caso dell’elezione del nuovo segretario del Pd si aggiunta, per essermene occupato in un paio di occasioni su richiesta dello stesso partito, una conoscenza diretta dello Statuto del Partito prima delle modificazioni del 2021. Non tutti i miei (pochi) lettori sanno di diritto e, quindi, bene partire dai necessari chiarimenti. L’art. 49 Cost. stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Ci significa che per la Costituzione i partiti politici sono la necessaria cinghia di trasmissione perch la politica nazionale sia determinata con metodo democratico. In altre parole i partiti politici sono il perno essenziale della democrazia. La Costituzione indica anche quale debba essere la struttura operativa, quando parla di associazione. C’ un inevitabile rinvio, a questo riguardo, alla legge ordinaria. Il codice civile regola le associazioni riconosciute, che sono costituite per atto pubblico; e quelle non riconosciute. I partiti politici hanno sempre preferito ricorrere alla forma dell’associazione non riconosciuta, i cui ordinamento interno e amministrazione sono regolati dagli accordi degli associati. Come si fa ad essere associato? Il presupposto minimo l’adesione, che di solito si accompagna all’assunzione di pagare quote associative quali sono necessarie per il funzionamento. L’adesione, poi, comporta l’obbligo del rispetto delle regole che disciplinano la vita dell’associazione. L’attuale Statuto del Pd sembra confermare la regola-base delle associazioni non riconosciuta, in quanto l’art. 1, n. 4 stabilisce che il Pd costituito dagli elettori iscritti. Subito dopo (al punto 5), tuttavia, si stabilisce che sono affidate a tutti gli elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico, l’elezione delle pi importanti cariche anche interne e la scelta per le candidature. Questa disciplina confermata dall’art. 4 che distingue gli iscritti al Partito dagli elettori, i quali, bench non iscritti, partecipano alla scelta dell’indirizzo politico del partito mediante l’elezione diretta del segretario e dell’assemblea a condizione che dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del partito, di sostenerlo alle elezioni e accettino di essere registrati nell’albo pubblico delle elettrici e degli elettori. Lo Statuto prevede, pertanto, due livelli di partecipazione, quasi che ci possano essere associati interni all’organizzazione, che sono soggetti alle regole dello Statuto, e associati esterni, che non fanno parte della organizzazione e non sono tenuti a rispettarne le regole, essendo semplici simpatizzanti. Ad entrambi, per ci che riguarda la determinazione dell’indirizzo politico e delle persone a cui ne viene affidato il perseguimento, sono riconosciuti analoghi diritti di partecipazione. Questa scelta stata verosimilmente dettata dalla lodevole intenzione di evitare le disfunzioni emerse per la pratica dei tesseramenti mirati e dall’altrettanto lodevole intenzione di non imbrigliare l’esercizio di libert democratiche nei lacciuoli delle regole precostituite. da chiedersi, in prospettiva, se le buone intenzioni non possano dare frutti indesiderati. Di sicuro, il simpatizzante non incoraggiato ad iscriversi, posto che pu esercitare i diritti di partecipazione politica da esterno. Ci potrebbe essere e gi in atto una diminuzione degli iscritti e, di conseguenza, una caduta del senso di appartenenza, che rende pi labile e fluttuante il consenso politico. Di sicuro il partito perde la sua identit, quale nasce da una immedesimazione dell’iscritto-associato nella struttura. Di sicuro il simpatizzante avr un legame meno solido e quasi sempre dettato a valutazioni del momento. In una parola il partito diventa assai liquido, perde consistenza. E non vorrei sbagliare, ma quando la Costituzione ha dato rilievo ai partiti, pensava a qualcosa di diverso dai movimenti d’opinione, nei quali il partito di non appartenenti destinato inevitabilmente a trasformarsi. Apprezzo molto che chi stato sconfitto alle primarie non abbia mosso obiezioni al risultato elettorale. Infatti, se fosse vero che il 22% dei votanti ha dichiarato di non sostenere la proposta del partito perch vota un diverso partito (per cui dovrebbe non avere accettato di essere registrato nell’albo pubblico degli elettori), avrebbe potuto muovere qualche contestazione. Non lo ha fatto e va a suo onore, perch questi sono problemi che bene lasciare fuori dalle aule giudiziarie. Ma non va sottovalutato che la segreteria che ne venuta fuori poggia su piedi d’argilla e che la liquidit di un partito non sempre ne favorisce le fortune con sufficiente consenso. L’euforia di oggi potrebbe trasformarsi domani nella disillusione. 7 marzo 2023 | 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA , https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/politica/23_marzo_07/nuovo-pd-statuti-primarie-978ff7b0-bcbb-11ed-b629-983a76fe16c9.shtml, Politica,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version