“La volontà del legislatore di cambiare tutto per non cambiare niente, non calcola la ricaduta reale sulla scuola”. Lo ha detto Walter Miceli, avvocato esperto in legislazione scolastica nel corso dello speciale di Orizzonte Scuola dedicata al sostegno.
Per quanto riguarda la quantificazione delle ore di sostegno, ricorda Miceli: “In tute le scuole sono stati approvati i PEI relativamente alla dimensione didattico-educativa. Il Ministero ha dato indicazione di compilare il PEI per quanto riguarda gli aspetti di programmazione educativo-didattico“.
“La compilazione delle risorse, la sezione 11 del PEI – incalza il legale – richiede l’esistenza di un profilo di funzionamento che dovrebbe essere redatto sulla base delle linee guida pubblicate dal Minsitero della Salute”.
Questo vuol dire che ci dovrà essere un “processo di ricertificazione di 300 mila studenti che però impiegherà circa 10 anni, quindi intorno al 2032 dovremmo finire. Nel frattempo si devono redigere i PEI che richiede una quantificazione delle ore sulla base di un profilo di funzionamento esistente“.
Per questo motivo Miceli lancia l’appello: “il Ministero, deve immediatamente dare indicazione alla scuola su come quantificare le ore di sostegno. Certamente non si possono quantificare sui cosiddetti range perchè questi presuppongono la rilevazione del debito di funzionamento contenuti nel profilo di funzionamento che allo stato attuale esiste solo sulla carta”.
“Dunque – conclude il legale esperto di legislazione scolastica – il Ministero dia indicazioni a questi insegnanti. In assenza del documento effettivo, il profilo di funzionamento, la quantificazione può essere fatta partendo dalla certificazione sanitaria. Partendo dal presupposto che la certificazione grave si accompagna al massimo delle ore di sostegno didattico. E la giurisprudenza ha detto che è possibile discostarsi da questo legame soltanto con un motivazione approfondita“.
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