L’ombra delle ingerenze agita la politica, la Lega minaccia querele  Il Pd: intervenga il Copasir

di Stefano Montefiori e Fiorenza Sarzanini

Il Pd: intervenga il Copasir, si faccia chiarezza prima del voto. L’Ungheria sembra essere destinazione privilegiata di investimenti da Mosca

La notizia del dossier americano irrompe sulla campagna elettorale italiana come una bomba. Tanto che il leader della Lega Matteo Salvini reagisce subito: «L’unica certezza è che a incassare denaro dal Cremlino è stato prima il Partito Comunista Italiano e in epoca recente La Repubblica che per anni ha allegato la rivista Russia Oggi . La Lega ha dato mandato ai propri legali di querelare chiunque citi impropriamente il partito e Matteo Salvini come è già accaduto in alcuni contesti televisivi con particolare riferimento al sindaco del Pd Matteo Ricci. Non saranno più tollerate falsità e insinuazioni: ora basta».

Al momento nessuna comunicazione ufficiale risulta arrivata per via diplomatica. Ma non si può escludere che nei prossimi giorni possano essere trasmessi dettagli sul contenuto dell’informativa dell’intelligence statunitense. Per questo già da oggi anche il Copasir potrebbe aprire una pratica per accertare quali dati siano stati acquisiti, se ci siano «canali» economici verso il nostro Paese e soprattutto che tipo di verifica sia stata effettuata. Lo ha chiesto il segretario del Pd Enrico Letta: «Si deve fare chiarezza prima del voto, intervenga subito il Comitato parlamentare». E Giuseppe Conte si è allineato: «Il M5S come sempre agisce in piena trasparenza: ci auguriamo che il Copasir indaghi con il sostegno di tutte le forze parlamentari. Non possiamo non esprimere preoccupazione sul fatto che la campagna elettorale possa essere inquinata da fattori esterni». «Dicono che la Russia abbia finanziato partiti in 20 nazioni, dal 2014, con oltre 300 milioni di dollari. La cosa non mi stupisce perché c’era una tradizione antica da parte loro. Però vorrei sapere i nomi, se esistono, di eventuali beneficiati italiani. Perché è alto tradimento», ha scritto su Twitter Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia.

L’Italia è il Paese più al centro delle attenzioni vista l’imminenza del voto del 25 settembre, che potrebbe spostare gli equilibri in Europa e — nelle speranze del Cremlino — indebolire la coesione del fronte pro-Ucraina. Ma ci sono sospetti su ingerenze russe nel processo democratico di molti Paesi, primo fra tutti la Francia, dove Marine Le Pen ha finanziato le campagne elettorali grazie a prestiti russi. Nel 2014 l’allora Front National ha contratto un prestito di 9,4 milioni di euro presso la First Czech-Russian Bank (FCRB), che ha concesso anche un finanziamento di due milioni per il micro-partito Jeanne di Jean-Marie Le Pen. Fallita la banca due anni più tardi, il credito viene rilevato da una società formata da ex militari russi con la quale nel 2020 il Rassemblement national trova un accordo per un rimborso scaglionato fino al 2028. In occasione della campagna presidenziale del 2017, poi, il partito viene di nuovo aiutato dal prestito dell’uomo d’affari Laurent Foucher — legato a Mosca secondo il giornale Mediapart —, che fornisce otto milioni di euro benché sia insolvente e sotto inchiesta a Ginevra per truffa e riciclaggio. Nel 2022, visto che la legge francese ormai proibisce finanziamenti ai partiti da Paesi fuori dell’Unione europea, Marine Le Pen si rivolge a una banca ungherese che le assicura 10,6 milioni di euro.

L’Ungheria sembra essere una destinazione privilegiata degli investimenti di Mosca. Anche tramite la «International Investment bank», nuovo nome della banca del Comecon di era sovietica, che nel 2019 ha spostato la sua sede da Mosca a Budapest. Il suo direttore è Nikolai Kosov, figlio dell’allora capo del Kgb in Ungheria.

13 settembre 2022 (modifica il 14 settembre 2022 | 00:31)

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, 2022-09-14 05:18:00, Il Pd: intervenga il Copasir, si faccia chiarezza prima del voto. L’Ungheria sembra essere destinazione privilegiata di investimenti da Mosca, Stefano Montefiori e Fiorenza Sarzanini

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