Ossimoro, lespressione dei contrari che nasce da due opposti

Questa settimana ci occupiamo di un termine antichissimo che disegna con precisione il nostro futuro. Siamo talmente immersi in una realt dove con grande semplicit si dice una cosa e ci si affretta a fare il contrario, come vivere in un eterno contemporaneo. Meno male che abbiamo uno figura retorica per esprimerlo, altrimenti avremmo dovuto inventarla.

Come una elevazione a potenza. Un ossimoro un ossimoro perfino nella sua nascita come parola. Cosa definiamo come ossimoro? Una breve frase che tiene insieme due termini che esprimono concetti contrari, spesso opposti. Gli esempi pi usati sono ghiaccio bollente, lucida pazzia, il famosissimo latino festina lente (affrettati lentamente). Il nostro ossimoro deriva dalla parola greca oksmōron, composta dall’unione di due termini okss che significa acuto, pungente, acido e mōrs, che significa ottuso, ma anche stolto, folle. Quindi l’unione di due termini opposti che ci regala la parola per definire la figura retorica che comprende due termini opposti.

Piccola digressione atmosferica. Non la prima volta che incontriamo una parola composta che fa perno sul termine greco okss. Ci eravamo andati a sbattere cercando di raccontare l’avventurosa storia della parola ossigeno, inventata dal chimico francese Antoine Laurent de Lavoisier nel 1777 partendo da un presupposto sbagliato. meglio affrettarsi a tornare (con calma) al nostro ossimoro.

Ma a cosa serve? Se vi aspettate una risposta concreta, pragmatica, realistica e sostanziale, potete tornare a guardare i video sul telefonino. L’ossimoro uno degli ingredienti fondamentali della poesia. un’affettuosa e ideale sberla con cui il linguaggio pretende la nostra attenzione. La viva morte e il dilettoso male di Petrarca ci accompagnano nelle domande senza risposta sull’amore. E il naufragar m‘ dolce in questo mare consente a Giacomo Leopardi di abbandonarsi all’Infinito. E non abbiamo citato la lucida follia e il tacito tumulto di Giovanni Pascoli.

Il luminoso grigiore di Praga. Parlando di ossimori doveroso citare uno dei pi famosi, proposti nel titolo L’insostenibile leggerezza dell’essere dello scrittore Milan Kundera, scomparso in questa estate 2023. Il romanzo ci offre i tormenti amorosi e personali di un gruppo di giovani nella Praga del 1968, tra le aspirazioni di libert della primavera e la dura repressione dell’Unione sovietica. A quel romanzo fa esplicito riferimento Italo Calvino, nella prima delle sue lezioni americane, dedicata appunto alla leggerezza. Quel romanzo in realt – scrive Calvino – un’amara constatazione dell’Ineluttabile Pesantezza del Vivere: non solo della condizione d’oppressione disperata e all-pervading che toccata in sorte al suo sventurato paese, ma d’una condizione umana comune anche a noi, pur infinitamente pi fortunati. Una struggente analisi dei sentimenti umani la ritroviamo anche in un altro romanzo (poi film), Caos calmo di Sandro Veronesi, vincitore del premio Strega nel 2006.

Oltre la creativit. Gli ossimori pervadono ormai il nostro linguaggio quotidiano e quello della comunicazione, almeno da quando qualcuno tent di farci capire qualcosa di pi dei delicati equilibri della politica italiana, aprendo lo scenario delle convergenze parallele. Taluni sostengono che il pap di questa espressione sia Aldo Moro, ma il primo ad usarla in un articolo sull’Espresso sarebbe stato Eugenio Scalfari. Ma proprio il contrasto, quello che dovrebbe accendere curiosit e senso critico ci abbandonano quando sentiamo discutibili frasi come arma intelligente con la quale si intende specificare la presunta precisione della stessa. A meno di non introdurre l’inedita espressione arma scema per quelle particolarmente imprecise.

Un silenzio eloquente. il titolo di un quadro ispirato all’antichit classica del pittore olandese Lawrence Alma Tadema. Forse non un’opera indimenticabile, eppure nell’era della riproducibilit ha avuto una sua fortuna. D’altronde siamo tutti debitori di Voltaire che nel poema filosofico Le Mondain scrisse: Il superfluo, cosa quanto mai necessaria. Aveva la vista lunga, Voltaire.

18 luglio 2023 (modifica il 18 luglio 2023 | 19:24)

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, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/scuola/23_luglio_18/ossimoro-l-espressione-contrari-che-nasce-due-opposti-61291750-2323-11ee-b502-ec4b73fb958b.shtml, , https://rss.app/feeds/0kOk1fn8PPcBHYnU.xml, Paolo Fallai,

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