Le otarie tornano sullIsola di Amsterdam dopo un secolo di caccia intensiva

Erano state decimate alla fine del 18esimo secolo, ma hanno ricostituito una colonia su una spiaggia di questo piccolo distretto francese in terra antartica. I nuovi esemplari vengono monitorati e microchippati

Sulle rive dell’Isola di Amsterdam, nei Territori Francesi del Sud dell’Oceano Indiano, quattro scienziati si muovono con attenzione tra le otarie orsine subantartiche. Il loro obiettivo quello di dotare i cuccioli di chip, per raccogliere dati sulla colonia, che si ricostituita dopo che pi di un secolo di caccia intensiva l’aveva decimata. Durante la stagione riproduttiva i cuccioli, riconoscibili dal loro tipico verso, si nascondono sotto ogni roccia, puntando i loro grandi occhi neri verso il mondo. Nascono tra novembre e gennaio e vengono svezzati 10 mesi dopo. I chip permettono di raccogliere informazioni sulla riproduzione, sulla demografia e sulla crescita (o decrescita) della colonia. E anche di stimare la longevit in base al sesso o al numero di cuccioli che le femmine possono avere nella loro vita.

Sull’Isola di Amsterdam la loro popolazione in costante aumento, il che piuttosto incoraggiante per una specie che era praticamente scomparsa, sottolinea Marie Fretin, volontaria del servizio civile dall’Istituto polare francese Paul-Emile Victor (Ipev), che ha appena trascorso quattordici mesi in loco per il laboratorio Cebc del Cnrs. Ha trascorso l’ultimo periodo ad allenare Justine Costa, che le succeder per il prossimo svernamento.

Dopo un intenso sfruttamento a partire dalla fine del XVIII secolo, sull’Isola di Amsterdam si pensava che la specie, presente solo in tre regioni del mondo, fosse ormai estinta. Alcuni esemplari, invece, devono essere sopravvissuti e sono tornati a poco a poco. Nel 2012, l’ultimo conteggio ha stimato il numero di giovani otarie sull’isola a circa 30.000.

Sulla Mare aux Elephants, una spiaggia rocciosa dove i leoni marini amano partorire e crescere la loro prole, gli scienziati stanno cercando un cucciolo che sia ancora con la madre, per avere una genealogia. I due giovani specialisti, accompagnati da due addestratori, tra cui il responsabile del distretto Jean-Philippe Branne, sono dotati di un palo da luccio munito di una sorta di lazo, di un lettore di chip di identificazione attaccato a un bastone da passeggio per prevenire i morsi e di una tavola utilizzata per misurare i piccoli leoni marini.

L’obiettivo di microchipparne un centinaio, di cui trenta di madri gi monitorate. Il chip sottocutaneo, simile a quello utilizzato per gli animali domestici, non verr applicato prima dei 10 mesi di et, perch gli esemplari sono ancora troppo piccoli. Una volta installati i chip, verranno effettuate osservazioni quotidiane per controllare quali madri sono presenti e per vedere quanto spesso la femmina torna per nutrire il suo cucciolo. poi previsto un controllo mensile per pesare e misurare i piccoli. Abbiamo contato 500 nascite nella stagione 2021-2022, un record”, sottolinea Marie Fretin. In questa stagione, gli scienziati ne hanno gi registrate 330.

9 gennaio 2023 (modifica il 9 gennaio 2023 | 19:08)

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