Il rapporto
di Giuliana Ferraino16 gen 2023
L’emergenza energetica e l’inflazione, con un rincaro di tutti i beni e in particolare dei prodotti alimentari, aumentano ulteriormente le disuguaglianze, gi in crescita con la pandemia, che ha visto una sempre maggiore concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi a fronte di un progressivo impoverimento di larghe fasce della popolazione. E’ quanto emerge dal Rapporto Oxfam, che aggiorna la tradizionale analisi sul persistente divario tra ricchi e poveri, pubblicato come di consuetudine all’apertura del World Economic Forum, in programma dal 16 al 20 gennaio a Davos, sulle Alpi svizzere. Con una novit.
Gli extra-profitti dei big dell’energia e dell’alimentare
Quest’anno la confederazione di Ong, che riunisce 18 organizzazioni di diversi Paesi dedicate alla lotta alla povert, ha acceso un faro anche su 95 colossi dell’energia e del comparto agroalimentare che hanno realizzato extra-profitti nel 2022. L’analisi evidenzia che le aziende prese in esame hanno realizzato 306 miliardi di dollari di profitti in eccesso. Nel 2022 i loro profitti sono aumentati del 256% rispetto alla media 2018-2021; l’84% degli extra-profitti, pari a 257 miliardi, sono andati agli azionisti; il 76% delle imprese ha aumentato i propri margini di profitto.
Due esempi? Il caso della dinastia Walton, proprietaria di met della Walmart, che ha ricevuto dividendi per 8,5 miliardi di dollari nell’ultimo anno; o del miliardario indiano Gautam Adani, azionista di riferimento in molte grandi compagnie energetiche, che in soli sette mesi ha visto la propria ricchezza aumentare di 42 miliardi di dollari (+46%).
La distribuzione della ricchezza
Nel biennio pandemico 2020-2021, l’1% pi ricco ha visto crescere il valore dei propri patrimoni di 26 mila miliardi di dollari, in termini reali, accaparrandosi il 63% dell’incremento complessivo della ricchezza netta globale (42 mila miliardi di dollari), quasi il doppio della quota (37%) andata al 99% pi povero della popolazione mondiale. Viene dunque superato il record dell’intero decennio 2012-2021, quando il top-1% aveva beneficiato di poco pi della met (il 54%) dell’incremento della ricchezza planetaria. Per la prima volta in 25 anni aumentano inoltre simultaneamente estrema ricchezza ed estrema povert.
Dal 2020 ad oggi, un miliardario ha aumentato, in media, il proprio patrimonio di circa 1,7 milioni di dollari per ogni dollaro di incremento patrimoniale di una persona collocata nel 90% meno abbiente. Nonostante il tracollo dei mercati azionari nel 2022, le fortune dei miliardari sono comunque aumentate al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno nell’ultimo triennio, dopo un decennio che ha visto raddoppiare il numero dei paperoni e i loro patrimoni. A fine 2021 l’1% pi ricco deteneva il 45,6% della ricchezza globale, mentre la met pi povera del mondo appena lo 0,75%.
Negli ultimi 10 anni i miliardari hanno raddoppiato la propria ricchezza in termini reali, registrando un incremento del valore delle proprie fortune superiore di quasi sei volte a quello registrato dal 50% pi povero della popolazione mondiale. Ma se guardiamo all’1% pi ricco del pianeta, allora l’accumulo di ricchezza negli ultimi 10 anni risulta 74 volte superiore a quello del 50% pi povero.
Povert e inflazione
Nel 2020, oltre 70 milioni di persone in pi sono cadute in povert estrema (costrette a vivere con meno di 2,15 dollari al giorno), con un aumento dell’incidenza della povert estrema dell’11%. Si stima che a livello globale tra 702 e 828 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2021, quasi 1 persona su 10. In ogni regione del mondo, la prevalenza dell’insicurezza alimentare pi alta tra le donne che tra gli uomini.
L’aumento dell’inflazione ha determinato cali dei salari reali per molti lavoratori. L’analisi di Oxfam sui dati delle retribuzioni in 96 Paesi indica che nel 2022 almeno 1,7 miliardi di lavoratori vivevano in Paesi in cui l’inflazione ha superato la crescita dei salari.
A peggiorare le cose la stretta alle politiche fiscali. Oxfam ha calcolato che tra il 2023 e il 2027 tre quarti dei governi del mondo (148 Paesi) pianificano di ridurre la spesa pubblica , anche per sanit e istruzione, er un totale di 7.800 miliardi di dollari.
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