Un pancreas artificiale per il diabete di tipo 2 (in casi selezionati)

di Elena Meli

I buoni risultati di un piccolo studio: in chi ha il diabete di tipo 2 e utilizza insulina aumenta il tempo passato con la glicemia sotto controllo

Pensando al pancreas artificiale, subito viene in mente il diabete di tipo 1 in cui le cellule pancreatiche non producono pi insulina e la vita dipende dalle iniezioni dell’ormone: sostituire il pi possibile le funzioni dell’organo con un sistema che senta la glicemia e somministri l’insulina giusta un obiettivo ambito e i dispositivi che ci provano sono numerosi. Ora una ricerca pubblicata dall’Universit di Cambridge dimostra che il pancreas artificiale pu essere un’opzione anche per alcuni pazienti con diabete di tipo 2 che hanno bisogno di insulina, per esempio perch sono malati da molti anni e sono diminuite le cellule del pancreas che la producono o perch gli ipoglicemizzanti orali sono controindicati o non tollerati.

Piccolo studio

L’indagine, pubblicata su Nature Medicine , ha coinvolto 26 pazienti che per otto settimane hanno seguito la terapia insulinica e per altre otto hanno provato il pancreas artificiale, che consisteva in un sensore per la glicemia e una pompa per insulina gestite da una app sviluppata dai ricercatori, chiamata CamAPS HX, governata da un algoritmo capace di calcolare quanta insulina serva per mantenere il glucosio entro un intervallo corretto. A differenza dei dispositivi per il diabete di tipo 1, il pancreas artificiale ideato dagli inglesi chiuso, ovvero completamente automatizzato: il paziente non deve inserire nell’app la quantit di cibo che sta per mangiare per aggiustare l’insulina, per esempio, ma tutto viene gestito dall’algoritmo. I risultati di questa prima sperimentazione clinica mostrano che, grazie allo strumento, il tempo trascorso con un glucosio nella norma raddoppia rispetto alla terapia insulinica standard, arrivando al 66 per cento della giornata contro il 32 per cento; analogamente, il tempo con la glicemia troppo alta si dimezzato.

Buoni risultati

Anche la glicemia media diminuita cos come l’emoglobina glicata, indicativa dei livelli medi di glicemia nell’arco di due, tre mesi; inoltre nessuno ha avuto pericolose ipoglicemie, una delle eventualit pi temute da tutti i pazienti che devono utilizzare insulina. Il tempo passato con la glicemia troppo bassa stato minimo e anche i partecipanti hanno riferito di essere soddisfatti dello strumento: l’89 per cento ha dichiarato che grazie al sistema automatico il tempo da dedicare alla gestione del diabete si ridotto, indicando fra i maggiori vantaggi il non doversi pi pungere per misurare la glicemia o per le iniezioni e anche la maggiore fiducia nella possibilit di avere un buon controllo degli zuccheri nel sangue. Qualche difficolt nell’indossar e il dispositivo stata ammessa, cos come la paura delle ipoglicemie, ma l’esperienza sembra essere stata tutto sommato positiva e come ha spiegato la coordinatrice dello studio, Charlotte Boughton del Wellcome-MRC Institute of Metabolic Science, il pancreas artificiale potrebbe essere un approccio sicuro ed efficace per le persone con diabete di tipo 2 che non riescono a controllare la glicemia con le iniezioni di insulina; la tecnologia semplice e pu essere gestita facilmente a casa. L’opzione, se gli studi pi ampi gi previsti confermeranno i buoni risultati, potr essere un’opportunit quindi non per tutte le persone con diabete di tipo 2, ma per coloro che utilizzano insulina: si tratta perci di una frazione di casi, perch le pi recenti Linee guida della Societ italiana di diabetologia e dell’Associazione medici diabetologi indicano che l’ormone da riservare ai casi pi seri di scompenso glicometabolico e anche che l’uso dei microinfusori da scegliere solo per pazienti molto selezionati.

14 gennaio 2023 (modifica il 14 gennaio 2023 | 15:30)

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