Parità di genere: nella scuola ce nè poca, 83 docenti su 100 sono donne. La preside Onofri: La scuola riproduce logiche corporative e maschiliste

“C’è un nesso strettissimo fra la struttura del sistema scolastico e la struttura economico-sociale e mantenere lo status quo nel sistema scuola è del tutto funzionale a una classe dirigente dominante corporativa e maschilista, classista e antidemocratica”: lo dice Maria Orestina Onofri, romana, dirigente scolastica dell’Istituto Agrario Marsano di Genova.

Ne abbiamo parlato nel corso della nostra diretta dell’8 febbraio discutendo con lei e con altri autori del libro curato da Paolo Fasce “Giuro di dire tutta la verità”.

Afferma Onofri: “Può sembrare un’analisi di parte e non solo dalla parte delle bambine come avrebbe detto Elena Gianini Belotti ma anche dalla parte di chi non ha altre possibilità di sviluppare competenze, di cambiare, di realizzarsi anche lavorativamente nella vita”.
“Il fatto è – prosegue – che oggi la scuola si limita a fotografare l’esistente ripercorrendo esattamente le diseguaglianze che si ritrovano nella struttura economico sociale del paese, a partire dalle disuguaglianze di genere; ma i dati parlano chiaro: poco meno di  83 docenti su 100 sono donne e questo la dice lunga sul lavoro delle donne in Italia; siamo fermi agli anni cinquanta, a quello che io definisco compromesso storico che relega la professione di insegnante ha un lavoretto di accudimento tipico delle donne e mal pagato che però non è l’introito fondamentale della famiglia

Le proporzioni cambiano però molto, se si esamina la composizione della “platea” dirigenti scolastici.
Insomma, anche nella scuola, complice una politica retributiva miope, la parità di genere è ancora di là da venire.

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