Patto, Manfredi chiama Draghi: siamo pronti, adesso firmiamo

l’amministrazione
Mezzogiorno, 16 marzo 2022 – 07:29

Recovery, il sindaco: «Opere già finanziate per circa 618 milioni». E Maresca, presidente della vigilanza: non si coinvolga solo la Federico II

di Paolo Cuozzo

Dopodomani saranno cinque mesi che Gaetano Manfredi è diventato sindaco di Napoli: era il 18 ottobre scorso quando indossava formalmente la fascia tricolore. E da un mese, l’ex ministro dell’Università attende la convocazione dalla presidenza del Consiglio per firmare il «patto per Napoli» — che è poi il Salva-Comuni previsto in finanziaria — che significa poter contare, da qui e fino al 2027, su circa 500 milioni cash a fondo perduto con tranche annuali. Soldi assolutamente necessari per procedere con le transazioni con i creditori, che andranno fatte a giugno; con gli investimenti, sul fronte del personale, che dovrà lavorare al Pnrr. E per poter pianificare il bilancio di previsione 2022, il primo dell’era Manfredi. Tutto si intreccia, quindi: il Patto, il Pnrr, il bilancio. «Noi l’accordo l’abbiamo chiuso. Ma questo accordo riguarda quattro città. E qualcuno (con napoli ci sono anche Torino, Palermo e Reggio Calabria, n.d.r.) è in ritardo», spiega Manfredi. «Stiamo in contatto continuo con palazzo Chigi e a breve firmeremo. Si vuol far firmare tutti insieme. Ma se qualcuno è in ritardo, vorrà dire che faremo due scaglioni», è la soluzione avanzata dal sindaco anche telefonicamente nelle sue interlocuzioni con Roma. «Con il Mef e con il ministero degli Interni abbiamo concluso tutte le verifiche e gli approfondimenti, il testo finale è già sul tavolo del president del consiglio e del sottosegretario Garofoli», erano state invece le parole dell’assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta. «è evidente che l’agenda internazionale di Draghi sia in questi giorni particolarmente complicata, ma confido che a giorni la data della firma venga fissata». Motivazioni diverse, quelle del sindaco e quelle dell’assessore: entrambe però mirano a «giustificare» il passare dei giorni per una firma, prevista per il 15 febbraio scorso, che però non arriva. E il tempo passa e la preoccupazione cresce, perché è evidente che con una guerra alle porte dell’Europa tutto è messo in discussione. Sebbene nessuno, al Comune, è portato a pensare che qualcosa sia cambiato e che Napoli possa non avere più i fondi previsti, cioè un miliardo e 230 milioni di euro in 21 anni.

Ma il Comune di Napoli è destinatario non solo dei fondi del «Patto» e di quelli del Pnrr, ma anche di risorse del Fondo complementare finanziato dal bilancio nazionale e di risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione per la realizzazione di opere che puntano ad ammodernare le infrastrutture, a migliorare i servizi e a cambiare il volto della città. Misure economiche e finanziarie che, tuttavia, in alcuni casi viaggiano su binari procedurali diversi che rischiano di rallentare la realizzazione delle opere. «Il Fondo complementare — ha spiegato il sindaco, Gaetano Manfredi, in Consiglio comunale — in alcune opere affianca il Pnrr e per scelta del Governo segue le stesse regole del Pnrr fatta eccezione per la scadenza che non è fissata perentoriamente al 2026. Invece le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione non seguono le stesse regole e dunque ho chiesto al Governo che ci sia una norma che consenta di uniformare le procedure». Ad oggi al Comune di Napoli sono stati finanziati con fondi Pnrr progetti per circa 618 milioni di euro, e sono candidati altri progetti per circa ulteriori 398 milioni di euro, per un totale di risorse pari a poco più di un miliardo di euro tra progetti finanziati e candidati a finanziamento. Tra le missioni indicate nel Pnrr, il Comune ha presentato progetti per servizi digitali, verde e transizione ecologica, ammodernamento ciclo dei rifiuti e reti idriche, interventi per il miglioramento della mobilità attraverso il completamento e la realizzazione di reti ma anche con il rinnovo del parco bus e l’acquisto di treni verdi, progetti per la sostituzione di edifici scolastici e la loro riqualificazione energetica, progetti di rigenerazione urbana. Nella sua relazione il sindaco Manfredi ha evidenziato che al Comune arriveranno anche altre risorse dal Pnrr per ambiti per i quali non sono stati ancora pubblicati i bandi: sport, settore per cui l’amministrazione beneficerà di 11 milioni di euro; sociale, mercati e agricoltura.

La crisi internazionale A rendere però meno nitido il futuro, soprattutto quello all’insegna del Pnrr, c’ è una risoluzione di maggioranza approvata in commissione bilancio alla Camera, che chiede che il governo valuti «un eventuale riorientamento dell’allocazione delle risorse e degli obiettivi del Pnrr alla luce dell’evoluzione della crisi internazionale in atto e dell’aggiornato quadro macroeconomico», con particolare riguardo all’eventuale impatto dell’aumento dei prezzi e degli andamenti di finanza pubblica. Con la risoluzione «si impegna» inoltre l’esecutivo, valutando una revisione nella seconda relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, a tenere conto «degli atti di indirizzo approvati in sede parlamentare in materia di transizione energetica».

Maresca: ampia possibilità di partecipazione a tuttiDa Roma a Napoli. Dove invece, replicando in aula a Manfredi, Catello Maresca, presidente della commissione di vigilanza sul Pnrr e capo dell’opposizione di centrodestra, ha dichiarato: «Dobbiamo subito allontanare e rispedire al mittente le voci di una possibile preferenza verso i professori della Federico II dando la più ampia e assoluta possibilità di partecipazione a tutti». Maresca, nel sottolineare che la giunta comunale nel mese di dicembre ha approvato una delibera che stabilisce le linee e gli accordi quadro con tutte le Università napoletane, ha auspicato che «si faccia di più coinvolgendo tutti gli ordini professionali e ci può avere una funzione in fase di progettazione». Il magistrato ha anche sottolineato che «la parola d’ordine deve essere condivisione nell’interesse dei cittadini di Napoli e dell’area metropolitana». Da qui anche la richiesta che i consiglieri comunali abbiano la documentazione relativa al bilancio pluriennale del Comune «in tempi tali da consentire di leggere, capire e comprendere quale sarà la linea e come si interseca con le proiezioni degli investimenti che si faranno con il Pnrr».

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16 marzo 2022 | 07:29
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