Pd, nuovo nome in arrivo? Le tappe di Letta per rifondare il partito

di Maria Teresa Meli Letta propone uno scenario di rifondazione: potranno rientrare i transfughi di Articolo 1, via al nuovo nome («I Democratici» il più gettonato), apertura a candidature di chi non ha la tessera Enrico Letta non vuole andarsene lasciando un partito diviso e prossimo alla scissione. Per evitare la conta di giovedì in direzione propone un percorso per arrivare al congresso che possa andare bene sia a Base riformista, che vorrebbe candidare in tempi brevi Stefano Bonaccini, sia alla sinistra interna, che non ha un candidato se non Elly Schlein che però viene ritenuta «poco governabile». Il segretario in direzione proporrà una data (a novembre) per l’assemblea nazionale: da quel momento partirà l’iter congressuale e tra marzo e aprile i dem andranno alle loro assise nazionali ed eleggeranno un nuovo leader. Il percorso individuato da Letta, che non ha intenzione alcuna di restare in sella fino alle Regionali di Lazio e Lombardia, prevede quattro fasi, ma, soprattutto, dipinge uno scenario di rifondazione vera del Pd: potranno rientrare i transfughi di Articolo 1 (Speranza e Bersani, per intendersi), il partito potrà cambiare nome («I Democratici» il più gettonato) e potrebbe in via teorica essere candidata alla segreteria anche Elly Schlein che non ha la tessera dem in tasca. È una proposta, come si diceva, che rappresenta un punto di mediazione tra sinistra e Base riformista: non a caso tutti e due i partiti in cui ormai è diviso il Pd l’hanno approvata. In una lunga lettera agli iscritti dem, il segretario uscente definisce il congresso che verrà «costituente». La prima fase durerà alcune settimane ed è definita da Letta «chiamata» perché «chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall’esperienza della lista “Italia democratica e progressista”, possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto». La seconda fase, invece, dovrebbe essere quella dei nodi. Del dibattito, appunto. E in questo passaggio non si discuterà solo di alleanze: «Valori a parte — scrive Letta — cosa c’è di più identitario del nome e del simbolo? Bene, anche quelli saranno messi in discussione». Terminati questi due step, entrerà nel vivo la fase che porterà alla scelta del nuovo segretario. La parola agli elettori non sarà data subito: prima ci sarà la terza fase, quella del «confronto sulle candidature emerse e una selezione per arrivare a due da sottoporre poi al giudizio degli elettori». Ma il «congresso non deve essere un casting», avverte Letta. Alla fine di questo «confronto» nelle primarie, tra marzo e aprile, gli elettori sceglieranno il nuovo segretario dem. 1 ottobre 2022 (modifica il 1 ottobre 2022 | 10:44) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-01 07:12:00, Letta propone uno scenario di rifondazione: potranno rientrare i transfughi di Articolo 1, via al nuovo nome («I Democratici» il più gettonato), apertura a candidature di chi non ha la tessera, Maria Teresa Meli

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