Un’azione chiave nella promozione della pace è, senza ombra di dubbio, l’educazione. Gli insegnanti sono, infatti, inutile ribadirlo, più che educatori; sono mentori, coordinatori di eventi, sono dei validi esperti di monitoraggio e di valutazione; sono degli specialisti del curriculum (di ciascuno di essi a partire dai curricula delle scuole dove essi insegnano a finire ai curricula della formazione complessiva della persona umana e dell’umanità); sono, in questo turbinio di sensazioni e di sconvolgimenti, dei negoziatori di conflitti e degli abilissimi amministratori e responsabili del cambiamento sociale. Di un cambiamento sociale in grado di ascoltare gli altri e di renderli partecipi del processo.
I docenti sono costruttori di pace
Un ruolo, assai più importante degli altri (sebbene se ne parli troppo poco) degli insegnanti che non può, assolutamente, essere trascurato è quello di un costruttore di pace. Con il conflitto globale in corso (globale se ci riferiamo all’incapacità planetaria di comunicare e di relazionarci, di farsi interpreti della finalità unica e suprema della nostra permanenza sul pianeta), è obbligatorio, direi proprio tassativo e vincolante, che gli insegnanti comincino ad esporre i propri studenti a queste questioni globali, incitando la motivazione nei loro studenti a essere sostenitori della pace (a essere costruttori di pace, animatori di pace, fomentatori di pace, precursori della pace planetaria tra gli uomini e tra gli uomini e la natura), sia nelle loro comunità locali (non proprio così piccoli se si considera che è nelle piccole comunità che si comincia a costruire un percorso di pace) che a livello globale (interessando quanti, come i docenti, hanno a cuore il benessere del pianeta).
I “Peace Teachers” e la Peacebuilding Toolkit for Educators
Parliamo, o meglio, dobbiamo cominciare a parlare, di “Peace Teachers”; docenti capaci di adottare e di padroneggiare la Peacebuilding Toolkit for Educators: un metodo innovativo e fantastico per creare lezioni di peacebuilding capaci di essere di grande impatto nelle loro classi; capaci di spaziare, nel loro spingersi in questo sentiero di pace, dagli studi sociali alle lingue, dalla storia dei popoli, all’educazione all’emotività. Novità? Non proprio. Quel che è nuovo è la metodologia, l’approccio, la finalità planetaria dell’educazione alla pace di chi è costruttore, sincero, di pace.
L’apprendimento esperienziale
Questa opportunità di apprendimento basato e costruito sull’esperienza consente ai suoi studenti di capire come i paesi cooperano per via diplomatica per perseguire la pace nel mondo, in una dimensione planetaria mai vista prima d’ora. Ci sono, in tal senso, esperienze davvero entusiasmanti: un docente dell’Istituto Comprensivo Renato Guttuso di Carini, ad esempio, ha fornito ad alcuni studenti della sua classe un passaporto di un paese specifico e ad altri studenti viene data l’identità di un rappresentante delle Nazioni Unite (ONU). Gli studenti che ricevono un passaporto hanno il compito di presentare il proprio paese al gruppo di rappresentanti delle Nazioni Unite nella speranza di poter entrare a far parte delle Nazioni Unite. Gli studenti, che non necessariamente devono possedere conoscenze specifiche di politica, di diplomazia, di storia dei popoli e di storia sociale delle nazioni, sperimentano in prima persona quanto sono complesse le relazioni umane-sociali e tra gli Stati e si confrontano con le severissime regole che esistono per entrare a far parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (potrebbe perfettamente inserirsi, ad esempio, in un percorso di educazione civica ed essere adottato in qualsiasi grado e ordine di scuola).
La capacità di consentire agli studenti di pensare in modo critico
Ciò significa che devono dimostrare di comprendere come si intersecano economia, politica e, principalmente, diritti umani. Gli insegnanti hanno la capacità di permettere, in una maniera del tutto nuova e originale, agli studenti di pensare in maniera critica all’influenza degli Stati, anche del loro Stato (anche di quelli solo apparentemente neutrali) nei conflitti globali (anche se limitati a regioni specifiche del globo), al ruolo che i costruttori di pace possono avere a livello locale e internazionale e al rilievo di essere cittadini planetari impegnati in questo processo virtuoso e importante. Sebbene ciascuno di questi insegnanti abbia trovato metodologie e modi di rappresentare il mondo e la realtà unici e stimolanti per portare i conflitti globali in classe, non è necessario essere un “Insegnante di pace” iscritto in non si sa bene in quale registro o appellato così in progettualità mirate e specifiche per inserire lezioni di pace nella progettazione della o delle loro classi. Un insegnante motivato e ispirato può realizzare e far suoi piccoli adattamenti al proprio curriculum di base in maniera tale che questo percorso abbia un importante impatto nella vita dei propri studenti.
Temi nel campo della gestione dei conflitti internazionali
Vi proponiamo alcuni importanti temi di base sviluppati e da sviluppare, con i vostri alunni, nel campo della gestione dei conflitti di tipo internazionale.
Tema 1: Il conflitto è parte integrante della condizione umana
Il conflitto è naturale ed è una parte normale della vita quotidiana di ciascun essere vivente e di ciascuno di essi nello Stato in cui vive. Ciò che rende unica e capace di vincere la sfida della pace è la presenza di una società di tipo democratico capace di affrontare i conflitti, di consentire e gestire il disaccordo e il dissenso tra le persone.
Tema 2: I conflitti violenti possono essere prevenuti
Il conflitto diventa difficile quando cambia in violenza. Il conflitto violento, infatti, può essere prevenuto. Possiamo preparare i nostri studenti ad affermare la loro opinione pur rispettando ed essendo aperti alle idee degli altri; ascoltando con cura e attenzione; agendo responsabilmente di fronte a un conflitto. Il conflitto non deve, mai e poi mai (ecco perché dobbiamo seriamente impegnarci) superare il limite della violenza. Come a livello personale così a livello internazionale, la pace è possibile solamente nel momento in cui le parti in conflitto tra loro cominciano ad adoperare gli strumenti finalizzati alla costruzione della pace per gestire le motivazioni (vere o occasionali che siano) del proprio disaccordo.
Tema 3: Ci sono diverse modalità per diventare costruttori di pace
La costruzione della pace è basata su conoscenze, abilità e attitudini che possono essere imparate. In quanto tali, tutti possono essere costruttori di pace. I ruoli nei quali potere coinvolgere i nostri alunni sono molteplici e i giovani possono dare un apporto rilevante alla costruzione della pace nel mondo di oggi.
, 2022-11-28 07:37:00, Un’azione chiave nella promozione della pace è, senza ombra di dubbio, l’educazione. Gli insegnanti sono, infatti, inutile ribadirlo, più che educatori; sono mentori, coordinatori di eventi, sono dei validi esperti di monitoraggio e di valutazione; sono degli specialisti del curriculum (di ciascuno di essi a partire dai curricula delle scuole dove essi insegnano a finire ai curricula della formazione complessiva della persona umana e dell’umanità); sono, in questo turbinio di sensazioni e di sconvolgimenti, dei negoziatori di conflitti e degli abilissimi amministratori e responsabili del cambiamento sociale. Di un cambiamento sociale in grado di ascoltare gli altri e di renderli partecipi del processo.
L’articolo Peace Teachers anche in Italia? Strategie di classe per insegnare la pace: un piano di lezione sembra essere il primo su Orizzonte Scuola Notizie., ,