Pensione anticipata a 64 anni contributiva per tutti: le ipotesi


Le ipotesi di flessibilità in uscita prevedono penalizzazioni perchè mi costo dell’anticipo, per non pesare sulle casse dello Stato, deve essere a carico del lavoratore.
I tavoli di incontro tra governo e parti sociali sulla riforma delle pensione sono ripresi e si va verso la scelta di quella che potrebbe essere, dal 2023, la flessibilità in uscita. Ovviamente non ci sono decisioni prese ma si tratta solo di ipotesi e proposte che si stanno valutando.
Rispondiamo alla domanda di un nostro lettore che ci scrive:
Dovendomi accingere alla pensione ordinaria anticipata con la legge Fornero, con 42 anni e 10 mesi di contributi(Pubblico Impiego),e, sentendo parlare, tra le tante ipotesi di flessibilità in uscita, anche dall’ultimo tavolo tenuto dal governo con i sindacati(anche se quest’ultimi sono contrari) che, per venire incontro alle richieste di uscita anticipata, il governo ha manifestato la disponibilità a ragionare sulla revisione dei coefficienti di trasformazione e sulla possibilità di ridurre la soglia di 2,8 volte l’assegno minimo per chi è interamente nel sistema contributivo e vuole accedere al pensionamento a 64 anni, a condizione, però, che tutto il calcolo sia fatto col contributivo, anche per chi ha incominciato a lavorare prima del 1996(trasformando di fatto il sistema contributivo misto a tutto contributivo). Vorrei conoscere il vostro pensiero su queste notizie oramai si accavallano e, soprattutto, se i Sindacati potranno mai eventualmente avallare. In attesa, si ringrazia anticipatamente. Complimenti per tutto quello che riuscite a dare con i vostri preziosi articoli. Grazie ancora.
Quella che descrive è una delle tante proposte avanzate. E si tratta di una proposta che dovrebbe porre sullo stesso piano sia i contributi che i retributivi, permettendo, di fatto, il pensionamento a 64 anni con 20 anni di contributi, che oggi possono utilizzare solo coloro che ricadono interamente nel sistema contributivo, anche a coloro che hanno contributi versati prima del 1996.
Ma in questo caso di prevede un ricalcolo interamente contributivo della pensione, proprio come accade a chi sceglie opzione donna. E si sta parlando anche di eliminare il requisito di accesso che oggi questo pensionamento anticipato richiede, ovvero l’importo dell’assegno previdenziale pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS. Quest’ultimo requisito, infatti, stringe moltissimo la platea dei beneficiari di questa misura previdenziale escludendo tutti coloro che, pur avendo avuto una carriera di tutto rispetto non riesco a garantirsi un assegno pensionistico di oltre 1300 euro.
A mio avviso si tratta di una proposta interessante che, in ogni caso, non andrebbe a prendere il posto dell’attuale pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne un anno in meno) ma che la andrebbe ad affiancare permettendo l’uscita anche a chi non ha una carriera lunghissima alle spalle.
Rimane, infatti, una scelta del lavoratore aderire o meno a una pensione di questo tipo caricandosi del costo che l’anticipo comporterebbe. Ma ci sono situazioni in cui è meglio scegliere la penalizzazione piuttosto che attendere i 67 anni: si pensi, ad esempio, ad un lavoratore rimasto disoccupato oltre i 60 anni di età che, complice anche la crisi del lavoro, non riuscirà a trovare una nuova occupazione. Meglio scegliere la possibilità di pensionarsi con una penalizzazione piuttosto che rimanere per ulteriori 3 anni senza reddito.
Il ricalcolo contributivo richiesto, in ogni caso, si applicherebbe solo a questa forma di pensionamento (se dovesse essere scelta come misura flessibile) e non a tutte le misure previdenziali e, quindi, non si rischierebbe di trasformare in  sistema contributivo il sistema misto. Già accade oggi che chi ha versato contributi prima del 1996 possa optare per un ricalcolo contributivo: chi sceglie il riscatto agevolato di una laurea ottenuta prima del 1996, ad esempio, o chi sceglie l’opzione donna o, ancora, chi opta per l’opzione al contributivo per la liquidazione della pensione.
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