Per il Ministro la scuola è una società interinale che fornisce manodopera a basso costo. Sinistra Italiana boccia la riforma di Valditara sugli istituti professionali

“Se qualcuno avesse dubbi, ora li può accantonare: il ministro Valditara pensa alla scuola come ad una società interinale, che dovrebbe solo fornire manodopera (tra l’altro, per lavori precari e a basso costo) per le “esigenze dell’impresa”.

Sono le dure parole del responsabile scuola di Sinistra Italiana Giuseppe Buondonno, che commenta le ultime proposte del Ministro Valditara, in particolar modo il tema dell’istruzione tecnica e professionale e il legame che deve rafforzarsi fra scuola e lavoro.

Nei giorni scorsi abbiamo infatti anticipato della riforma degli istituti professionali che ha in mente il Ministro, ovvero la sperimentazione di passare gli istituti professionali da 5 a 4 anni.

Una prospettiva rigettata da Sinistra Italiana: “Diminuire il tempo-scuola, da 5 a 4 anni, per gli istituti professionali – prosegue l’esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra – vuol dire considerare, secondo una ripugnante logica classista, quei ragazzi non come persone che debbono crescere, formarsi, avere cultura e coscienza critica, ma pezzi di ricambio da addestrare, come ha giustamente rilevato la FLC-CGIL. Ci opporremo con forza“.

Buondonno rilancia di contro le proposte del Ddl “Promossa”, ovvero alzare a 18 anni l’obbligo scolastico.

Non solo: secondo Sinistra Italiana sarebbe necessario “ragionare seriamente sulla necessità di riproporre, alle superiori, il biennio unico, per alzare (non abbassare come punta a fare il ministro) l’età della scelta del proprio indirizzo di studi. La scuola – conclude Buondonno – non è al servizio della produzione, ma del diritto dei giovani alla formazione umana e culturale. È bene che Valditara se lo metta in testa”.

La riforma dei professionali prevista da Valditara, presentata anche alle organizzazioni sindacali, vede infatti la sperimentazione di un nuovo modello di istruzione tecnica e professionale, che possa realizzarsi anche con il passaggio da 5 a 4 anni della durata degli studi.

La proposta di Valditara, tuttavia, prevede una partecipazione degli istituti su base volontaria, alla stregua dei licei quadriennali che negli ultimi anni hanno visto la luce.

Fra i fattori che hanno spinto il numero uno di Viale Trastevere a mettere mano agli istituti professionale c’è anche la continua perdita di iscritti negli ultimi anni, con una formazione che non preparerebbe a dovere al lavoro.

La riforma che Valditara ha in mente prevede progetti di sviluppo che riguardano gli Istituti professionali, le Scuole regionali e Istituti tecnici superiori con investimenti sull’intera filiera.

Ma non solo: il progetto prevede che gli studenti diplomati in un istituto professionale avranno un accesso diretto all’accademia superiore, gli Its Academy.

Le novità che riguardano le nuove scuole professionali dovrebbero entrare in vigore nella stagione 2024-2025.

La visione del numero uno di Viale Trastevere è quella di un legame sempre più forte fra istruzione e lavoro. Tema affrontato recentemente diverse volte: agli Stati Generali di Confindustria, si è “sottolineato il carattere strategico del rapporto fra scuola e impresa. Quando mi confronto all’estero la centralità di questo collegamento è forte”.

Per tale motivo, la proposta di Valditara è quella di mettere “al centro la cultura del lavoro già alle scuole elementari. Trovo istanze condivise con i colleghi all’estero su questo. Sul fatto , ad esempio che docenti che provengono dal mondo dell’impresa possono integrare su specializzazioni che non esistono nelle scuole italiane”.

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