Sarà davvero difficile che il Governo riesca a spendere tutte le risorse stanziate dall’Unione Europea per il PNRR.
Pe la verità sono stati anche alcuni esponenti della maggioranza ad esprimere le proprie preoccupazioni in merito.
Per quanto concerne il sistema scolastico le incognite maggiori riguardano il piano per gli asili nido.
Sulla questione è intervenuta nei giorni scorsi l’associazione professionale Proteo Fare Sapere che denuncia: “Per difficoltà amministrative di una serie di Comuni, per la difficoltà a costruire consorzi dei Comuni più piccoli per concordare le scelte, per mancanza di competenze amministrative e gestionali, per il ritardo sulla formazione e reclutamento del personale dei nidi e anche, possiamo aggiungere noi, per la mancanza di iniziativa politica e culturale per promuovere per tempo una domanda sociale forte verso questi servizi che oramai sono a tutti gli effetti Lep che i Comuni ‘devono’ osservare”.
“Ma – si chiede retoricamente il presidente di Proteo Dario Missaglia – avete colto qualche traccia di impegno in questa direzione? Il Ministro del Merito, ha mai speso una parola per valorizzare l’esperienza dello 0/6? È mai riuscito a trovare il tempo, tra un manifesto ideologico e l’altro, di parlare dei bambini più piccoli e del loro futuro? Ha mai attivato, sul tema, incontri con le organizzazioni sindacali e con le associazioni professionali della scuola? Ne ha mai parlato il Ministro Calderoli, troppo impegnato per il suo progetto deleterio di autonomia differenziata?”
Secondo Proteo non ci sono molti dubbi: “Sono necessari nuovi nidi e pubblici (oggi meno della metà del totale), accessibili anche da parte di chi oggi non può pagare le rette dei nidi privati e per questo motivo non accede al nido e spesso decide di lasciare il lavoro: 52.000 nel solo 2021, secondo i dati Istat, i neo genitori dimissionari dal lavoro. Un risultato sconcertante nell’Italia che ha bisogno di lavoro, di lavoro femminile, e che avrebbe anche bisogno di investire sui più piccoli per dare un segno di cambiamento alla stagione del gelo demografico”.
Ma c’è di più: “Un governo responsabile dovrebbe inchiodare i Comuni inadempienti a muoversi, pena il commissariamento come misura necessaria per assicurare ai bambini i livelli essenziali di prestazione”.
L’argomento è stato affrontato dal ministro Valditara nel corso del question time del 3 maggio che ha risposto proprio ad una interrogazione della deputata di Italia Viva Elena Bonetti che ha messo in evidenza come lo stesso ministro Fitto abbia ammesso i ritardi del Governo Meloni nel raggiungimento della milestone di giugno 2023.
Fitto – scrive Bonetti nella sua interrogazione - afferma che “stiamo lavorando per salvare gli asili nido dal rischio che il non raggiungimento dell’obiettivo al 30 giugno li possa mettere in discussione” e che si lavora per concordare di “modificare l’obiettivo intermedio per potere rafforzare il raggiungimento dell’obiettivo finale”. “I ritardi e i rinvii sopra richiamati – ha aggiunto Bonetti – rischiano di vanificare gli investimenti previsti”.
Rispondendo a Bonetti, Valditara ha ammesso che “dobbiamo prendere atto di una impostazione della misura prevista del PNRR che non ha tenuto conto della difficoltà organizzativa in cui versano i Comuni, che sono i veri soggetti attuatori di questo investimento”.
“A conferma dell’intenzione di questo Governo di voler attuare tutti gli interventi del PNRR – ha spiegato ancora Valditara – ricordo che con l’ultimo Decreto PNRR siamo intervenuti con un pacchetto di semplificazioni amministrative davvero eccezionale, che ha riservato agli interventi in materia di edilizia scolastica misure finora previste, tutte insieme, solo nel c.d. ‘modello Genova’. In particolare, proprio al fine di rispettare le tempistiche indicate è stata riconosciuta ai Sindaci e ai Presidenti di Province e di Città metropolitane la possibilità di operare come Commissari straordinari, nonché di avvalersi di specifico supporto tecnico, anche esterno alle proprie amministrazioni”.
Non solo ma “è anche stata innalzata la soglia per procedere all’affidamento diretto per servizi e forniture, ivi compresi i servizi di ingegneria o architettura e attività di progettazione”.
Valditara non si nasconde la complessità dei problemi: “Una volta compiuta l’azione di realizzazione dei nuovi asili, non vi è dubbio che dovranno seguire ulteriori azioni di sistema, finalizzate a rendere sostenibile nel tempo la gestione di queste strutture da parte dei comuni”.
In altre parole: realizzare tutti gli asili nido necessari sarà difficile, ma sarà ancora più difficile riuscire a gestirli quando entreranno in funzione.
Con queste premesse è lecito nutrire più di un dubbio sulla effettiva possibilità di portare il nostro Paese ai livelli europei in materia di servizi per la primissima infanzia.
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