Pichetto Fratin: «Gas, sul price cap passi avanti in Ue, ma sulle rinnovabili pronti a fare da soli»

Intervista

di Enrico Marro28 ott 2022

«In Europa stiamo andando avanti sull’energia. Al vertice del Lussemburgo sono stati fatti altri passi avanti e anche la Germania non si è opposta a che la commissione presenti in tempi rapidi una proposta sul price cap dinamico». Appare ottimista Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica (che sotto il governo Draghi si chiamava della Transizione ecologica).

Ministro, le hanno rimproverato alcune gaffe, tipo il Consiglio europeo chiamato Consiglio d’Europa…
«So benissimo che sono due istituzioni diverse, ma sono cose che capitano con l’emozione del primo vertice europeo da ministro: un appuntamento dove ho sentito molto forte la responsabilità di rappresentare le preoccupazioni e le difficoltà di famiglie e imprese davanti al continuo rincaro delle bollette».

Com’è il suo rapporto con Roberto Cingolani, suo predecessore e ora vostro consulente? Una situazione un po’ insolita, non trova?
Guardi, in un momento come questo, dove ci sono imprese che potrebbero essere costrette a chiudere e licenziare, non ho passato neppure un minuto a pensare a questo. Il ruolo del mio predecessore è di fornire un contributo tecnico.Mi aiuterà nell’obiettivo di raggiungere nel minor tempo possibile la messa in sicurezza del Paese dal punto di vista energetico, che è la mission del mio dicastero individuata già dal suo nuovo nome. Siamo al lavoro su tutte le priorità: aumento dell’estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali; price cap dinamico a livello europeo; disaccoppiamento del prezzo dell’energia da rinnovabili dal prezzo del gas; messa a punto di una nuova norma sugli extraprofitti».

Sul tetto dinamico al prezzo del gas non c’è però ancora accordo in Europa.
«Ma si stanno facendo passi avanti importanti. Per esempio, sugli acquisti comuni di gas, che rafforzeranno il potere contrattuale dell’Europa; sui meccanismi per limitare l’eccessiva volatilità dei prezzi, sulle misure per la solidarietà energetica da attivare in caso di situazioni d’emergenza. Sul price cap dinamico c’è il forte sostegno della maggioranza degli Stati membri e presto la commissione presenterà una proposta. In questi giorni le interlocuzioni stanno procedendo, anche con la Germania, in un clima costruttivo».

Sul fronte del disaccoppiamento sarà possibile procedere da soli?
«La commissione Ue ha avviato un lavoro per una riforma strutturale. L’Italia continuerà a incalzare Bruxelles. Ma, nel caso non si arrivasse a una soluzione, introdurremo meccanismi crescenti di disaccoppiamento sul piano nazionale. Siamo pronti a fare tutto il necessario».

Il governo è al lavoro sul decreto aiuti. Ci sarà solo la proroga degli attuali crediti d’imposta per le aziende o anche altre misure?
«Nelle prossime ore valuteremo con il ministero dell’Economia le risorse a disposizione. Credo si procederà per tappe: prima un decreto per prolungare fino alla fine dell’anno gli aiuti in atto e poi, con la legge di Bilancio, l’estensione di queste misure sul medio periodo e possibilmente il loro rafforzamento, per imprese e famiglie».

La premier, Giorgia Meloni, ha detto che bisogna produrre più gas nazionale e sbloccare i parchi eolici e solari. Cingolani le ha lasciato in eredità il decreto sui criteri per individuare le aree idonee all’installazione degli impianti.
«Sono al lavoro proprio su questo, valutando quali sono le misure più idonee e i provvedimenti da adottare per velocizzare le procedure. Non tutto si può fare con un semplice decreto ministeriale, serviranno anche norme di legge, ma intendo fare il prima possibile».

Sarà lei a gestire i fondi del Pnrr dedicati alla transizione green o il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto?
«Sarà il mio ministero a gestire i 35 miliardi che il Pnrr ci assegna. Proprio questa mattina ho fatto una verifica sullo stato degli investimenti e non si prevedono ritardi rispetto agli obiettivi fissati per il 31 dicembre. Poi, però, c’è un tema di rimodulazione degli stessi investimenti alla luce del forte impatto dell’inflazione sui costi degli interventi. Sarà necessario rivedere alcuni obiettivi e riprogrammare le risorse, per evitare che le gare vadano deserte».

Gli attuali obiettivi di decarbonizzazione, in particolare quello di avere entro il 2035 solo auto a zero emissioni, sono realistici o vanno anche questi rimodulati?
«Gli obiettivi climatici sono imprescindibili, tuttavia come ha detto la premier, la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella sociale ed economica. Già da viceministro dello Sviluppo, nel precedente governo, mi sono occupato di favorire scelte che tenessero conto delle esigenze di competitività della seconda manifattura d’Europa. Anche per l’automotive gli indirizzi europei devono essere compatibili con la concreta possibilità delle case automobilistiche di rispettare gli obiettivi. È un tema del quale c’è consapevolezza anche nella commissione europea, che sta ragionando su limiti meno stringenti per la normativa Euro 7».

Per quest’inverno stiamo tranquilli sulle forniture di gas e luce a imprese e famiglie?
«Sì, gli stoccaggi sono oltre il 90%. Ma dobbiamo pensare anche al dopo, andando avanti, a livello europeo, con la diversificazione degli approvvigionamenti e la riduzione dei consumi».

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, 2022-10-27 22:32:00, Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin: il ruolo di Cingolani? Consulente tecnico,

Pietro Guerra

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