Pippo Inzaghi esonerato ancora dal Brescia: Cellino lo caccia la seconda volta. Arriva Corini

di Salvatore Riggio

I 2 punti nelle ultime tre partite hanno indotto il presidente a cambiare di nuovo. Per Inzaghi è il secondo licenziamento in un mese e mezzo. A inizio febbraio l’esonero durò solo un giorno per via di una clausola che vale ancora. Per questo il tecnico minaccia di fare causa

Pippo Inzaghi non è più l’allenatore del Brescia. I due punti conquistati nelle ultime tre gare (sconfitta con la Cremonese e i due pareggi di fila con Lecce e Benevento, tutti scontri diretti per la promozione in A) hanno fatto infuriare il presidente Massimo Cellino, che mercoledì 23 marzo ha esonerato l’ex centravanti e allenatore del Milan. Al suo posto arriva Eugenio Corini, che nelle ultime ore ha risolto il contratto con il Lecce e oggi pomeriggio, subito dopo la firma, sta già dirigendo il suo primo allenamento al centro sportivo di Torbole Casaglia. Per lui è la quinta esperienza al Brescia, dopo due da giocatore e due da allenatore.

Per Inzaghi si tratta del secondo esonero dal Brescia in un mese e mezzo. A inizio febbraio fu sollevato dall’incarico in seguito al pareggio per 0-0 con il Cosenza, ma il suo esonero durò soltanto un giorno. Furono ore surreali per il club lombardo, in quel momento terzo in serie B. Perché appunto a Inzaghi fu comunicato il licenziamento. Al suo posto sbarcò Diego Lopez, che si presentò addirittura al campo di allenamento per guidare l’allenamento, ma rinunciò appunto al suo incarico anche dopo la protesta dei tifosi, in quanto l’uruguaiano guidò il Brescia, senza grande successo, nel 2020. E non solo. Perché, colpo di scena, spuntò anche una clausola anti esonero sul contratto di Inzaghi, se il Brescia fosse stato nelle prime otto posizioni di classifica.

La situazione, a dire il vero, è la stessa. Al momento, il Brescia è quinto a -4 dal secondo posto (che garantisce la promozione diretta in A senza passare dai playoff). Ma a Cellino evidentemente della clausola non interessa e ha deciso per il secondo esonero di Inzaghi. Che, secondo alcune fonti, avrebbe già impugnato il licenziamento. La vicenda avrà con tutta probabilità una coda legale.

Intanto, l’allenatore o ex allenatore affida a un comunicato pubblicato sui social le sue riflessioni: era stato chiesto un sogno playoff «dal quale era nato l’impegno della Società a non esonerarmi qualora la squadra fosse rimasta tra le prime otto, ad evidenziare che, se si fosse raggiunto quell’obiettivo, nulla avrebbe potuto togliermi il posto». Non è comunque un addio a Brescia città, dove «è nato mio figlio e qui staremo ancora per un po’». Però, la panchina è da lasciare: «Finisce quest’avventura così… Senza alcun rammarico, con grande dignità, lascio il testimone a chi verrà dopo di me augurandogli ogni vittoria possibile per questa città che merita davvero tanto». Ma se la prende anche con il sistema: «Trovo assurdo che in uno Stato come l’Italia che, per l’appunto, è una “Repubblica basata sul lavoro”, le alte cariche dello sport non si assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra».

23 marzo 2022 (modifica il 23 marzo 2022 | 20:18)

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, 2022-03-23 19:18:00, I 2 punti nelle ultime tre partite hanno indotto il presidente a cambiare di nuovo. Per Inzaghi è il secondo licenziamento in un mese e mezzo. A inizio febbraio l’esonero durò solo un giorno per via di una clausola che vale ancora. Per questo il tecnico minaccia di fare causa , Salvatore Riggio

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