Gli obiettivi Ue
di Redazione Economia30 nov 2022
«Dovremo rivedere il Pnrr con l’Europa», perché «a causa dell’inflazione, solo il mio ministero dell’Ambiente per gli interventi ha un onere maggiore di 5 miliardi», sui 35 previsti. «O si taglia sulle opere, o non ci stiamo dentro». A dirlo è il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al webinar «L’alfabeto del futuro» de La Stampa. «La previsione di spesa del Pnrr all’inizio della sua approvazione era di 42 miliardi di euro al 31 dicembre di quest’anno. Questa spesa è stata rivista al ribasso a 33 miliardi e a settembre è stata rivista a 21 miliardi. Nei prossimi giorni prenderemo atto di quanto si è speso» ma «temo che la percentuale di spesa non sarà molto alta e sarà distante dai 22 miliardi di euro», ha dichiarato il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, intervenendo a un evento organizzato da Eunews e Gea-Green Economy Agency.
Il Pnrr «continua essere un qualcosa che va non cambiato, ma ritoccato, rivisto» alla luce di tutto ciò che sta succedendo, «devi rivedere tempi, perché chiudere tutte le opere e rendicontarle entro il 2026, siamo a fine 2022, mi sembra assolutamente ambizioso», quindi «mi sembra che occorra rivedere tempi e prezzi», aveva detto nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier, Matteo Salvini. Un primo intervento per colmare il divario causato dagli extra-costi compare nella Manovra, in cui è stata inserita la replica del fondo sugli extracosti destinata agli appalti 2023.
I target del ministero dell’Ambiente
Il ministero dell’Ambiente è titolare della porzione più rilevante delle attività della Missione 2 del Pnrr «Rivoluzione verde e transizione ecologica» con 34,7 miliardi articolati su 26 investimenti e 12 riforme, ma ha anche la quota più importante di milestone e target, pari a 89 distribuiti nel periodo di attuazione. «Noi siamo pronti a rispettare tutte le scadenze concordate nel piano – ha spiegato il ministro – i cui target temporali e milestone potranno subire qualche lieve modificazione dettata unicamente dalle mutate condizioni socioeconomiche e del mercato. In primis, livelli di inflazione molto più elevati di quelli attesi in fase di programmazione. In base ad una stima puntuale su ciascuna delle misure a titolarità del ministero dell’Ambiente, tale impatto può superare i 5 miliardi di euro nei prossimi anni». Un’altra criticità che potrebbe essere registrata nei prossimi mesi, ha aggiunto Pichetto, riguarda la capacità delle filiere produttive ad attuare specifici segmenti del piano. «Per questo — ha aggiunto — in un’ottica di prevenzione, stiamo per avviare uno studio dedicato sulle misure più rilevanti a titolarità del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica».
Fitto: «Nei prossimi giorni dati reali sulla spesa»
Sul tema è intervenuto anche il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto. «Nei prossimi giorni comunicheremo la reale situazione di spesa» del Pnrr, ha dichiarato all’Assemblea di Alis, dove ha ricordato che la previsione di spesa del piano nazionale di ripresa e resilienza «all’inizio del piano era di 42 miliardi di euro alla fine di quest’anno, questa programmazione è stata rivista al ribasso a 33 miliardi e poi ridotta a settembre a 22 miliardi». «L’obiettivo della spesa non è uno degli obiettivi che ci consente di raggiungere i target e le milestone», che sono legati alle riforme, aggiunge il ministro ma «è indicativo perché se la spesa non cresce c’è un segnale che va colto nella fase iniziale della programmazione e non in quella successiva».
Musumeci chiede di posticipare la scadenza
Secondo il ministro Nello Musumeci, ministro per il Sud e le Politiche del Mare del governo Meloni, il Pnrr andrebbe prorogato di almeno un paio d’anni. «Il collega Fitto si trova in una posizione di grande responsabilità. Il primo obiettivo è, restando invariata la scadenza, di provare ad accelerare le procedure, che purtroppo, almeno fino a oggi, non sono andate particolarmente veloci. Se la scadenza del 2026 non dovesse essere compatibile con l’inerzia o la lentezza che finora ha caratterizzato, almeno in parte, il primo step di questa straordinaria risorsa, sarà necessario chiedere almeno due anni di proroga», ha detto a proposito del Pnrr Musumeci, ospite di AdnKronos Live facendo riferimento a «un’ipotesi» di posticipare la scadenza al «2028».
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, 2022-11-30 21:58:00, Il ministro dell’Ambiente dice che i target del Piano nazionale di ripresa e resilienza potranno subire qualche modifica dettata dalle mutate condizioni del mercato. Fitto: «Nei prossimi giorni comunicheremo la reale situazione di spesa» , Redazione Economia