Politica: M5S, Grillo esce a braccetto con Conte: «Ripristinato il Movimento»

di Emanuele Buzzi

Beppe Grillo, al termine della riunione fiume allo studio Amato, nel quartiere Trieste di Roma. Grillo si è affacciato salutando i cronisti, la mano sulla spalla dell’ex premier. Poi si sono allontanati nella stessa direzione a bordo delle loro auto

«Abbiamo fatto una riunione antibiotica per ripristinare il sistema immunitario del Movimento, quindi state tranquilli». Sono le dieci e mezza passate quando Beppe Grillo si concede a telecamere e fotografi a braccetto di Giuseppe Conte. È l’immagine plastica — sostengono i contiani — di un asse forte tra il garante e il presidente dei Cinque Stelle. Dopo centocinquanta minuti di discussione c’è l’accordo su come tentare di dipanare la matassa politico-legale in cui si trovano i Cinque Stelle dopo l’ordinanza di Napoli. In realtà, a Roma, come da copione, il garante si riprende almeno da punto di vista dell’immagine le redini del Movimento. Grillo tenta di stare lontano dalle luci dei riflettori — opta per un altro hotel, il Parco dei Principi, al posto del consueto Forum e, in seguito, si sposta negli uffici del notaio Luca Amato — ma mette in fila una serie di incontri con i big Cinque Stelle per sondare umori e prospettive. L’unico assente è Roberto Fico, bloccato da un’influenza.

Il fondatore dei Cinque Stelle vede anzitutto Luigi Di Maio, al centro delle tensioni con Giuseppe Conte dopo le votazioni per il Quirinale. Grillo sa che l’unità del Movimento è centrale per la sua tenuta sulla lunga distanza e ribadisce che è fondamentale rafforzare l’intesa tra l’ex premier e il ministro, sottolineando anche che Di Maio ha un ruolo fondamentale per i Cinque Stelle. Il garante dispensa così un assist a entrambi per la mediazione e smorza le voci delle sirene centriste verso Di Maio. L’incontro tra i primi due capi politici della storia M5S dura quasi due ore. Il titolare della Farnesina mette in chiaro che debba prevalere nel Movimento il primato della politica, che bisogna ripartire dai territori e dai temi e che non è il momento delle divisioni. «Ora tutti compatti», dice Di Maio.

A seguire Grillo cerca di tastare il terreno dei gruppi parlamentari: vuole sondare la equilibri e umori. Trascorre tre quarti d’ora con i capigruppo, Davide Crippa e Mariolina Castellone, e altrettanti minuti con l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, da sempre molto vicina al garante, che preferisce non rilasciare dichiarazioni al termine del faccia a faccia.

Durante gli incontri si diffonde la voce di una nuova accelerazione dei contiani, che preferirebbero un passo immediato o quasi sul nuovo statuto per poter incoronare di nuovo Conte presidente. I legali del garante e dell’ex premier si stanno sentendo da giorni per trovare una exit strategy. Nelle ore precedenti al summit sembrava esserci stato un avvicinamento tra le parti sulla necessità di individuare in primis un nuovo comitato di garanzia, che possa poi (grazie ai poteri che ha secondo il vecchio statuto) far partire l’iter per ristabilire leader e nuove norme del Movimento.

Con queste premesse si arriva all’incontro serale tra Grillo e Conte (con legali al seguito). Un vertice fiume che si conclude con Grillo che asseconda per un tentativo le istanze di Conte e scherza con la scorta. E i Cinque Stelle che parlano di una intesa tra i legali: «Le delibere sono valide alla luce del regolamento del 2018: si presenterà al tribunale di Napoli immediatamente istanza di revoca alla luce di questo documento che certifica la piena regolarità offrendo al giudice della causa di poter prendere atto della validità e quindi efficacia delle delibere contestate». E concludono: «Si confida che gli elementi emersi consentano di poter ottenere una tempestiva revoca».

Il passaggio, però, trova già le prime contromosse dell’avvocato Lorenzo Borré, che ha ottenuto il congelamento dei vertici M5S. «La revoca può essere richiesta solo su circostanze e fatti sopravvenuti. La questione del regolamento “ritrovato” non è un fatto sopravvenuto. Né è comunque rilevante perché l’ordinanza è stata emessa anche sul presupposto della mancanza del quorum (senza considerare che l’ordinanza non ha scrutinato gli altri motivi di impugnazione perché assorbiti da quello relativo al mancato raggiungimento del quorum)». «Aggiungo che l’esistenza di un eventuale regolamento approvato su richiesta del capo politico non è idonea a legittimare l’esclusione dal diritto di voto adottata nella vigenza di uno statuto che consente tale esclusione solo a fronte di un regolamento adottato su richiesta del comitato direttivo», precisa Borré sottolineando come una eventuale revoca sia comunque soggetta a reclamo.

10 febbraio 2022 (modifica il 11 febbraio 2022 | 00:05)

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