Politica: Riforma della giustizia, la conferenza stampa di Draghi: «Il mio futuro in politica? Il lavoro me lo trovo da solo»

di Valentina Santarpia

Il premier parla della riforma ma anche del suo futuro, sollecitato dai cronisti: «Io federatore di un’area di centro? Lo escludo. Ho molte sollecitazioni, ma dopo il governo il lavoro lo trovo da solo». E sul governo: si va avanti, nessun rimpasto

Prima scherza, poi all’ennesima domanda dei cronisti il tono diventa più duro: ma il premier Mario Draghi, in conferenza stampa per spiegare le decisioni del Consiglio dei ministri, esclude un suo impegno politico al termine della legislatura.«Tanti politici mi candidano in tanti posti, mostrando una sollecitudine straordinaria. Vorrei rassicurare che se decidessi di trovare un lavoro dopo questa esperienza, un lavoro lo troverei da solo…», scherza Draghi. Che esclude la possibilità di diventare un federatore dell’area di centro nel 2023, e chiarisce più volte che il suo orizzonte è quello immediato: «La squadra di governo è efficiente e va avanti», quindi non c’è alcun rimpasto in vista.

L’ultimo anno di governo Draghi lo vede «in maniera relativamente chiara»: «Il dovere del governo è proseguire e affrontare sfide importanti per gli italiani che sono quella immediata del caro energia, quello meno immediata ma preoccupante che è l’inflazione che sta aggredendo il potere acquisto dei lavoratori ed erodendo, anche se per ora non si vede, la competitività delle imprese, c’è poi l’uscita dalla pandemia e poi il Pnrr che sta andando molto bene».

La riforma della giustizia

Ma sul tavolo di lavoro oggi c’è soprattutto la questione della giustizia, su cui la maggioranza ha faticosamente trovato la quadra. In Consiglio dei ministri c’è stata una «discussione ricchissima e condivisa», ha detto Draghi aprendo la conferenza stampa subito dopo la riunione del Cdm che ha approvato la riforma (qui tutte le novità del provvedimento). E ci sarà un «pieno coinvolgimento delle forze politiche nel rispetto dei tempi: niente tentativi di imporre la fiducia», ha precisato Draghi. Sarà data quindi «priorità assoluta in Parlamento al voto per approvare le nuove regole.«C’è stata condivisione della riforma e delimitazione delle aree con differenze di vedute e impegno ad adoperarsi con i capigruppo per avere priorità assoluta in parlamento entro l’elezione del nuovo Csm», ha precisato Draghi. Questo significa che sono rimaste le differenze di visione, ma c’è «l’impegno a superarle».

Una «riforma ineludibile»: così l’ha definita la ministra della Giustizia Marta Cartabia, ineludibile sia per la scadenza degli incarichi del Csm sia per il ritorno ad un rapporto di fiducia con la giustizia. Quella dell’ordinamento giudiziario e del Csm è una «riforma esigente nei confronti dei giudici ma che risponde ad una esigenza della magistratura di essere forse un pochino più severa con se stessa, perché questa richiesta di recupero della credibilità viene anzitutto dall’interno». Era dovuta, spiega ancora Cartabia, ai tantissimi magistrati che lavorano silenziosamente e ai cittadini che devono recuperare piena fiducia nella magistratura. Una giustizia dai tempi certi, rapida, favorisce anche l’afflusso degli investimenti stranieri, aggiunge Draghi.

Tanti i nodi che il Cdm ha dovuto dirimere. Soprattutto sulle «porte girevoli» per i magistrati: per gli incarichi tecnici il divieto di incompatibilità vale se l’incarico dura almeno un anno, è stato deciso.

La crescita economica

In conferenza stampa si è parlato anche della crescita economica del Paese. Lo spread da noi aumenta meno che in altri Paesi, spiega Draghi, ma bisogna vigilare su conti e debito. La priorità «è mantenere la crescita ma «è fondamentale che questa non sia strozzata dal caro energia». Attualmente «nel primo trimestre c’è un rallentamento della crescita, le cifre dell’Italia sono meno marcate di altri paesi europei anche se la Commissione per l’Italia prevede una crescita del 4,1, superiore a quella di Francia e Germania. Ci sono rischi sul prezzo dell’energia e sull’inflazione. Abbiamo presenti queste categorie di rischi e governo sta lavorando. L’importante è mantenere la crescita per affrontare i mercati con fiducia». E proprio per questo sulle bollette il governo interverrà già la prossima settimana: «Le cifre già stanziate negli ultimi trimestri sono imponenti: sono 9 miliardi e mezzo di euro, ma non sono sufficienti. Si tratta di sostegni per contenere l’emergenza, poi interventi sull’offerta dell’energia con il potenziamento della produzione. E poi una parte che chiamiamo di fornitura a prezzo calmierato e certo».

Sulle previsioni di inflazione, la Bce e la Banca d’Italia sono le istituzioni più accreditate, rileva il premier: le previsioni danno inflazione alta e crescente ancora per quest’anno, e poi inizierà a calare. Quindi «siamo relativamente certi che l’inflazione inizierà a diminuire ma non bisogna sottovalutare che riduce il potere di acquisto delle famiglie e crea sicuramente problemi al bilancio delle imprese, soprattutto per la competitività».

La concorrenza

«La concorrenza sicuramente è un provvedimento importante e l’approvazione deve essere attuata entro fine anno», ha annunciato Draghi. «La legge delega deve essere approvata entro marzo. Noi lavoriamo con la commissione e il rapporto è buono: non dubito minimamente della consapevolezza del Parlamento dell’importanza di questo e di altri obiettivi del Pnrr», ha osservato il presidente del Consiglio.

Il superbonus

Il governo vuole che il meccanismo del superbonus funzioni: i vari correttivi dovrebbero trovare posto in un emendamento. Non è che però l’edilizia senza il superbonus non funziona, chiarisce Draghi. L’edilizia si è giovata del superbonus» ma va avanti lo stesso, «altrimenti tutti i Paesi starebbero a zero». Se in Italia ci sono casi di frodi, che hanno bloccato i cantieri, è perché – osserva il presidente del Consiglio – «si è voluto costruire un sistema che prevede pochi controlli».

11 febbraio 2022 (modifica il 11 febbraio 2022 | 22:06)

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