Pomodoro, la Dop Puglia in risposta all’Igp Napoli: continua la guerra dei pelati made in Italy

agroalimentare

di Alessandro Bergonzi12 ott 2022

La Dop Pomodoro di Puglia in risposta all’Igp Pomodoro pelato di Napoli. La guerra dei pomodori tra pugliesi e campani si arricchisce di una nuova puntata. Nella sede foggiana della Coldiretti Puglia è stato infatti presentato ufficialmente il disciplinare della «Dop Pomodoro di Puglia» per la valorizzazione del prodotto alimentare italiano e il rilancio dell’economia foggiana. «Il 40% del pomodoro italiano viene proprio dalla Capitanata — nel Tavoliere delle Puglie in provincia di Foggia — che da sola produce il 90% del pomodoro lungo», sottolinea la Coldiretti regionale. «È a tutti nota la posizione di Coldiretti sull’importanza dell’origine del prodotto agricolo per cui numerose sono state le battaglie per arrivare all’etichettatura certa Dop e Igp», spiega l’organizzazione.

La battaglia del pomodoro

La battaglia del pomodoro va avanti da anni

: da un lato la Campania che già nel 2017 si era mossa per ottenere la Igp (Indicazione geografica protetta) Pomodoro pelato di Napoli; dall’altra la Puglia che si era prontamente opposta alla procedura campana. Il ricorso, tuttavia, non ha fermato il disciplinare sul pelato di Napoli, prima accolto dal ministero delle Politiche agricole e ora al vaglio della Commissione europea, primo dei tre step (applied, published, registered) che precedono la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale Ue. Il 12 ottobre 2022, dunque, è arrivata la risposta della Puglia, che è riuscita a segnare un punto importante nell’iter per il riconoscimento della sua Dop sulla produzione del cosidetto «pomodoro lungo».

I numeri del pomodoro di Puglia

Ed eccoli i numeri: la Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, sottolinea la Coldiretti sulla base dello studio commissionato all’Università di Foggia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari. La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale — insiste Coldiretti Foggia — con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate). È a tutti nota la posizione di Coldiretti sull’importanza dell’origine del prodotto agricolo alla base dei cibi trasformati che arrivano sulle tavole dei consumatori, per cui numerose sono state le battaglie per arrivare all’etichettatura certa dell’origine dei prodotti agroalimentari. Dop e Igp sono marchi europei che identificano — spiega Coldiretti Puglia — prodotti che possiedono caratteristiche peculiari, legate da origini storiche al determinato territorio indicato nella denominazione, e dalla accurata e precisa applicazione di un disciplinare di produzione. Per i prodotti Dop è previsto che tutto il processo produttivo avvenga nell’area delimitata dal disciplinare di produzione, trasformazione e confezionamento inclusi, mentre per le produzioni Igp non esistono gli stessi vincoli — conclude Coldiretti Puglia — in particolare nessun obbligo di utilizzare i prodotti agricoli del territorio al quale la Igp si ispira.

«Produrre pomodoro costa il 35% in più»

L’avversario numero uno, tuttavia, resta l’aumento dei prezzi. Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime, come sottolinea Coldiretti Puglia, si riflette sui costi di produzione del pomodoro che schizzano del 35%, con il conseguente allarme dei produttori. «Con il rincaro dei costi energetici che si è trasferito a valanga sui costi di produzione, quest’anno produrre un ettaro di pomodoro lungo è costato agli agricoltori in media 3.500 euro in più, mentre allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro», denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia prima di concludere: «È vitale che venga riconosciuto il giusto prezzo al prodotto ed il corretto valore dato dall’origine in etichetta per salvaguardare i produttori ed i consumatori, con il marchio comunitario che rappresenta un plus in più in termini di distintività».

Iscriviti alla newsletter “Whatever it Takes” di Federico Fubini. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Ogni lunedì nella tua casella di posta.

E non dimenticare le newsletter L’Economia Opinioni”
e “L’Economia Ore 18”

.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-12 13:29:00, Coldiretti Puglia: «Il 90% del pomodoro lungo è prodotto nel Tavoliere delle Puglie: per questo chiediamo la Dop». Il caro materie prime si fa sentire sulla produzione: produrre un ettaro di pomodoro lungo costato agli agricoltori 3.500 euro in più in media, Alessandro Bergonzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version