Ponte di Genova, a processo in 59. Sì al patteggiamento per Aspi e Spea

di Andrea Pasqualetto

Il gup ha accolto le richieste della Procura, rinviato a giudizio anche l’ex ad di Autostrade Castellucci. Le due società pagheranno circa 30 milioni per uscire dal processo

Il giudice per l’udienza preliminare di Genova Paola Faggioni ha rinviato a giudizio tutti e 59 gli indagati per i quali la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. Devono rispondere del disastro del ponte Morandi: 14 agosto 2018, 43 morti. A processo finiranno i vecchi vertici di Aspi, compreso l’ex ad Giovanni Castellucci, e di Spea, la società che si occupava delle manutenzioni, e vari ex tecnici , dirigenti e funzionari delle due società e del Ministero delle Infrastrutture che aveva funzioni di controllo sulla concessionaria. Sono accusati a vario titolo di omicidio stradale plurimo, falso, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti. Il processo partirà il prossimo 7 luglio.

Il patteggiamento

Non ci saranno le due società, che figuravano anch’esse come indagate per la legge sulla responsabilità amministrativa. La gup ha infatti accolto la richiesta di patteggiamento presentata dai legali delle stesse, sulla quale la Procura aveva espresso parere favorevole. Aspi e Spea pagheranno circa 30 milioni. Il patteggiamento sembra soddisfare sia la difesa che l’accusa: Aspi esce dal processo evitando misure interdittive più pesanti come il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione; i pm incassano invece la pena pecuniaria massima e un’implicita conferma dell’impianto accusatorio.

La difesa: le accuse cadranno

«Non avevamo dubbi su questo esito che purtroppo ci appariva scontato. Riteniamo che, nonostante il lungo sforzo motivazionale del giudice, in realtà le questioni che erano alla base delle nostre ragioni siano rimaste inalterate, quindi i problemi procedurali che si sono manifestati restano e saranno oggetto di altre discussioni». Così gli avvocati dell’ex ad Giovanni Castellucci, Giovanni Paolo Accinni e Guido Carli Alleva dopo il rinvio a giudizio per il crollo del ponte Morandi. «Ora ci sarà il dibattimento – continuano – e confidiamo che tutto si possa svolgere secondo il principio del giusto processo, in contraddittorio tra accusa e difesa. Siamo fiduciosi del fatto che molte cose emergeranno e riequilibreranno finalmente la visione degli fatti che ci pare a senso unico». «Le vittime vanno tutelate e gli innocenti vanno protetti. Finora questo processo si è rifiutato di proteggere gli innocenti, se il dibattimento sarà come noi confidiamo l’inizio di un processo giusto, il teorema accusatorio nei confronti di Castellucci si conformerà essere una foglia di autunno tremula che cadrà» hanno concluso.

I familiari: soddisfatti

Soddisfazione dai familiari delle vittime: «Oggi è arrivata la conferma di quello che noi sosteniamo da tutto questo tempo. Per questo ovviamente siamo molto soddisfatti». Sono parole di Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime del ponte Morandi . Voglio ringraziare i pubblici ministeri per il lavoro fatto». Si dice felice anche per la decisione del gup di tenere sotto sequestro i reperti consentendone lo spostamento: «Così potremo realizzate il Parco della memoria e questo è molto importante».

Tre anni d’indagine

L’udienza preliminare è durata poco più di 5 mesi. Undici udienze sono servite ai Pm Massimo Terrile e Walter Cotugno per motivare le accuse, dietro alle quali ci sono tre anni di indagini, condotte sul capo dalla Guardia di finanza di Genova, e due incidenti probatori. Una mole di lavoro immensa, dal quale sono scaturiti altri tre filoni d’inchiesta: falsi report sui viadotti, barriere fonoassorbenti pericolose e falsi report sulle gallerie. In questi procedimenti risultano indagate circa 40 persone, di cui molte già coinvolte anche nel fascicolo sul crollo del Morandi. I tre filoni sono stati riunificati in un solo fascicolo ed entro l’estate verranno chiuse le indagini.

Il no alla ricusazione

Nel corso dell’udienza preliminare i legali di alcuni imputati avevano ricusato il gup perché a vrebbe «violato il principio d’imparzialità» esprimendo un giudizio sugli imputati quando firmò una delle ordinanze cautelari riguardanti l’indagine sulle barriere fonoassorbenti. Sia i giudici di appello che quelli di Cassazione avevano però respinto la richiesta.

7 aprile 2022 (modifica il 7 aprile 2022 | 15:44)

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, 2022-04-07 13:31:00, Il gup ha accolto le richieste della Procura, rinviato a giudizio anche l’ex ad di Autostrade Castellucci. Le due società pagheranno circa 30 milioni per uscire dal processo, Andrea Pasqualetto

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