La mamma e il neonato del Pertini, poteva succedere a me, raccontateci le vostre storie del post parto

Nella testa un pensiero comune: Quella donna potevo essere io. Molte madri che hanno letto la storia del neonato soffocato nel letto all’ospedale Pertini di Roma, hanno provato un sentimento simile nei confronti della neo-mamma al centro di questa terribile tragedia: solidariet. Sul web, nelle chat, si condividono i ricordi non sempre belli dei post parto. Momenti idealizzati che spesso si tramutano in settimane di solitudine e spaesamento.

Raccontateci le vostre storie utilizzando il form qui sotto.

Gli interventi pi significativi saranno pubblicati sulla 27esimaOra.

La prima ostetrica della mia vita era bionda come me, tosta come me e senza figli. Cosa che a me piaceva, nessun giudizio anzi. Le avrei dato la mia fiducia totale proprio per quella sua laicit. E invece. Il giudizio era suo. Il fatto che manifestassi apertamente di ambire all’epidurale non lo tollerava. Non ero portata a partorire, diceva, non ero portata a fare la mamma, diceva. Risvegliando cos una certezza che io sentivo (pensavo di sentire?) profondamente dentro di me. Ho iniziato a difendermi l. Di fronte all’ipocrisia del parto all’italiana. Alla fine, niente epidurale causa una fortissima piastrinopenia. La mistica dell’ostetrica maga madre io non l’avevo e quindi nessuna suggestione reciproca. Il mio parto durato poche ore, le mie acque si rompono e sono contaminate dal meconio. Arrivo in ospedale che mi fanno immediatamente l’ossitocina. Fino a un certo punto tutto bene. Poi il battito di Leone, allora non si chiamava ancora cos, si abbassa. La stanza si riempie di gente. A un certo punto una mi chiede: Vuoi un aiuto?. Certo. Mi salta sopra. Ma questa non la cosa peggiore. Mi tagliano, episiotomia necessaria. Da l in avanti posso e devo solo ringraziare me stessa: io che non ho ceduto alle pressioni continue rispetto a tutto, al latte, al tenere il bambino addosso sempre, al farmi mortificare, al farmi sentire inadeguata per ogni cosa ogni richiesta: Posso avere un antidolorifico?. No, no, no. Tutto no. E invece io proprio non potevo pensare di stare da sola, senza neppure riuscire a sedermi (per dieci giorni non ci sono riuscita). Mi sono imposta e sono riuscita far fermare Luca la prima notte con me, con noi. Mi hanno talmente angosciata con sto latte che non montava e che non veniva Non hai voglia mamma, si vede. Non ti va proprio eh? che mi sono fermata una notte in pi strisciando, con le gambe e con la dignit, al nido per imparare. Il giorno che me ne sono andata la capo ostetrica mi congeda con: Tanto non ce la farai mai ad allattare. E io: Mi dia del lei. E in effetti non ci sono riuscita. Forse anche perch Leone aveva il frenulo corto, cortissimo, sotto la lingua. Non glielo vollero tagliare alla nascita dicendo che si scioglieva da solo. Abbiamo dovuto intervenire a otto mesi. Mi ha salvata mia madre quando, da madre, mi ha guardato e mi ha detto dagli il biberon non crolla il mondo, non crolli tu.
Francesca Angeleri

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Sono stata ricoverata perch scaduto il tempo avevo poco liquido amniotico.
Hanno iniziato le manovre di induzione al parto, che sono anche dolorose, andate avanti per cinque giorni. Di solito vengono avviate nel tardo pomeriggio perch per questioni ormonali i travagli partono pi facilmente di notte. Ho trascorso cinque notti a camminare su e gi per il reparto e a fare le scale come mi suggerivano. Cinque notti di falsi travagli in cui non ho dormito. Il quinto giorno mi hanno indotto le contrazioni con l’ossitocina. Dopo 13 ore di travaglio non avevo dilatazione, mia figlia andata in sofferenza e mi stato praticato un cesareo d’urgenza. Mia figlia non avrebbe mai potuto farcela naturalmente perch aveva il cordone ombelicale girato intorno alla testa e nessuno se ne era accorto. Nel tirarla fuori in fretta le stato pinzato, con ci che ne deriva. Abbiamo fatto mesi di follow up alla bambina perch sembrava che questa evenienza le avesse causato la sordit e un problema al cuore (non stato cos).
Siamo state ricoverate per altri cinque giorni e dopo un primo giorno in cui hanno tenuto la bambina al nido perch non riuscivo nemmeno a tirarmi su sul letto dopo il cesareo, me l’hanno portata in camera e non c’ stato verso di farla tenere un giorno in pi nella nursey. Una notte chiamai una puericultrice chiedendole di aiutarmi a prendere la bambina dalla culla per allattarla perch io non riuscivo a sollevarmi, non avevo forze e dolore lancinanti. Mi rispose: Signora, che cosa si credeva? La maternit questo: sacrificio.
Sarah Malnerich, coautrice con Francesca Fiore del blog Mammadimerda

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Ospedale di Udine. Dicembre 2016. Tanti parti nella stessa giornata io che ho rotto le acque alle 4 di mattina a casa, vado in ospedale. Da l ,oltre il primo controllo, lasciata sola dalle ostetriche assieme a mio marito. Va tutto bene e Alessandro nasce sano e forte. Da subito non si attacca bene al seno quindi chiedo l’aggiunta di latte …ma non me la danno. La montata non parte e mi prendono il seno per darlo in bocca ad Alessandro. Lui ciuccia poco e ha fame. Piange. Litigare per dare l’aggiunta . Ci trasferiscono in ginecologia per mancanza di posti. Ascensore freddo.
Se non allatti non sei una brava mamma.
Lasciata sola

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A me successo la prima notte dopo il parto. Ero sveglia da quasi 48 ore, quando stremata mi sono addormentata col bambino nel letto. Improvvisamente nel cuore della notte vengo svegliata dall’infermiera che inveisce contro di me e mi dice che sto schiacciando mio figlio sotto la mia spalla. Ovviamente non era vero, il mio sonno era leggero, per tutte quelle ore avevo sentito fisicamente mio figlio attaccato alla mia spalla. Sarei potuta crollare in un sonno profondo, forse, ma non credo, in reparto le luci erano accese nei corridoi e le infermiere entravano spesso in camera. Anche il mio travaglio stato lungo: 19 ore, senza bere n mangiare, perch rimettevo tutto per via delle contrazioni. Ero stanca e anche io avevo chiesto di poter lasciare il bambino alla nursery, ma non era possibile, il mio non aveva problemi. Mi andata bene.

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Poteva succedere a me s, al secondo giorno dal cesareo mio figlio stava poco bene, cos decisero di tenerlo in osservazione al nido per tutta la notte, mandarono mia mamma a casa, all’ 1.30 di notte mi portarono il bambino dicendo che stava piangendo e che voleva stare con me, dissi all’infermiere di turno che non riuscivo a stare in piedi. Sapete la risposta che mi fu data? “Hai voluto la bicicletta … “》 Mi passai tutta la notte seduta al letto… poteva succedere il peggio.

……….

Sai qual il problema pi grande? Che ho pensato che quella ragazza potevo essere tranquillamente io. Partorito a gennaio 2022. Ho fatto 36 ore di travaglio con parto indotto (acque rotte e zero dilatazione), 36 lunghissime ore estenuanti di cui mi ricordo il dolore lancinante delle contrazioni indotte, un inferno, 36 ore in cui mi hanno lasciata completamente a digiuno. La mia vita nata alle 20.38 pieno di capelli e una pelle di velluto che profumava d’amore. Due ore con me e il pap e poi via alle visite. Me lo hanno portato in camera all’una di notte passata. Il mattino seguente mio marito risulta positivo al Covid (preso l in ospedale). Sono stata lasciata completamente sola in una stanza con il bimbo perch considerata contatto stretto a un positivo. Ho sofferto di anemia gravidica e ho perso tanto sangue durante il parto. Mi ricordo che ero esausta in piedi a consolare mio figlio che piangeva e a un certo punto vedevo sfocato, non avevo l’equilibrio. Ho supplicato una flebo di ferro che non mai arrivata. Ho chiesto aiuto chiamando a casa i miei genitori.. giuro, non vedevo pi. Mia madre riuscita a farmi arrivare una quantit di carne e lenticchie per un reggimento per aiutarmi a stare un po’ su visto che mi passavano solo minestrine e non l’hanno fatta salire in camera con me. Ho pensato seriamente che non sarei pi uscita da quella stanza con mio figlio. Ma ho lottato. Mi uscita fuori una forza che ha sorpreso anche me, sono sincera. Sono uscita da quell’incubo 72 ore dopo accompagnata a casa da una autoambulanza (perch sono risultata anche io poi positiva al Covid) con in braccio mio figlio che tenevo stretto stretto a me. Ho lottato e poi sono crollata. Anche mio figlio poi risultato positivo e ho conosciuto subito la terapia intensiva Neonatale del Bambin Gesu. Ma questa un’altra storia finita, ringraziando Dio, a lieto fine.
Il mio travaglio, il mio parto, il mio post parto stato letteralmente un incubo.
Io che sognavo la famiglia numerosa, dentro di me ho il terrore ormai di restare di nuovo incinta per non rivivere questo incubo.
Si affacciata la depressione post parto che non auguro a nessuna di noi. Ma ho lottato e mi sono fatta aiutare, finalmente uscita dall’ospedale ho potuto chiedere aiuto anche per me stessa. questo il problema. Quella ragazza potevo essere anche io. Poteva essere chiunque e la notizia non mi ha sorpresa ho pensato d’istinto: Ecco, successo.

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Dodici anni fa, ospedale San Filippo Neri di Roma.Primo figlio. A 40 settimane e 3 giorni vengo ricoverata e mi viene indotto il parto con l’ossitocina. Il bambino non era incanalato e ho passato 21 ore in travaglio,senza epidurale,con un via vai di ostetriche che al cambio turno infilavano una mano per sentire a che punto ero.Alla fine,stremata e spaventata ho iniziato a gridare che me ne sarei andata e finalmente si optato per un cesareo in urgenza.Un’infermiera senza troppi complimenti mi ha depilata con una lametta con la stessa grazia con cui si lucidano le scarpe.Le contrazioni erano talmente forti che l’anestesista ha faticato a praticare la spinale perch non riuscivo a stare ferma. Mi sono sentita violata,abbandonata e terribilmente spaventata.E sapere di non essere l’unica ad aver provato questo tipo di esperienza mi fa stare ancora peggio.

……..

Prima figlia, cesareo. Seconda notte ancora dolori, dopo che il pomeriggio mi avevano fatto collassare perch costretta ad alzarmi e messa su una sedia e dimenticata l. Dopo averli implorati per antidolorifici mi hanno dato una tachipirina. Chiamo alle tre di notte se poteva cambiare il pannolino alla bambina, mi ha detto di no. Piangevo a goccioloni mentre una santissima compagna di stanza mi aiutava.
(Raccolta dalla community Mammadimerda)

24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 17:53)

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